[Recensione]… Che Dio perdona a tutti di Pif

Buongiorno Lettori!

Sabato pre natalizio e penultima recensione dell’anno (la prossima sarà il 27 per una rubrica alla quale inizierò a partecipare). Oggi vi parlerò di un libro acquistato recentemente, uscito da poco e che mi è stato consigliato dalle amiche. Mi piace leggere libri consigliati, questo perché ho così la possibilità di confrontarmi con chi li ha già letti e posso dire cosa mi ha convinto e cosa invece non mi è piaciuto. Oggi vi parlerò di …che Dio perdona a tutti di Pif, edito Feltrinelli, un romanzo particolare e che complessivamente mi è piaciuto.

…che Dio perdona a tutti
Pif
Feltrinelli Editore
Prezzo: 16.00 €
eBook: 9.99 €

Trama: Arturo è un trentacinquenne, non ha ancora una fidanzata e fa l’agente immobiliare. Il suo principale obiettivo nella vita è mantenere immutato lo stato delle cose. Ha poche passioni che condivide con gli amici di sempre. La più importante e irrinunciabile è il cibo: famoso per la sua pignoleria gastronomica, gli amici spesso si fanno il segno della croce quando al ristorante è il suo turno di ordinare. Arturo ricambia la loro tolleranza, immolandosi come portiere per le partite di calcetto. Questa è la sua routine, fino al giorno in cui entra in scena Lei: la figlia del proprietario della pasticceria che fa le iris più buone di Palermo, il dolce preferito di Arturo. E in un istante diventa la donna dei suoi sogni.
Sveglia, intraprendente, ma anche molto cattolica, Lei sulla religione ha la stessa pignoleria di Arturo sui dolci. È proprio così che lui la conquista, sostituendo l’uomo che ha il compito di interpretare Gesù durante una Via Crucis. Quel giorno è per Arturo un vero calvario, perché durante il tragitto si accorge di avere dimenticato qualsiasi nozione della religione cattolica e sbaglia tutto, dando vita a una rappresentazione ai limiti del blasfemo. Ciò nonostante, Lei si innamora e per un periodo felice i due stanno insieme, senza che lei si accorga della sua indifferenza religiosa né, tanto meno, senza che Arturo la confessi…
Questo precario equilibrio, fatto di verità non dette e risposte liturgiche mezzo inventate e mezzo bofonchiate, non può durare: quando Lei si accorge della freddezza cattolica del compagno, la loro vita di coppia esplode. Per qualche giorno lui para i colpi, ma poi, un po’ per sfinimento e un po’ per provocazione, decide di applicare alla lettera le regole e gli insegnamenti del cristianesimo, di praticare la parola di Papa Francesco. Per tre settimane.
Quella che mette in pratica è una vera e propria rivoluzione che cambierà la vita di tutti, rivelando a Lei e alle perso­ne che gli stanno intorno, amici e colleghi inclusi, la natura profonda e dimenticata del cristianesimo. Una verità molto scomoda, come Arturo avrà presto modo di scoprire.

Ho letto questo libro dietro consiglio di Laura, La Libridinosa, che mi ha detto di leggerlo dopo che lei stessa l’aveva fatto. L’ho ordinato e l’ho iniziato non appena arrivato, questo perché ero davvero curiosa di una storia che si presentava con un titolo particolare e un cannolo in copertina!

Arturo è protagonista e voce narrante di questa storia, un uomo che fa l’agente immobiliare e che mostra uno spiccato amore per i dolci; un amore, il suo, che spesso risulta pesante per le persone che ha intorno, che cercano di cambiare discorso (più che amore, lo si potrebbe definire come lo stalker degli sciù).

La ricotta di capra. Quella che si trova nel cannolo e nella cassata. A Palermo la infilano ovunque e io ne sono schiavo. Mi fa dimenticare tutto il resto. Mangerei qualunque cosa, se accompagnata dalla ricotta. Più viene esaltata dal resto del dolce e più mi piace.

Arturo, single e con una casa impossibile da vendere, conosce Flora e sembra che il destino abbia aperto le porte del Paradiso per lui, perché Lei è proprietaria di una pasticceria. Il rapporto tra loro due nascerà in seguito a una disastrosa Via Crucis, un evento al quale tutti vogliono partecipare, non tanto per reale fede cristiana, quanto più per mettersi in mostra e vincere una specie di gioco di potere, con fazioni e preferenze.

Da subito, nonostante il tono spesso ironico di Arturo, emerge la critica alla società e al suo mostrarsi cattolica solo in diverse occasioni; Pif non utilizza un linguaggio complicato e ricercato, non cerca di ergersi a moralista, ma emerge la contrarietà verso chi utilizza la religione come difesa e crede che, alla fine tutto, ci sarà sempre un Dio a perdonarlo.

Una storia che riesce anche a far riflettere il lettore, soprattutto in alcuni momenti, quando l’ipocrisia prende il sopravvento anche su quella che dovrebbe essere una semplice raccolta fondi.

Un romanzo che mi è piaciuto, ma con alcune cose che mi hanno fatto un po’ tentennare.
Prima di tutto, il romanzo si potrebbe dire che si divide in due parti: la prima, decisamente ironica e divertente, la seconda, molto più seria e con un totale cambio da parte dell’autore. È come se l’Arturo delle prime pagine sparisse, in favore di un’altro.

La storia tra Arturo e Flora fa da sfondo alla provocazione, perché Arturo compie la scelta di mettere in pratica il cattolicesimo per tre settimane e si ritroverà a scoprire qualcosa che forse già sapeva: spesso la religione è semplicemente una questione d’apparenza. Lui esagera e lo fa apposta per vedere cosa succede a chi gli sta intorno.

Alla fine della lettura mi sono fermata a riflettere. Parla Pif, con la voce di Arturo, e ci ammonisce, com’è giusto che sia.

Quando sta male un caro o stiamo male noi, ci ricordiamo di essere cristiani. Quando un presunto invasore rischia di mettere in discussione “le nostre radici cristiane”, allora lo diventiamo. Pratichiamo il cristianesimo quando ci è più comodo. Quando vogliamo divorziare “no”, quando dobbiamo imporre il crocifisso “si”, quando dobbiamo accogliere “no”, quando giuriamo sul Vangelo “si”.

Un libro che forse potrebbe toccare nel profondo qualcuno e che potrebbe anche far girare le scatole, perché colpisce e critica. Perché ammettiamolo, a volte molte cose si fanno “perché si devono fare“, perché “mo’ che figura mi fai fare se non fai la cresima?“, perchè “io sono cattolico non praticante“. Ecco, in questo libro, c’è tanto di questo e molto più.
È bene dedicare del tempo a questo libro, che non mi ha convinto solo in alcuni punti: il registro della seconda parte, troppo distaccato dalla prima, e il finale un po’ troppo banale e prevedibile.

Avete visto questo libro in libreria? Potrebbe davvero piacervi, ma leggetelo a stomaco pieno, altrimenti a pagina 30 sarete già ingrassati di 5 kg. E siamo anche vicini al Natale!

Scheggia

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Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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