[Recensione] Il Respiro delle Anime di Gigi Paoli

Buongiorno Lettori!

Agosto è iniziato e io ammetto di essere stanchissima! Giorni passati in cucina, preparativi per la festa di compleanno di Giulia, poi il ritorno a casa, il frigo pieno di avanzi e il sonno che non se ne va! Insomma, non ho più l’età per fare tardi la sera!
Sonno a parte, oggi vi voglio parlare di un libro che, nel complesso, mi ha un po’ deluso. Ho letto il secondo libro della serie Gotham di Gigi Paoli, Il respiro delle anime, edito Giunti. Il rumore della pioggia mi era piaciuto molto, anche perché il personaggio di Marchi è stupendo, però in questo secondo volume mi è mancato qualcosa…

Il respiro delle anime
Gigi Paoli
Giunti editore
Prezzo: 15.00 €
eBook: 6.99 €

Trama: È una torrida mattinata di luglio, le scuole sono ormai chiuse e sulle strade semideserte di Firenze e dintorni è calato un silenzio irreale, ma Carlo Alberto Marchi, tenace cronista e instancabile padre-single, continua inesorabilmente a svegliarsi alle sette e dieci. Non resta che mettersi in viaggio verso “Gotham City”, l’avveniristico Palazzo di Giustizia nella periferia della città – nonché uno dei dieci edifici più brutti del mondo secondo svariate classifiche – e andare a caccia di notizie sull’allarmante ondata di morti per overdose che negli ultimi mesi ha colpito la città. Un’inchiesta con cui il direttore del “Nuovo Giornale” sta marcando stretti il reporter e il suo collega, “l’Artista”, che con la loro tendenza all’insubordinazione non godono certo delle sue simpatie… Ma a scombinare l’agenda di Marchi arriva una notizia che gli fa subito drizzare le antenne: nella notte, a pochi passi da Gotham, un ciclista è stato ucciso da un’auto pirata scomparsa nel nulla. Un banale incidente? Solo all’apparenza. Perché se si aggiunge che la vittima era il dirigente americano di una nota azienda farmaceutica, e che solo pochi giorni prima era rimasto coinvolto in una retata in un ambiguo locale del centro, il caso si fa piuttosto interessante. Molte e intricate sono le piste che si aprono davanti alle forze dell’ordine e a chiunque abbia voglia di vederci chiaro: una lugubre villa dalle finestre murate, un misterioso iPhone placcato d’oro, un barbone che forse dice la verità, un pericoloso boss della malavita… Marchi si troverà alle prese con l’inchiesta più complessa, torbida e inquietante della sua carriera.

Divisore Scheggia

Torniamo nella Firenze di Carlo Alberto Marchi, giornalista di cronaca giudiziaria al Nuovo, un giornale che, come molti, continua a voler vivere su carta stampata e che continua a crescere in una redazione decimata dagli anni di cambiamenti.
Marchi è un giornalista da temere, uno di quelli che capta la notizia, la studia e poi la pubblica, attirando spesso denunce, a volte all’ordine del giorno per un giornalista.

Questa volta il libro si apre con un incidente stradale che non sembra far poi molta notizia, eppure quello che sembra un incidente nasconde un uomo importante, un americano impiegato in una grande azienda.

Anche in questo volume, Marchi cerca di ottenere informazioni parlando al lettore in prima persona, raccontando i suoi metodi e spiegando il suo mestiere, a volte soffermandosi troppo su spiegazioni già date nel primo libro. In certi punti ho avuto come l’impressione di leggere qualcosa di già letto.

Nei momenti in cui non parla Marchi, l’autore ci racconta cosa succede dietro le quinte, o meglio, dietro le porte del palazzo di Giustizia, quando la luce rossa è accesa e nessuno può accedere alle stanze.
Sono i momenti che ci permettono di capire l’evoluzione delle indagini, in quei momenti negati ai giornalisti che non possono prendere il posto delle forze dell’ordine.

In questo libro ho avvertito lo stesso problema che ho avuto con Pista Nera di Manzini, ovvero il protagonista è stupendo, mi piace tantissimo e nel caso di Marchi è interessante vedere anche l’evoluzione del suo rapporto con la figlia, pre adolescente che ammettiamolo, riesce a rigirare il padre come un calzino, però il caso principale, tutto quello che si sviluppa dall’incidente stradale, non è riuscito a conquistarmi, a volte mi ha addirittura un po’ annoiata. Ho un po’ trascinato questo libro per giorni e quando mi capita, di solito, è perché non vengo totalmente conquistata dalla storia.
Mi è mancata un po’ di adrenalina e quella voglia di scoprire il vero colpevole, anche se, e qui è necessario dare il merito a Paoli, è riuscito a depistarmi, anche se poi alla fine avevo ragione!
Insomma, questa volta non è stata sufficiente la sola presenza di Marchi a farmi apprezzare questo secondo volume.
Mi sarebbe piaciuto trovare anche più vita privata, o almeno più evoluzione nei rapporti personali, perché vengono date poche briciole al lettore.

I personaggi restano gli stessi del primo libro, più o meno. Abbiamo l’Artista, con le sue conoscenze e i suoi orari, Donata che mi ha regalato infinite risate, Olga che onestamente è più un’entità sconosciuta, una donna che sembra quasi un miraggio. Un mix di personaggi che sanno convivere nella stessa storia, regalandoci momenti seri a momenti di totale relax e ovviamente è Donata a farci ridere di più, con le sue domande, con le sue pretese e con le sue frasi dette appositamente per far cedere il padre.
E ci riesce.

È comunque un libro piacevole, che scorre e permette di godersi una lettura che sicuramente per molti sarà da fiato sospeso. Diciamo che a me non ha totalmente convinta il caso, quindi per me non è stato un libro indimenticabile, ma è comunque una serie che, col tempo, continuerò anche perché c’è la curiosità anche verso alcune situazioni.

Dal Palazzo di Giustizia, o Gotham, stavolta è tutto. Male non è andata, ma poteva andare meglio!

Scheggia

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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