Buon pomeriggio Lettori!
In questa giornata di pioggia forte, vi voglio parlare di un libro che ho avuto modo di leggere grazie alla Challenge delle Ciambelle. Dovete sapere che io ho molta fortuna nella scelta degli obiettivi e riesco a prendere sempre quello che ha l’autrice o l’autore morto. Il mese scorso ho letto il libro di un’autrice morta (Agatha Christie) e questo mese è il turno di un autore morto, Ray Bradbury. Finalmente ho letto Fahrenheit 451 e devo dire che forse non è stata la lettura perfetta che mi aspettavo.
Fahrenheit 451
Ray Bradbury
Mondadori
Prezzo: 12.00 €
eBook: 7.99 €
Trama: Montag fa il pompiere in un mondo in cui ai pompieri non è richiesto di spegnere gli incendi, ma di accenderli: armati di lanciafiamme, fanno irruzione nelle case dei sovversivi che conservano libri e li bruciano. Così vuole fa legge. Montag però non è felice della sua esistenza alienata, fra giganteschi schermi televisivi, una moglie che gli è indifferente e un lavoro di routine. Finché, dall’incontro con una ragazza sconosciuta, inizia per lui la scoperta di un sentimento e di una vita diversa, un mondo di luce non ancora offuscato dalle tenebre della imperante società tecnologica.
«Non mi chiedi di stanotte?»
«Cosa è successo?»
«Abbiamo bruciato mille libri. E una donna.»
Montag fa il pompiere in una città futura, nella quale gli uomini che fanno il suo mestiere si occupano di appiccare incendi e non di spegnerli; non solo appiccano incendi, ma l’oggetto dei roghi sono i libri, vietati per legge.
Montag sembra essere felice del suo lavoro, ma l’incontro con l’esuberante Clarisse lo spinge a porsi determinate domande.
Al di là dei personaggi singoli, Bradbury ci mette davanti agli occhi dei pezzi di mondo, esempi di quella società mutata negli anni, che ha abbandonato i libri prima ancora che questi divenissero illegali.
Scritto negli anni ’50, questo è un libro terribilmente lungimirante; il potere dei mezzi di comunicazione di massa è ad oggi aiutato dalla forza crescente dei social media, sempre più a portata di mano (in tutti i sensi).
Montag, protagonista di questo romanzo, sembra svegliarsi di colpo dal suo stato di torpore, nonostante ci faccia capire che qualche “sintomo” sia già presente da tempo, tanto da essere controllato dal suo capo Beatty.
Vive in un mondo che paralizza, con i ricordi che si confondono e si perdono; è un mondo che confonde la realtà con le immagini degli schermi, che distrugge il pensiero e gli ideali in favore dell’immobilità e della finzione.
La città abitata da Montag sembra quasi un ambiente sterile, priva di stimoli, nella quale la compagnia delle persone è fatta continuamente di dialoghi ai limiti della commedia e della finzione. Mildred, moglie del pompiere, è un personaggio che si mostra dipendente dalla realtà che viene offerta, passando le giornate davanti agli schermi e inghiottendo pillole per dimenticare.
«Nessuno ascolta più. Non posso parlare ai muri perché quelli non ascoltano. Non posso parlare con mia moglie perché lei ascolta i muri. Voglio qualcuno che senta quello che ho da dire. E magari, se parlo abbastanza, il discorso alla lunga avrà un senso. Voglio che lei m’insegni a capire quello che leggo.»
Diviso in tre parti, Bradbury ci fa assistere all’evoluzione e al risveglio di Montag, che non solo inizierà a farsi delle domande sulla realtà, ma capirà l’importanza dell’azione e di ogni gesto.
Faber, Clarisse, Beatty e Mildred sono i personaggi che principalmente interagiscono con Montag; diversi tra loro e con spiriti opposti, mostrano le varie facce di una realtà distorta, nella quale la cultura è sotterrata e si ha paura di sfogliare un semplice libro.
Eppure sono proprio i libri i grandi protagonisti di questo romanzo, oggetti silenziosi che fanno paura per quello che contengono e per quello che possono raccontare.
È un romanzo che forse è riduttivo definire tale. Bradbury ipotizza un mondo che adesso viviamo e ce lo racconta e descrive in un modo negativo, con il pensiero azzerato, dove ogni uomo sembra quasi un automa; il libro, che spesso rappresenta un mezzo per sviluppare il pensiero, è un oggetto vietato e il solo possederne uno spinge gli occhi dei vicini a sporgere denuncia per ripristinare la legalità.
Bradbury porta il lettore ad interrogarsi sull’attualità e sul suo ruolo nella società, tuttavia lo fa con una scrittura non sempre scorrevole, che più volte mi ha portata a fare diverse pause, a ricercare il punto d’inizio per ricominciare le frasi. Nonostante sia un libro decisamente piccolo, il contenuto non è così semplice da portare a una lettura veloce, anzi spesso porta a dei rallentamenti.
Personalmente ho apprezzato questo libro ma non posso dire di averlo amato. Ho sicuramente preferito i romanzi di Orwell. Il romanzo di Bradbury ha un’originalità tutta sua, attuale anche dopo più di sessant’anni eppure non sono rimasta del tutto soddisfatta da questo suo mondo, in bilico tra la mancanza di pensiero e la guerra imminente; restano tuttavia forti le immagini dei libri che bruciano, cancellati fisicamente ma impressi nella memoria.
E voi avete letto questo classico? Vi siete innamorati di questo autore?
l’ho letto a scuola e l’ho amato alla follia, arrivando a rileggerlo tipo 7 volte. Forse era il momento giusto per farlo