[Recensione] I figli del re di Sonya Hartnett

Buongiorno Lettori!

Stamattina arrivo con la recensione di un libro che mi è piaciuto davvero tanto. È un libro che ho avuto modo di leggere grazie a Rizzoli, che ringrazio per la copia. Oggi vi parlerò di I figli del re di Sonya Hartnett, un libro per ragazzi che ci racconta la vita di tre bambini nel periodo della Seconda Guerra Mondiale.

I figli del re
Sonya Hartnett
Rizzoli
Prezzo:17.00 €
eBook: 7.99 €

Trama: Inghilterra, 1940. Cecily, dodici anni, e suo fratello Jeremy, quattordici, sono stati mandati in campagna nella lussuosa dimora di famiglia per sfuggire all’ormai imminente e temuto grande bombardamento di Londra. Insieme a loro c’è May, una piccola sfollata che la famiglia ha accolto per il periodo della guerra. Durante le loro scorribande, le due ragazzine scoprono le rovine di un castello su cui aleggia un’antica leggenda. È una storia crudele e terribile, per nulla adatta alle orecchie di tre ragazzi, ma che proprio per questo loro vogliono conoscere. Una storia dalle atmosfere shakesperiane che narra di un Duca assetato di potere vissuto diversi secoli prima e di due principi scomparsi. Nella rievocazione di quel tempo lontano e nei drammatici giorni di guerra che i ragazzi stanno vivendo, passato e presente si fondono per dare vita a una storia avventurosa e piena di mistero, come sprofondate nel mistero sono le rovine di Snow Castle. Età di lettura: da 10 anni.

Cecily e Jeremy sono due bambini di dodici e quattordici anni che, a causa della guerra, devono lasciare la loro casa di Londra e andare in campagna per evitare i bombardamenti di Londra. Arrivati in compagnia della madre, la prima cosa che faranno sarà quella di accogliere una sfollata, una bambina che è stata allontanata da Londra e che ha il padre in guerra e la madre in cerca di lavoro.

I figli del re potrebbe sembrare la classica storia d’amicizia tra due bambine, di ceto sociale differente eppure in grado di trovarsi in un mondo di guerra, ma in realtà non è così. Sono due bambine diverse, con esperienze diverse. Cecily è più frivola, amante del cibo e spesso senza filtri, mentre May è più pacata, avventurosa e porta sulla pelle lo scotto della guerra, con il padre che combatte in Francia e la madre che si prodiga alla ricerca di un lavoro per aiutare il proprio paese. Verrà accolta in questa casa di campagna dove lo zio dei ragazzi cercherà di dare loro un’importante lezione, raccontando una storia di secoli prima e che tuttavia racconta quanto il potere sia in grado di logorare l’anima.

La guerra era una catastrofe che si allargava a macchia d’olio, un evento che avrebbe cambiato vite, e che le avrebbe stroncate; cambiato città, radendole al suolo; e sfigurato per sempre la storia dell’umanità. Ogni minuto, nel mondo, innumerevoli decisioni venivano plasmate dalla guerra, da quando una donna spazzava un dialetto a quando un uomo premeva un pulsante per sganciare una bomba.

Una storia con dentro un’altra storia, realmente esistita e che incuriosisce Cecily, May e suo fratello Jeremy, sofferente per la sua condizione di ragazzo escluso dalla guerra.
Peregrine, zio di Cecily e Jeremy, inizierà a raccontare la storia di un Duca assetato di potere, un uomo che cerca sempre potere in più, arrivando a commettere crimini indescrivibili.

La ricerca del potere è strana, una volta che ha avuto inizio la meta prefissata si sposta un po’ più in là. Per quanto potere si abbia già, non basta mai; per quanta felicità si possa avere, si tramuta sempre in tristezza.

E tra la storia dello zio, con una tazza di tè, alla luce delle candele, si sviluppa anche il rapporto tra May e Cecily, due bambine diverse che faticano ad andare d’accordo sin da subito. Personaggi sicuramente ben sviluppati in un libro dedicato ai ragazzi, con gli adulti che non risparmiano la verità e li mettono di fronte alla cruda realtà. Non si nascondono i giornali e si viene così a scoprire dei bombardamenti di Londra, di come le vite crollano da un momento all’altro.

«Le bombe […] cadendo emettono una specie di latrato sommesso. Ho sentito però quello che segue: Il boato di un edificio che esplode. E le grida e le urla nelle strade. Il suono dei clacson, il rimbombo dei piedi che corrono. E le sirene: le sirene antiaeree, quelle delle ambulanze, dei pompieri, della polizia, che ululano senza sosta dicendo a tutti quello che tutti già sanno.»

Un libro che mi è piaciuto tanto perché, senza nascondere la verità ai ragazzi e al lettore, la Hartnett gioca anche con la curiosità, ponendo sullo sfondo il mistero di Snow Castle, un castello in rovina abitato da due strani ragazzini. L’attrazione verso quello strano edificio, spingerà lo zio Peregrine a narrare la storia del Duca, mantenendo alta l’attenzione dei ragazzi e cercando di insegnare loro qualcosa, nonostante le reali condizioni del paese.

È un libro che infonde speranza, nonostante la realtà dei fatti e il finale ci regala un sorriso, anche se a tratti amaro, perché la storia finisce, ma la guerra continua. È un libro che non si propone di arrivare alla fine della guerra, ma si racconta in un breve periodo, regalando spunti di riflessione non indifferenti.

Un libro scritto in maniera molto scorrevole, adatto a un pubblico molto giovane e tuttavia non infantile; una storia in grado di toccare i cuori dei piccoli, ma anche dei grandi. I personaggi sono ben caratterizzati, diversi e necessari, da Cecily, un po’ viziata e infantile, a May, obbligata a crescere in fretta. Heloise, madre dei ragazzi, è quella che più soffre la condizione della guerra, in linea con il suo ruolo di genitore, eppure un po’ insopportabile, mentre Jeremy, il figlio maggiore, è colui che è vorrebbe agire e invece è obbligato a rimanere fermo, troppo piccolo per la guerra e troppo grande per osservare e basta.

Un libro che consiglio come regalo per questo Natale, per i più piccoli (dai 10 anni in su) ma anche per i più grandi, per coloro che apprezzano le storie per ragazzi.

E voi che rapporto avete con i libri per ragazzi? Vi piacciono?

Scheggia

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

2 Replies to “[Recensione] I figli del re di Sonya Hartnett

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