[Recensione] Il mio destino sei tu

Salve Lettori!
Ieri sera sono riuscita a finire il libro che avevo comprato forse più di una settimana fa, quindi oggi arriva la recensione per voi.
Quando sono andata in libreria, parlando con chi ci lavora, ho chiesto un libro nuovo e che avesse buone vendite e tra i vari titoli c’era Il mio destino sei tu di Megan Maxwell, infatti avevano anche molte copie esposte. 
La copertina si presenta con due ragazzi che si abbracciano e sorridono con gli occhi chiusi e sotto il titolo è presente la frase “Il vero amore è come una canzone: se ti entra dentro, non pensi ad altro“.
Le aspettative per questo libro erano alte, per quanto riguarda la storia d’amore, perché già la copertina ispirava molto… ma non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina!

Titolo: Il mio destino sei tu
Titolo Originale: Sigueme la corriente
Autore: Megan Maxwell
Editore: Tre60
Prezzo: 16.40 €
Prezzo Ebook: 9.99 €

Trama (presa dal libro cartaceo) 

Ruth ha solo venticinque anni, ma la vita le ha già chiesto molto. E lei ha dato tutto di sé, prima alla sua famiglia poi all’uomo che amava e che l’ha ferita, lasciandola soltanto con l’orgoglio della sua indipendenza.
Tony è una grande star e alla vita non ha mai dovuto chiedere nulla. Pieno di talento, non c’è festa in cui non si balli al ritmo della sua musica, non c’è VIP che non lo voglia come amico, non c’è ragazza che resista al suo fascino.
Ruth e Tony s’incontrano a un party. Lei è una semplice cameriera, ma lui la nota subito e vuole subito sedurla, a qualunque costo. E Ruth non può far altro che scappare: da una storia magari bellissima, ma destinata a finire presto; da un uomo bello come un dio, ma certamente superficiale; dall’ennesima illusione e da una sicura delusione.
Ruth e Tony non potrebbero essere più diversi. Eppure il destino continua a farli incontrare, come se si divertisse a giocare con loro… E così, tra segreti, rivelazioni e incertezze, quel gioco diventa ben presto una sfida con una posta altissima: chi dei due sarà capace di rischiare tutto, ancora una volta, nella speranza che la luce dell’amore stavolta non si spenga?


In questo libro c’è il cliché del ragazzo bello, invidiato da tutto e tutti e pieno di soldi e la ragazza disastrata che nelle vita a subito di tutto, che s’ammazza di lavoro per portare la pagnotta a casa e che ha sofferto così tanto che non si vuole innamorare.
Ovviamente il destino ci mette lo zampino e…

Ok. Il cliché di solito funziona, ammettiamolo. Si chiamano così perché si ripetono e nei libri e nei film d’amore spesso c’è questo uso della ragazza disastrata che non si vuole più innamorare e lui pieno di soldi. Di solito funziona, è piacevole e soprattutto ti fa battere il cuore, perché ammettiamolo, quando si leggono questi libri ci si immerge talmente tanto che è impossibile smettere di leggere.
Allora cosa non funziona secondo me in questo libro?
Andiamo in ordine.

Prima di tutto la narrazione. Non si fatica ad andare avanti – per fortuna – il problema è che si narra in terza persona e si riesce ad appesantire tutto con l’uso spesso dei nominativi: sua cognata, suo fratello, il suo amico, il suo caro amico.
Non c’è bisogno di scrivere sempre le stesse cose. Il lettore dopo la prima volta lo sa e al più lo si può ricordare più avanti nella narrazione.

Il libro ti convince dalla copertina, con quella frase “Il vero amore è come una canzone: se ti entra dentro, non pensi ad altro”, poi invece cominci a leggere e tutto quel romanticismo non c’è, anzi si passa da “non ti voglio vedere” a “ci scateniamo sotto le lenzuola” alternato ad un continuo e stucchevole utilizzo di parole dolci che le carie si sprecano.
La protagonista dà un’idea di indipendenza che ho apprezzato; il fatto che sia un’accanita lavoratrice per tirare avanti (non vi dico cosa c’è sotto, ovviamente) e il fatto che non si lasci subito abbindolare dal bello di turno anche. 
Durante la lettura è un personaggio che continuo a tollerare ed è riuscita anche a incuriosirmi, ma la verità è che il personaggio debole è il personaggio maschile.
Il protagonista dovrebbe essere un quarant’enne macho, come viene anche spesso ricordato su di lui e i suoi fratelli (N.B: se lui è figo, anche i fratelli sono super fighi e tutti pieni di soldi e in carriera. Anche i genitori sono/erano fighi e così per le generazioni passate e future) eppure conosce questa ragazza e si rincretinisce (eh si, il termine è proprio questo).
Lui che è il re delle feste, schiocca le dita e piovono ragazze (non acqua), fa due note al pianoforte e sbocciano soldi, incontra lei e la frase meno stucchevole che riesce a dire è “Il tuo sorriso è il più bello che abbia mai visto“.
Dopo non si sa quanto che si conoscono (azzarderei massimo due mesi) lui si offre addirittura di pagare debiti e non farla lavorare anche perché è macho e soffre di attacchi acuti di gelosia (N.B: ogni uomo guarderà solo la sua donna) e non può sopportare che lei faccia quella vita (ok questo non è proprio spoiler: fa la cameriera).

Quello che mi ha incuriosito è stato vedere quante scene di sesso l’autrice è riuscita ad infilare da pagina 79 a 182. No davvero.
Non ho niente contro le scene di sesso, fanno parte della realtà, ma cavoli! 
S’arrabbiano, fanno sesso. 
Fanno pace, fanno sesso. 
Si scheggia l’unghia, fanno sesso. 
E così via. Ok. L’unghia non se l’è scheggiata ma rende l’idea. Io quando m’arrabbio mando le persone a chilometri di distanza e anche dopo la pace ho l’arrabbiatura che ancora sta a mille.

Poi lui quando parla utilizza termini come “obnubilato” che complimenti per l’uso ma qualcuno di voi l’ha mai utilizzato nella vita quotidiana, parlando con il marito/fidanzato/ragazzo di turno? Se l’avete fatto vi meritate un premio.

In tutto ciò i personaggi di sfondo si alternano: alcuni sono odiosi e piuttosto inutili, altri invece ti strappano un sorriso e ti fanno pensare che forse arrivare alla fine di questa telenovela è possibile.
Si.
Parlando con i miei amici di questo libro, è uscito fuori il termine di paragone con una telenovela (la colpa però è anche loro che mi hanno fatto vedere The Lady di Lory Del Santo) come il termine rende l’idea.
Ho trovato odioso, per tre quarti del libro, il personaggio di Tifany e Coral; Yanira (la protagonista del libro della Maxwell “Chiedimi chi sono“, che sta con il fratello di Tony) è piuttosto inutile mentre David e Manuel almeno ti fanno fare due risate.

Dal Capitolo 34 (pagina 281, quindi dovrete resistere) il libro cambia un po’ aspetto. Fortunatamente c’è un po’ di brio e il macho si smuove un po’ (poco eh!) anche perché si sa, se lei ha il passato tormentato, il passato poi torna. È una legge inviolabile dei cliché, e questa cosa di solito piace!

Su questo libro non saprei che altro dirvi: si conclude e non è previsto un seguito, quindi sicuramente se volete leggerlo sappiate che ha una vera e propria conclusione (ma con i libri non si può mai sapere, quindi potrebbe anche scrivere il seguito) e che a me non è piaciuto.
Scorre, per fortuna, e si arriva alla conclusione facilmente, aiutati dalla brevità dei capitoli, ma la storia è insapore. Il personaggio maschile è terribilmente sciapo, senza sale. È come la pasta: se ti scordi di mettere il sale è un disastro e lui è così.
La protagonista da sola non riesce a mantenere alta la storia perché lui è insipido nonostante debba essere questo gran figo assurdo. Il punto è questo: è lei quella forte, non lui che invece si lascia andare ad un continuo utilizzo di parole melense che provocano mal di stomaco e superano il romanticismo che non è fatto per forza di parole d’amore ogni secondo (alternato ovviamente al sesso, perché lui è anche il re del sesso eh!).

No ragazzi. Io non lo ricomprerei mai, neanche nella versione Ebook a 9.99 €.
Se vi piace però il genere con l’uso continuo di scene sessuali, ambientazioni in locali con salsa e balli del genere, dove lui è pieno di soldi e nasconde questo cuore pieno d’amore (ma pieno pieno eh), allora il libro vi piacerà.

Spero che le mie impressioni vi siano piaciute.
Fatemi sapere se voi l’avete letto e cosa avete pensato.

Buona domenica!

Scheggia

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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