[Recensione] In Memoriam di Alice Winn

Buongiorno Lettori!

In questo periodo mi è capitato di leggere un po’ di libri belli e oggi voglio parlarvi di uno che ho profondamente amato e che entra nel gruppo dei libri che consiglierò a tutti, sempre. Vi parlerò di In Memoriam di Alice Winn, edito da Garzanti che ringrazio per la copia. Un piccolo avvertimento: questo libro è tosto, intenso, in grado di smuovere ogni emozione. Ecco, questo libro lo dovete leggere.

In memoriam, Alice Winn, Garzanti, Romanzo, M/M, prima guerra mondiale, Inghilterra, college, soldati, guerra, 1915, storia d'amore, esordioIn Memoriam
Alice Winn
Garzanti
Prezzo: 18.00 €
eBook: 10.99 €

Trama: Quando ha ascoltato per la prima volta i versi di In Memoriam di Tennyson, Gaunt era all’ultimo anno di scuola. Ricorda perfettamente la voce baritonale del suo migliore amico Sidney mentre li recitava nel cortile del collegio, in un pomeriggio plumbeo. È stata una bella giornata, quella, pensa, sdraiato su una brandina cigolante, con la testa bendata e la mascella rigida. Rigida come la bocca spalancata del soldato che ha calpestato fuggendo per trovare riparo in trincea. Non riesce a toglierselo dalla testa e le uniche cose che lo tengono ancorato alla realtà sono Tennyson e le lettere che Sidney gli ha inviato dall’Inghilterra, dandogli notizie sui compagni, sulle lezioni, sugli studi. Gaunt darebbe l’anima per tornare a quei giorni, a discutere di metrica e poesia greca, invece di indossare la divisa. In collegio l’eco delle bombe e dei proiettili era pioggia, qui è tuono insondabile. Eppure ci sono quei versi. Eppure ci sono due braccia che lo stringono forte e un corpo caldo con cui condividere il misero spazio della brandina. Il respiro di Sidney, accanto a Gaunt, lo rassicura e, lentamente, lo rende consapevole del cuore che batte. D’altronde, la letteratura lo insegna: la tragedia della guerra non può annientare l’amore.

Divisore Scheggia

«Tuo padre è sotto osservazione in banca per questo motivo… Devi arruolarti, Heinrich. Se abbiamo un figlio nell’esercito, non oseranno dire che non siamo patriottici.»
[…] «Devi arruolarti prima che sia troppo tardi», tornò alla carica la madre. «Se lo fai quando la guerra sta per finire, la gente dirà che non avevi intenzione di combattere.»

In memoriam è il romanzo d’esordio di Alice Winn e io fatico ancora a crederlo. Una storia così potente, immensa, così avvolgente che mi domando come possa essere un esordio. Alice Winn decide di parlarci di Gaunt ed Ellwood, o forse all’inizio era questa la sua idea, perché poi è evoluta in meglio e decide di parlarci di tutti, di Sandys, Roseveare, Lantham, Pritchard, Hayes e tanti altri ancora.
Ragazzi. Poco più che adolescenti con la divisa, pronti a combattere per il paese, pronti a dare la vita per la patria.
Inghilterra contro Germania e non è una partita di calcio. È iniziata la grande guerra e nel college di Preshute i ragazzi si dividono tra entusiasti della guerra, la primaria idea di vincere subito, imbracciare un fucile e fare il bene del paese, e paura per quel che accadrà, rischiando di finire nell’elenco sul giornale, sull’Albo d’onore dove una singola riga definisce il destino di quello specifico essere umano: morto, ferito.

Per Gaunt cambia tutto dopo aver compiuto diciotto anni. Tra le pressioni della madre, che lo invita ad arruolarsi per evitare di essere trattati come spie, date le loro origini tedesche, e le ragazze che con sgarbo donano una penna bianca, il ragazzo decide di arruolarsi, cambiando per sempre la sua vita e la percezione del mondo.

Una carneficina. Questo libro racconta la guerra e ci racconta, seppur romanzando, cosa è accaduto durante la Prima guerra mondiale: una carneficina.
Ragazzi che uno dopo l’altro vengono mandati al fronte, nelle trincee, che muoiono o vengono feriti in modi più o meno gravi; ragazzi che combattono per un paese e che quando tornano hanno danni inimmaginabili.
Loos. Ypres. La Somme.

Loos incombeva su di loro, una parola che era sicuro un giorno sarebbe stata associata a un significato buio e orribile, ma in quegli istanti non era altro che un gorgoglio di terrore nel suo stomaco.

Non credo mi sia mai capitato con altri libri, ma stavolta ho avvertito un attaccamento a ogni personaggio e di conseguenza ho sofferto per la loro sorte. Mi è piaciuto che venisse raccontata la loro esperienza al college e il cambiamento avvenuto in trincea, quel bisogno di contatto anche con chi si sopportava meno.

Tra citazioni di Tucidide e descrizioni di ferite, Alice Winn consegna al lettore una storia cruda e immensa, con una scrittura scorrevole, non pesante e che tuttavia riesce a far percepire la dimensione dell’evento, la crudeltà della guerra e la rassegnazione dei soldati, obbligati a imbracciare un fucile, lanciare granate, sacrificarsi e morire per ordine di qualcun altro. È una storia che coinvolge il lettore indipendentemente dai protagonisti.

Gaunt ed Elwood sono protagonisti che singolarmente cambiano tanto. Si avverte la presa della guerra su entrambi e mi è piaciuto come l’autrice abbia scelto di farli interagire con tanti altri elementi, tuttavia sono rimasta indifferente al rapporto tra loro due, che sicuramente muta in base agli eventi, però è talmente forte l’intensità degli eventi che li circonda, che la loro unione, i loro sguardi, passano nettamente in secondo pianto. C’è comunque questo elemento romantico che un po’ smorza la crudeltà di quegli anni.

Per la prima volta poi mi sono ritrovata a non sopportare le donne di questo libro. Forse non ne salvo nessuna. La madre di Gaunt, che lo colpevolizza perché non vuole arretrare, le ragazze che danno penne bianche con leggerezza e cattiveria, la stessa Maud che non mi ha dato sensazioni del tutto positive.

«Alcune ragazze mi hanno dato una penna bianca in città. Ci sono rimasto così male che sono andato ad arruolarmi quel pomeriggio stesso.»

Tranne piccole cose che forse ho trovato un po’ irreali, questo libro mi è piaciuto davvero tanto. Porterò nel cuore la storia di questi ragazzi ma soprattutto non perdonerò mai l’autrice per l’ultima pagina. L’ultimo In memoriam è stato un colpo al cuore.

«Sembra ingiusto, vero? I nostri genitori hanno vissuto tutta la loro vita senza dover affrontare nulla di simile.»
«Erano impegnati a costruire il mondo che ha portato a questa guerra.»

Questo libro rimarrà nella mia libreria, lo consiglierò a tutti e resterà tra i preferiti di sempre. Leggetelo. Alla fine avrete il cuore pesante ma sarete anche sazi di una storia immensa.

Scheggia

 

Cartaceo eBook

 

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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