Buongiorno Lettori!
La settimana sta per finire e io oggi vi voglio parlare di un libro molto particolare, letto in questi giorni. Il libro in questione è La bambina nel buio di Antonella Boralevi, edito Baldini+Castoldi che ringrazio per la copia. È un libro molto forte e per questo, ve lo dico da subito, non adatto a tutti per la forza del tema trattato.
La bambina nel buio
Antonella Boralevi
Baldini+Castoldi
Prezzo: 20.00 €
eBook: 9.99 €
Trama: Mi troveranno.
Vedranno il sangue sulle mani.
Non avranno pietà.
Come non ne ho avuta io.
1985. In una splendida villa della campagna veneta, Paolo e Manuela festeggiano i loro venti anni di matrimonio. Hanno una bambina dolcissima di undici anni, Moreschina. Tutta la buona società di Venezia è accorsa alla loro festa. Camerieri in guanti bianchi, champagne nei calici di cristallo, danze, flirt, pettegolezzi, allegria.
Eppure, dentro la gioia, vibra una nota di inquietudine. Un’ansia che cresce a ogni pagina. La festa finirà con una tragedia indicibile. 32 anni dopo, una inglesina di trent’anni, Emma Thorpe, sbarca a Venezia. Si porta dietro un segreto. E finisce in un Palazzo sul Canal Grande, che nasconde più segreti di lei.
Il proprietario è il Conte Bonaccorso Briani. Un uomo durissimo, solitario e misterioso.
Il destino mette sulla strada di Emma un seducente commissario siciliano, incallito sciupafemmine.
Indagano insieme in una Venezia affascinante e insolita, avvolta dalla nebbia, frustata dalla pioggia di novembre. In un crescendo di tensione e colpi di scena, il mistero di tanti anni prima trova finalmente soluzione.
È il mistero del buio che tutti ci abita.
Emma Thorpe è un ex avvocato londinese che, spinta dalla madre, arriva a Venezia e viene ospitata dal Conte Bonaccorso Briani, nonostante egli ignori inizialmente il suo arrivo e soprattutto viene scosso dal ritrovamento del cadavere di sua moglie.
La storia parte da subito con un alone di mistero: da una parte abbiamo la narrazione degli eventi passati, della festa dei coniugi Zanca nel 1985, dall’altra abbiamo il 2017 con Emma Thorpe, il Conte e Alfio Mancuso, un commissario che si ritroverà coinvolto negli eventi che arriveranno a sconvolgere tutta Venezia.
Il libro, di quasi 600 pagine, mostra diversi punti di vista: abbiamo capitoli narrati in prima persona da Emma, altri narrati in prima persona da Alfio, altri invece sono affidati al narratore esterno che ci mostra cosa accade al Conte, alla festa o in altre particolari occasioni.
Come è strana questa Venezia dimenticata dai turisti, annegata di pioggia e di nebbia, questo cielo che si spegne dentro il mare e ha lo stesso colore cupo, di metallo gelido.
In questo libro ho trovato due punti estremamente forti, che mi hanno permesso di apprezzarlo molto. Da una parte c’è proprio la storia, il mistero, il continuo tener sulle spine il lettore e il rivelare i particolari un po’ alla volta. Ho apprezzato il linguaggio, crudo e macabro in alcuni punti, eppure necessario a rendere palpabile l’orrore di alcuni momenti, così come ho trovato eccellente la struttura del personaggio del Conte, così particolare da far spavento.
Un altro punto che ho davvero apprezzato è la descrizione di Venezia. Nonostante sia il 2017, Antonella Boralevi ci regala un’immagine di Venezia diversa dalla solita Piazza San Marco. Con la pioggia costante, il cielo sempre scuro, le giornate brevi di un classico novembre, Venezia acquista un’atmosfera a tratti gotica, oscura per tutti i misteri che cela, per tutte quelle vie secondarie che si nascondono dietro i classici monumenti. È una Venezia dove si scivola, dove niente sembra essere sicuro, neanche una piccola Chiesa.
Quel che invece proprio non mi è piaciuto è il rapporto che si crea tra Emma e Alfio, troppo veloce e a mio personale giudizio, un po’ forzato. Ammetto di non esser rimasta coinvolta dai loro momenti, presa molto di più da quella che è la vera storia, questa bambina nel buio che acquista significati diversi a distanza di 32 anni.
Questo è sicuramente un libro che si legge con il cuore in mano e non è adatto a chi è troppo emotivo, questo perché il tema affrontato nel passato e nel presente è davvero forte, ma sicuramente è un romanzo che merita di esser letto se vi piacciono quei libri che mischiano presente e passato e portano alla luce quelli che vengono definiti Cold Case.
E voi conoscete questo libro di Antonella Boralevi? lo avete letto? Io sono soddisfatta della lettura e anche dell’edizione, che presenta la cover morbida e non è troppo pesante, nonostante il numero di pagine. In borsa entra che è una meraviglia!