[Recensione] La fioraia del Giambellino di Rosa Teruzzi

Tu leggi io scelgo Rubrica mensile Blog letterari

Buongiorno Lettori!

In questo mese di marzo torna Tu leggi? Io scelgo!, una rubrica che permette di leggere un libro, scegliendolo da un altro blog.
Questo mese ho scelto un libro tra quelli letti e recensiti da Rosaria di Niente di personale e così ho avuto la possibilità di leggere il secondo libro di Rosa Teruzzi, La fioraia del Giambellino.

La fioraia del giambellino, Rosa Teruzzi, Sonzogno editore, Giallo, Romanzo al femminile, Romanzo, Narrativa, Serie, Fiori, Bouquet di nozze, storia d'amore, Tre protagonisteLa fioraia del Giambellino
Rosa Teruzzi
Sonzogno Editore
Prezzo: 14.00 €
eBook: 9.99 € 

Trama: Avvicinandosi il tanto atteso giorno delle nozze, Manuela, ragazza milanese romantica e un po’ all’antica, sogna di realizzare il suo desiderio più grande: essere accompagnata all’altare dal padre. Il problema è che lei quel genitore non l’ha mai conosciuto e non sa chi sia. È un segreto che sua madre ha gelosamente custodito, e che per nulla al mondo accetterebbe di rivelare. Stanca delle continue liti in famiglia per ottenere la confessione cui tanto tiene, a Manuela non resta che cercare aiuto altrove. Così bussa alla porta del vecchio casello ferroviario, dove abitano tre donne assai originali, sulle quali ha letto qualcosa in una pagina di cronaca nera: la poliziotta Vittoria, tosta e non proprio un modello di simpatia, sua madre Libera, fioraia con il pallino dell’investigazione, e la nonna Iole, eccentrica insegnante di yoga, femminista e post hippie. Sono tre donne diversissime, spesso litigiose, con il talento di mettersi nei guai ficcando il naso nelle faccende altrui. Saranno proprio loro, dopo le iniziali esitazioni, ad andare alla ricerca del misterioso padre. Le tracce, come in una caccia al tesoro di crescente suspense, le condurranno in giro per Milano e nei paesini della Brianza, a rivangare l’oscuro passato della madre di Manuela, custodito nei ricordi e nelle omertà di chi l’ha conosciuta da giovane. E a mano a mano che si avvicineranno alla soluzione del caso, si troveranno di fronte al dilemma: rivelare la scabrosa verità, oppure no?

Divisore Scheggia

La fioraia del Giambellino è il secondo romanzo giallo con Libera, Iole e Vittoria, protagoniste nate dalla penna di Rosa Teruzzi.
Questo libro è il continuo del precedente e, benché ci sia un nuovo caso da risolvere per Libera e Iole, il mistero per la morte di Saverio è l’argomento principale.

È un giallo che inizia con la richiesta, da parte di Manuela, di trovare suo padre, che non ha mai conosciuto, non sapendo neanche il nome dato che la madre si rifiuta di darle informazioni.
Tra la voglia di non impicciarsi e cacciarsi nei guai, con Vittoria sempre più distante e arrabbiata, sarà Iole a smuovere le acque, sempre più divertente e irriverente, sessantottina incallita, impicciona e priva di ogni pudore.

Utente appassionata della rete, Iole odiava le persone che usano Facebook per fare la morale ai vizi altrui, gli aggressivi, i sessisti, i forcaioli, i nostalgici dei bei tempi andati e, in genere, chi scambia internet per una gogna pubblica, usando nei confronti dei propri simili giudici tranchant.

Nel primo libro, i personaggi c’erano stati presentati, in questo vengono approfonditi, ma soprattutto c’è una vera crescita di Libera e anche di Vittoria.
È molto incentrato su Libera, che riflette e si pone tante domande, mentre cerca il padre di Manuela, crea bouquet per le spose e si divide tra Gabriele, amico di famiglia e capo di Vittoria, e Furio, il cuoco simpatico che le fa la corte.

Il bello di questo romanzo è che Rosa Teruzzi riesce a mettere tutto in circa 160 pagine, senza esagerare, dando però le giuste informazioni al lettore, centellinandole nei capitoli così da farlo arrivare all’ultima pagina con la voglia matta di leggere subito il seguito (io sono curiosa come una scimmia). L’autrice manda avanti la storia dei suoi personaggi, non la mette da parte in favore solo di un mistero da risolvere.

Utilizza una scrittura semplice, affama il lettore passando da un caso a un altro e riesce soprattutto a far entrare in empatia chi legge con le tre donne.
C’è voglia di riscatto, di evolversi, ma soprattutto c’è la voglia di andare avanti da parte di Libera, bloccata da vent’anni nella sua condizione di vedova, devota a un marito che forse non conosceva così bene quanto ha sempre creduto.

Che dire? Con il primo romanzo sono rimasta affascinata da questo trio femminile così particolare, ma con il secondo volume sono del tutto conquistata.
Rosa Teruzzi dimostra che non servono centinaia di pagine per creare qualcosa di intrigante, che basta poco e i personaggi possono raccontare più di quanto si possa credere, esponendo i loro pensieri, rumori e paure.
Sono personaggi che si amano e devo dire di essere rimasta colpita da Libera; in certi momenti mi sembrava di essere all’interno del libro, di osservarla nel suo laboratorio, intenta a lottare contro la vocina, sempre più insistente, che le diceva di reagire e agire.
La tristezza e le domande di Libera si leggono nei suoi occhi, che emergono nelle pagine che Rosa ci dona.

Libera fu assalita da una nostalgia struggente per quei due ragazzi di vent’anni prima, quella Libera e quel Saverio, che non sarebbero mai diventati grandi insieme. Per tutte le volte che non erano stati realmente vicini, anche quando erano seduti accanto. Per quello che poteva essere e non era stato.

E pensare che se non fosse stato per Laura (La Libridinosa), io non avrei mai conosciuto e letto questi romanzi. Avrei perso una fantastica serie!
Anche voi avete letto i romanzi di Rosa?

Scheggia

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

19 Replies to “[Recensione] La fioraia del Giambellino di Rosa Teruzzi

  1. Ho letto Non si uccide per amore, e non l’ho trovato eccezionale, nonostante un paio di elementi di fascino, almeno per me che bazzico nella zona di Colico dove, realmente, Rosa Teruzzi ha un casello ferroviario. Autrice conosciuta di persona, molto simpatica ma dal punto di vista narrativo parecchio sopravvalutata. Parere personalissimo non leggero altro di lei.

    1. Ma hai letto Non si uccide per amore come primo libro? Magari, facendo parte di una serie, il terzo da solo non risulta eccezionale. Io ancora devo leggerlo, ma ho davvero grandi aspettative. Mi piace molto questo trio.

  2. io non sono una fan del personaggio di Libera, l’ho sempre detto, ma i libri della teruzzi sono scritti bene e coinvolgono molto. come ha scritto chiara per me il terzo è il migliore. questa autrice migliora con il passare dei libri 😀

  3. Ecco forse un libro come questo per staccare un po’ da libri più impegnativi sarebbe l’ideale 😊 grazie per la recensione!

  4. Ce li ho pronti in libreria da tantissimo tempo… devo solo decidermi a leggerli! E lo farò a breve!!! Bella recensione!

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