Buon pomeriggio Lettori!
Finalmente, in questi giorni prettamente incasinati, riesco a parlarvi di un libro che aspettavo da tempo e che fortunatamente non mi ha delusa. Oggi vi parlerò del nuovissimo romanzo di Alessandro Barbaglia, che ho avuto modo di leggere giorni fa e che, non avendo resistito, ho comprato anche in versione cartacea!
L’Atlante dell’Invisibile
Alessandro Barbaglia
Mondadori
Prezzo: 17.00 €
eBook: 8.99 €
Trama: Ismaele, Dino e Sofia hanno quarantadue anni in tre quando nel 1989, in una sera di fine estate, rapiscono la luna in segno di protesta. Vivono a Santa Giustina, un lontanissimo paese fatto di baite di legno ai piedi delle Dolomiti che sta per essere sommerso da un lago artificiale, portandosi dietro tutti i loro ricordi, le gare con le lumache, il prato del castagno, i primi baci. Il progetto della diga risale al 1946. Ai tempi, gli abitanti di Santa Giustina non accettarono di abbandonare le loro case per trasferirsi al “paese nuovo” e rinunciarono ai benefici promessi nel caso di una resa immediata. Si avvicina però il momento dell’esproprio definitivo. Proprio negli anni Quaranta si sono conosciuti Elio e Teresa, e precisamente il 19 marzo 1946, in un bar Sport gremito di una folla accalcata per seguire la cronaca radiofonica della prima Milano-Sanremo del dopoguerra. Senza essersi mai visti né incontrati, Elio e Teresa – ormai anziani e da sempre innamorati l’uno dell’altra e del loro paese vicino a Milano – e i quattordicenni Dino, Ismaele e Sofia sono tormentati dalle stesse domande: “dove vanno a finire le cose infinite?”, “dove si nascondono l’infanzia, l’amore o il dolore quando di colpo svaniscono?”. E se Elio, per rispondere, costruisce mappamondi dalle geografie tutte inventate e sbagliate – descrivendo così la terra magica dove abita l’invisibile e costringendo Teresa a correggere tutto con puntiglioso realismo -, i bimbi di Santa Giustina via via che crescono si allenano a non smettere di scorgere l’invisibile tra le pieghe del reale e a conservarlo a modo loro, in una sorta di gioco segreto. In una danza fatta di immaginazione, ricordo ed elaborazione del lutto, Teresa incontrerà i bambini diventati adulti nella notte più incredibile delle loro vite: quella durante la quale, per pochi istanti di eternità, riemergerà il paese sommerso di Santa Giustina. E con lui l’amore, il dolore, l’infanzia e tutta la meraviglia che si nasconde nell’invisibile.
Ci sono libri che semplicemente aspettiamo. L’anno scorso, in occasione del Premio Bancarella, ho avuto modo di leggere La locanda dell’Ultima solitudine di Alessandro Barbaglia, un libro che non mi aspettavo e che mi ha lasciata piacevolmente sorpresa.
Tempo fa ho scoperto che era in cantiere un nuovo romanzo di questo scrittore e, in tutta onestà, non vedevo l’ora di leggerlo, nonostante la paura che attanaglia il lettore quando ci si ritrova a leggere il nuovo romanzo di un autore che ci ha stupito con il lavoro precedente.
E ammetto di aver letto le prime pagine con timore, spaventata da ciò che avrei potuto trovare.
E che bello quando dopo poche pagine ritrovi l’autore che hai amato e che ti ha conquistata.
L’Atlante dell’Invisibile si mostra da subito come un libro dai toni soavi e poetici, quegli stessi toni ai quali ci ha abituati Barbaglia con il suo precedente lavoro; la storia è quella di tre ragazzi alla fine degli anni ’80 e quella di un uomo, Elio, che nel secondo dopoguerra insegue la felicità con un paio di ruote e dei mappamondi che non seguono le regole della geografia.
I protagonisti di questo libro sono dei grandi sognatori, collegati tra loro nonostante i decenni che li separa, uniti dal destino che spetta a Santa Giustina, un paese che dovrà essere cancellato in seguito al progetto di una diga.
Avevamo quarantadue anni quando rapimmo la luna, ma a essere precisi, quarantadue anni, li avevamo in tre: quattordici io, quattordici Ismaele e quattordici Sofia.
Eravamo adulti un terzo a testa: ecco perché ci siamo riusciti, perché non era ancora troppo tardi.
L’irrealtà dei personaggi che colorano questo romanzo permettono al lettore di godere di una storia pregna di poesia, nonostante l’aspra situazione di un paese cancellato; gli esseri umani sono caricati dei loro difetti e pregi, così ad esempio l’ingegnere ha sempre le scarpe pulite e la valigetta in mano.
Nonostante i personaggi siano così incredibili, ci mostrano una realtà che cambia continuamente, un po’ per la crescita di chi parla e un po’ per le naturali mutazioni della terra che li circonda. La crescita dei ragazzi, così come l’avanzamento dell’età per Elio, permettono di assistere alla mutazione dei pensieri e delle attività, anche se Barbaglia è molto abile nel mantenere l’atmosfera surreale fino alla fine, lasciando il lettore con una piacevole sensazione di leggerezza sul petto.
«Sai perché non mi convince modo in cui trattiamo il nostro pianeta, Teresa? Perché non ne sappiamo niente! È fatto al 71 per cento di acqua, capisci Teresa, d’acqua! E noi lo chiamiamo Terra. È assurdo, no? Come fai a chiamare Terra una cosa che è fatta soprattutto d’acqua? Significa che hai proprio un modo piccolo di vedere il mondo se lo chiami Terra, non credi? Significa che l’idea che il mondo sia fatto di qualcosa di fluido, che scorre, si muove e cambia proprio non l’hai capita.»
È in frasi come queste che si racchiude l’essenza e la pienezza di questo romanzo. Frasi che ti fanno sorridere e pensare che forse è proprio così, è vero quel che dice, eppure non ci hai mai pensato. È un romanzo fatto di momenti così belli che, alla fine, ti lascia col sorriso e il cuore pieno di leggerezza.
Ecco, ci sono momenti in cui romanzi del genere sono necessari e fortunatamente io l’ho letto nel momento ideale, quando avevo bisogno di alleggerire i pensieri e prendere respiri profondi.
Ho aspettato mesi per un romanzo simile e l’attesa è stata pienamente ripagata.
E voi avete già letto questo romanzo? Io credo sia l’ideale per chi ama i temi un po’ surreali, che tuttavia non si allontanano così tanto dalla realtà. D’altronde, chi ha stabilito quale debba essere la giusta collocazione di un lago su un mappamondo?