Buon pomeriggio Lettori!
Dopo avervi parlato di un libro ambientato nel secondo dopoguerra, oggi vi voglio parlare di una lettura piacevole ambientata a Parigi, con un gruppo di personaggi particolari. Il libro è Le piccole libertà di Lorenza Gentile, edito Feltrinelli che ringrazio per la copia e vi do subito un avvertimento: la lettura di questo libro provoca fame!
Le piccole libertà
Lorenza Gentile
Feltrinelli
Prezzo: 17.00 €
eBook: 11.99 €
Trama: Oliva ha trent’anni, una passione segreta per gli snack orientali e l’abitudine di imitare Rossella O’Hara quando è certa di non essere vista.
Di lei gli altri sanno solo che ha un lavoro precario, abita con i genitori e sta per sposare Bernardo, il sogno di ogni madre. Nessuno immagina che soffra di insonnia e di tachicardia, e che a volte senta dentro un vuoto incolmabile. Fa parte della vita, le assicura la psicologa, e d’altronde la vita è come il mare: basta imparare a tenersi in equilibrio sulla tavola da surf. Ma ecco arrivare l’onda anomala che rischia di travolgerla. Dopo anni di silenzio, la carismatica ed eccentrica zia Vivienne – che le ha trasmesso l’amore per il teatro e la pâtisserie – le invia un biglietto per Parigi, dove la aspetta per questioni urgenti. Oliva decide di partire senza immaginare che Vivienne non si presenterà all’appuntamento e che mettersi sulle sue tracce significherà essere accolta dalla sgangherata comunità bohémienne che fa base in una delle più famose librerie parigine, Shakespeare and Company. Unica regola: aiutare un po’ tra gli scaffali e leggere un libro al giorno. Mentre la zia continua a negarsi, Oliva capisce che può esserci un modo di stare al mondo molto diverso da quello a cui è abituata, più complicato ma anche più semplice, dove è possibile inseguire un sogno o un fenicottero, o bere vino sulla Senna con un clochard filosofo. Dove si abbraccia la vita invece di tenersene a distanza, anche quando fa male. E allora, continuare a cercare l’inafferrabile Vivienne o cedere al proprio senso del dovere e tornare a casa? E soprattutto: restare fedele a ciò che gli altri si aspettano da lei o a se stessa?
Quando tante piccole libertà finiscono per farne una grande, rinunciarci diventa quasi impossibile.
Alcuni momenti della vita necessitano di libri scorrevoli e leggeri, adatti a farci sorridere con una storia piacevole e anche un po’ sognante o sopra le righe.
Non so come mai, o forse un po’ si, ma Parigi si presta tantissimo a questo tipo di storie. Sarà l’idea un po’ romantica nelle nostre teste, legata a pasticcerie, boulangerie, librerie e passeggiate in riva alla Senna, ma Parigi continua ad essere una città super apprezzata per le storie di rinascita e ripresa.
In questo libro troviamo Oliva – deriva dal latino – che vive una vita piuttosto ordinaria e infelice, senza dare una piccola possibilità ai suoi sogni, forse un po’ dimenticati. È cresciuta compiendo scelte per soddisfare unicamente i genitori, ha una zia che non vede da tantissimi anni, sta per sposare un uomo che non l’ha mai vista struccata e compra libri su diete improbabili, come biotipi e simili, lasciandoli poi abbandonati nel cassetto della scrivania, insieme ai residui di snack orientali.
Dopo anni di silenzio, la zia Vivienne torna a farsi sentire in un modo piuttosto bizzarro: le dà appuntamento a Parigi, inviandole anche il biglietto, senza darle alcuna spiegazione, parlando solo di questioni urgenti.
Questo è il preambolo che aprirà la strada dell’avventura per Oliva, che conoscerà Victor, Julia, Ben, Ocean, il caro John e altri ancora; tutte personalità eccentriche, artistiche, che gravitano intorno alla libreria Shakespeare&Company, che offre loro anche vitto e alloggio in cambio di due ore lavorative giornaliere.
Giorno dopo giorno, Oliva si ritrova a vivere bizzarre esperienze, ma anche momenti intensi e dall’esito affatto scontato.
Questa è la parte che probabilmente ho apprezzato maggiormente: se da un lato alcuni aspetti sono un po’ scontati, dall’altro abbiamo vicende e relazioni che arrivano al loro personale Happy Ending attraverso strade tortuose, non lineari e con il concetto di rinascita legato davvero al proprio Io e non dipendente da altri.
Le situazioni bizzarre sono all’ordine del giorno e Oliva si ritrova a seguire le indicazioni dell’anziana zia, che continua a negarsi, sfogliando un libro di poesie e scoprendo la leggerezza dopo anni di serietà e ansia legata soprattutto al lavoro e alle relazioni personali.
Il bello è che in Oliva ci si può davvero immedesimare, perché tutti potremmo aver represso un sogno o un desiderio almeno una volta nella vita.
La patina di finzione che spesso bisogna indossare sul posto di lavoro, il peso sulle proprie spalle, il voler compiacere i nostri cari… tutti potremmo esserci ritrovati in queste situazioni.
È una storia scorrevole, che si legge con piacere e fa sicuramente tornare il buonumore, un po’ per l’evoluzione di Oliva, un po’ per tutta quella miriade di dolci che riesce a mangiare, facendo venire l’acquolina in bocca.
La storia è molto interessante, anche se a mio parere un po’ frettolosa per le tempistiche, che da un lato sono giustificate, dall’altro però mi sono sembrate un po’ eccessive. Probabilmente deriva dalla mia personale percezione del cambiamento.
I personaggi sono tutti diversi ed eccentrici, alcuni più protagonisti di altri.
Spicca sicuramente John con la sua parlantina e conoscenza e Julia con il suo bagaglio di sogni, mentre Victor l’ho trovato un po’ troppo costruito, eccessivamente euforico.
Complessivamente l’ho trovato un romanzo ben riuscito, che riesce a coniugare divertimento, riflessione, crescita, cambiamento e tanti altri aspetti senza rendere la storia pesante, permettendo al lettore di godersi una bella lettura e magari tornare con il cuore e con la testa a quei sogni chiusi nel cassetto da troppo tempo e concederci delle piccole libertà.
Un libro davvero piacevole, che vi terrà compagnia e vi farà sorridere, ma vi farà venire anche tanta fame. È consigliato avere dolci in frigo o dispensa.
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