[Recensione] Le signore in nero di Madeleine St John

Buongiorno Lettori!

Mercoledì triste per il panorama delle recensioni! In questi giorni mi sono ritrovata a leggere un libro che – come spesso accade ultimamente – con una cover bella bella bella, aiutatemi a dire bella! Le signore in nero è un libro che si propone come una piccola chicca, una perla da tenere sempre in libreria, con delle donne a far da padrone su quelle pagine, invece, ve lo anticipo, io l’ho trovato noioso e anche abbastanza inutile. La sua fortuna? Avere poche pagine, così almeno un po’ alla volta l’ho finito. 

Le signore in nero, Madeleine St John, Garzanti, Adelphi, anni 50, Australia, Sidney, Melbourne, emancipazione, Goode's, magazzini, abiti esclusivi, romanzo, maternità, famiglia, crescitaLe signore in nero
Madeleine St John
Garzanti
Prezzo: 16.00 €
eBook: 9.99 €

Trama: Sydney 1950. Sui manichini spiccano le gonne a balze e i corpetti arricchiti degli accessori più preziosi. Ma Goode’s non sono solo i più grandi magazzini della città, dove trovare l’abito all’ultima moda. Per quattro donne che lavorano sono anche l’unica occasione di indipendenza. Mentre con le loro eleganti divise di colore nero consigliano le clienti su tessuti e modelli, nel loro intimo coltivano sogni di libertà, di un ruolo diverso da quello di figlia, moglie e madre. Lesley sogna di continuare a studiare, anche se il padre non ne vuole sentir parlare. Poi c’è Patty che solo sul lavoro sente di valere qualcosa, mentre a casa il marito la tratta come fosse trasparente. Anche per Fay andare al grande magazzino ogni mattina significa sentirsi meno sola. A sorvergliarle come una madre c’è Magda: le sprona a inseguire i loro desideri e a trovare il proprio stile nel vestire, a coltivare l’idea che una donna possa raggiungere qualsiasi obiettivo. Per tutte è in arrivo un tempo di grandi cambiamenti e opportunità inaspettate. Tra un party, un nuovo vestito e nuove consapevolezze, Lesley, Patty, Fay e Magda vivranno il momento magico in cui si decide chi si vuole essere davvero. Madeleine St. John è una delle più grandi autrici del Novecento. È stata la prima autrice australiana candidata al Man Booker Prize. Da questo libro è stato tratto un film di successo diretto da Bruce Beresford, regista di A spasso con Daisy. Il femminismo è il fil-rouge che attraversa tutti i suoi romanzi, precursori di un’epoca di cambiamento. Protagoniste delle sue storie sono le donne: donne forti che inseguono i loro sogni, donne che cercano il loro posto nel mondo, ieri come oggi.

Divisore Scheggia

Inizio col dirvi subito cosa si salva?
No?
Ok.
Le signore in nero è un libro ambientato negli anni ’50 a Sydney, con diciamo Patty, Lesley, Fay e Magda come protagoniste, commesse da Goode’s, un esclusivo magazzino che vende abbigliamento di tutti i tipi, dalla lingerie, agli abiti esclusivi.
Dalla trama sembra che questo ambiente, che potremmo definire esclusivo per quegli anni, debba essere la cornice per qualcosa di bello, per dare vita a una sorta di emancipazione femminile tuttavia, almeno secondo me, l’evoluzione si ferma a loro che lavorano e con alcune di loro che vivono del loro stipendio.

Questa storia si salva un po’ per lo stile, o meglio, almeno quello aiuta ad andare avanti, perché per tutto il resto, trama e sviluppo, io ho avvertito una noia crescente, un continuo domandarmi “ma che cavolo sto leggendo?”

Ecco. Cosa ho letto?

Ho letto di Patty con un matrimonio disastroso e una famiglia che sarebbe meglio perdere, di Lesley che però vuole farsi chiamare Lisa e aspetta di sapere se potrà andare all’università, di Fay che alla fine si vuole sposare ma ancora non sa con chi e alla fine di Magda, l’unica che è messa meglio, anche se è fuggita anni prima.

Ma alla fine cosa c’è in questo libro?
Quello che vi ho detto sopra e lì finisce.
So che è stato tratto un film da questo libro e forse il risultato di due ore sul grande schermo passerebbero più in fretta, perché a me queste 200 pagine hanno annoiato oltre ogni limite.
Non c’è stata una protagonista che mi sia piaciuta, una parte che mi sia interessata parecchio, una parte di storia abbastanza avvincete, un… non so neanche cosa, ma qualcosa!
Aria fritta. Ecco cosa ho trovato in questo libro e buon per l’aria, perché fritto è tutto buono!

Lo stile dell’autrice aiuta molto, si avvertono da subito le atmosfere vintage in questo libro, si riesce a vivere dentro Goode’s con il caos del Natale e dei saldi, con la stanchezza sulle gambe per chi ci lavora.
Tutto il resto però è da dimenticare.
Non ho visto l’emancipazione femminile che si dice ci sia nei romanzi della St John. Non ho visto donne forti che inseguono i loro sogni, anzi le ho viste fortemente dipendenti dalle figure maschili e anche dall’approvazione delle famiglie.

Si salva Magda, che è così fuori le righe per le altre, che a tratti risulta insopportabile, falsa e calcolatrice, tanto che a un certo punto pensavo volesse fregarle tutte.

Ho sofferto in queste pagine. Mi sono profondamente annoiata perché questo romanzo non l’ho trovato godibile, bensì piatto e privo di reali spunti di riflessione, a parte forse qualche momento, tuttavia dimenticabile.

Personaggi piatti, trama inesistente, sicuramente una bella cover, ma si ferma lì, aiutata solo da uno stile piacevole che permette di andare avanti.
Quest’anno, di peggio, c’è solo Sette giorni perfetti.

due, votazione, stelline, recensione

Guardiamo il lato positivo. Con questo libro ho terminato gli obiettivi per la challenge. È l’unico lato positivo.

Scheggia

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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