[Recensione] Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda

Buon pomeriggio Lettori!

In questa estate, come avrete notato, le pubblicazioni sono più scarse. Fa troppo caldo e io fatico a fare anche il minimo indispensabile. Il mio corpo desidera temperature più basse!
Nella speranza che arrivi presto una bella pioggia, in grado di abbattere questo caldo umido e odioso, oggi vi parlo di un libro che mi ha spiazzata e che mi ha permesso di conoscere la vita di un bambino che ha fatto un lungo viaggio.
Oggi vi parlo di Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda, edito Baldini + Castoldi e vi ricordo anche la recente uscita, in tutte le librerie, di Storia di un figlio – Andata e ritorno di Fabio Geda e Enaiatollah Akbari, che potremmo definire come il seguito di questo libro di cui vi sto per parlare.

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Fabio Geda
Baldini + Castoldi
Prezzo: 12.00 €
eBook: 6.99 €

Trama: Se nasci in Afghanistan, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può capitare che, anche se sei un bambino alto come una capra, e uno dei migliori a giocare a Buzul-bazi, qualcuno reclami la tua vita. Tuo padre è morto lavorando per un ricco signore, il carico del camion che guidava è andato perduto e tu dovresti esserne il risarcimento. Ecco perché quando bussano alla porta corri a nasconderti. Ma ora stai diventando troppo grande per la buca che tua madre ha scavato vicino alle patate. Così, un giorno, lei ti dice che dovete fare un viaggio. Ti accompagna in Pakistan, ti accarezza i capelli, ti fa promettere che diventerai un uomo per bene e ti lascia solo. Da questo tragico atto di amore hanno inizio la prematura vita adulta di Enaiatollah Akbari e l’incredibile viaggio che lo porterà in Italia passando per l’Iran, la Turchia e la Grecia. Un’odissea che lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini, e che, nonostante tutto, non è riuscita a fargli perdere l’ironia né a cancellargli dal volto il suo formidabile sorriso. Enaiatollah ha infine trovato un posto dove fermarsi e avere la sua età. Questa è la sua storia.

Divisore Scheggia

Ho capito perché fanno leggere questo libro nelle scuole.
Ho lavorato in libreria per un po’ di tempo e questo libro è passato davanti ai miei occhi centinaia di volte, senza mai capire perché fosse così indicato da parte degli insegnanti.
Adesso credo di averlo capito.

La storia è una di quelle che a volte sentiamo in tv, eppure è intrisa di ricordi, di emozioni e situazioni che se dovessero essere riportati sul grande schermo, si rischierebbe un salottino pomeridiano trash, con luci bianche e il rischio di gettare una grande storia in un misero sensazionalismo.
Fortunatamente la storia di Enaiatollah è affidata a Fabio Geda, che con lui ci parla e con la sua penna decide di scrivere nel modo migliore il racconto di un ragazzino, che da un giorno all’altro deve fare una delle cose più difficili al mondo: dire addio a sua madre.

Già dalle prime pagine si intuisce il tono del libro, raccontato con gli occhi di un bambino che deve imparare a crescere e a lavorare in paese dove le regole le fanno i grandi e dove l’infanzia spensierata dura poco, quasi un attimo.
All’inizio non sono ancora accaduti i fatti dell’11 settembre, eppure la madre di Enaiatollah è obbligata a compiere una scelta, per salvare il figlio da un destino terribile.
Inizia così il viaggio di questo ragazzino, solo per un breve attimo in compagnia della madre e poi quasi sempre solo.

Abbiamo aperto la scatola di cartone. Conteneva il gommone – il gommone sgonfio, certo – i remi – di remi ce n’erano persino due di scorta – la pompa, lo scotch – lì per lì ho pensato: lo scotch? – e i giubbotti di salvataggio. Un kit perfetto. Da Ikea dei clandestini. Istruzioni e tutto.

In meno di duecento pagine, riusciamo a viaggiare dall’Afghanistan al Pakistan, Iran, Turchia, Grecia e infine Italia.
Un viaggio che dura anni, sempre alla ricerca di un posto dove imparare qualcosa, dove vivere senza dover scappare a ogni controllo delle forze dell’ordine.

Fabio Geda trascrive una storia che viene raccontata da Enaiatollah, anni dopo il suo arrivo in Italia, quando la sua situazione si è tranquillizzata, eppure durante tutta la lettura ho avuto paura per la sorte di questo ragazzo, troppo piccolo per vivere una vita che a me sembra distante anni luce.

È un libro che non si legge tutto d’un fiato e neanche facilmente, non per la scrittura che risulta scorrevole e piacevole, bensì per il contenuto, così intenso in alcuni punti che mette a dura prova anche gli adulti.

È un libro che dovrebbero leggere tutti, non solo i bambini, perché c’è una storia che potrebbe essere di tutti e nessuno, ma è una storia che racconta quanto sia difficile sopravvivere in alcune parti del mondo.

Essendo una storia vera, non vi dirò di quei personaggi che Enaiatollah incontrerà lungo il suo cammino e neanche vi dirò dell’ambientazione, perché lui ci racconta il suo paese con i suoi occhi e ce lo fa amare e odiare allo stesso tempo.
Una cosa però posso dirla: spesso, i gesti semplici, possono cambiare la vita a qualcun altro.

Leggete questo libro perché fa bene al cuore.
Io ringrazio la Baldini + Castoldi per la copia e non vedo l’ora di leggere il secondo, Andata e ritorno, così da ritrovare la storia di questo ragazzo.

Scheggia

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Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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