Buon venerdì Lettori!
La settimana finalmente sta per concludersi, con un bel po’ di stanchezza sulle spalle, ma anche tante soddisfazioni.
Peccato però per la recensione di oggi, perché vi parlerò di un progetto bellissimo, ma anche di un libro che non mi ha convinta e che mi ha fatto arrancare non poco.
Il progetto di cui vi voglio parlare è in realtà la nuova collana Giunti Arya, acronimo di Autori Romanzi Young Adult, che comprenderà una serie di libri Young Adult scritti da autori italiani. Un’idea che nasce per raccontare la generazione Z e che parte con due titoli: La persona giusta di Sandra Petrignani e Non leggerai di Antonella Cilento, del quale vi parlerò oggi e ringrazio Giunti editori per la copia cartacea fornita.
Non leggerai
Antonella Cilento
Giunti Editore
Prezzo: 14.00 €
eBook: 8.99 €
Trama: In tutti i Mondi Occidentali la lettura non interessa più: scomparsi editori e giornali, un Decalogo governativo vieta la letteratura. Le lezioni in aula si tengono in video, gli studenti nelle Scuole Riassunto consegnano compiti filmati con il cellulare. È a Napoli, in una di queste scuole, che Help Sommella, sedicenne tatuata e ribelle, stringe amicizia con una nuova e timida compagna, Farenàit Lopez. Un giorno, Farenàit – che ha una passione per i volti dei morti, doppiamente scandalosa poiché il Decalogo vieta anche di vedere i propri parenti deceduti – ruba una cassa da morto insieme ad Help per spiare un vero cadavere ma, a sorpresa, scoprono che la cassa è piena di romanzi. Con passione crescente iniziano a leggere in segreto, peccato che una gang di giovanissimi camorristi le scopra… Amore, lettura e pericolose avventure s’intrecciano in un romanzo potente e veloce che insinua un sospetto: forse la vera trasgressione è leggere e scegliere da soli il proprio destino?
Il governò decretò che leggere era inutile e per di più faceva male alla schiena, alla vista, alla salute, che le favole spaventavano i bambini, i romanzi d’amore illudevano le ragazze, i libri violenti istigavano la delinquenza giovanile e i libri di storia e filosofia deprimevano e demotivavano le nuove generazioni, mostrando loro la più completa assenza di un futuro fortunato e vincente. […] La Cultura Generale era fatta di poche e rastrellate informazioni, a volte in contraddizione fra loro quasi sempre parziali e ridicole. Si era ammessi ai posti di lavoro per selezione mnemonica di codici, password e numeri. Erano falliti gli editori, le fabbriche di penna e le cartiere.
Siamo in una Napoli che potremmo definire post apocalittica. Le nuove generazioni non sanno cosa siano i libri, perché questi sono stati vietati dal governo, in una realtà che somiglia a quella di Farhenait 451 di Ray Bradbury.
Le protagoniste sono due ragazze, Help Sommella e Farenàit Lopez, che subito diventano amiche. La voglia di uscire, alla costante ricerca della novità, le porterà a rubare un carro funebre, ad aprire una bara e ha trovare al loro interno un tesoro inestimabile: libri. Tanti, tanti libri.
L’ambiente di queste due ragazze non è così difficile da immaginare, con genitori che se ne fregano dei figli, insegnanti che non insegnano e una società che lascia gli adolescenti allo sbando.
Antonella Cilento ci vuole raccontare una storia di amicizia in una società che sembra non credere neanche più a questi sentimenti; cerca di farlo attraverso i libri, quei classici senza tempo che in breve riescono a conquistare le due protagoniste e non solo.
La rivoluzione è tra le pagine di quei libri proibiti, perché possono essere in grado di far emergere quanto di più pauroso: l’idea.
Ai ragazzi è vietato avere idee, perché queste sono il male dell’umanità.
Questo è un libro che nasce con un’ottima premessa, perché in qualche modo vuole riadattare Farhenait 451, rendendolo ancora più accattivante per un pubblico giovane, tuttavia mi sono scontrata con alcune difficoltà che personalmente non mi hanno fatto apprezzare questa lettura.
La prima difficoltà incontrata è il linguaggio.
Non siamo in una serie tv, dov’è possibile selezionare i sottotitoli con la rispettiva traduzione. Questo è un libro e l’eccesso di realtà si scontra con il lettore che potrebbe non capire cosa si dice, soprattutto se il target è un gruppo di giovani.
Il troppo dialetto nei dialoghi mi ha spesso fatta rallentare e non solo, mi ha portato a non capire cosa si stesse dicendo. Inciampare nei dialoghi, fermarmi a rileggere e cercare di decifrare è stato poco positivo, soprattutto perché in alcuni punti avrei avuto bisogno di una nota a piè di pagina che mi traducesse effettivamente la frase. Il realismo mi sta benissimo, non avrei voluto dialoghi in italiano perfetto, soprattutto per quel che viene raccontato, tuttavia qualcosa per facilitare chi non è nativo della zona forse si, soprattutto perché è un libro per ragazzi.
Per quanto riguarda i personaggi, c’è stato poco sviluppo.
Mi dispiace parlarne così, ma credo l’onestà sia importante.
Si parla di Help e Farenàit all’inizio come di due ragazze che diventano da subito amiche, però a un certo punto le loro strade sembrano dividersi, privando il lettore di un reale motivo.
Si introducono personaggi come Mariano e Aisha, senza però renderli davvero partecipi del racconto. Mariano ci viene descritto come figlio di un boss, ci viene detto qualcosa di lui, ma sembra soltanto creato per dare un piccolo spazio ad una possibile storia d’amore. Aisha non è proprio pervenuta. Si parla di lei pochissimo, a grandi linee, relegandola a personaggio sullo sfondo.
Nel complesso è un’ottima idea che secondo me ha avuto problemi durante lo sviluppo. Si è messa troppa carne sul fuoco e non si sono sviluppati tantissimi punti. La storia d’amore è così improvvisa che ancora devo capirla, la storia dei libri non sembra risolversi e anzi, il finale resta aperto e aleatorio, forse nell’ipotesi di un possibile seguito o semplicemente per lasciarci con la scintilla della rivoluzione.
Il punto di forza di questo libro è sicuramente la narrazione, che ad esclusione dei dialoghi, scorre e permette di scoprire una Napoli ben diversa da quella attuale. Ottimo il ricorrere all’uso dei congiuntivi per distinguere le persone che hanno avuto contatto con i libri e interessante anche il rapporto tra le giovani ragazze e le persone anziane, che ricordano i libri e non li demonizzano come i genitori.
Non leggerai di Antonella Cilento è sicuramente un’ottima idea, peccato però che la realizzazione a me non abbia convinto. Mi dispiace non aver avvertito il trasporto verso questa storia, con dei personaggi abbastanza particolari e che tuttavia non sembrano spiccare. Avrei preferito qualcosa in meno, sviluppato meglio.
È vero, la recensione non è positiva, ma questo libro insegna che si può sfidare la sorte per un libro (o forse più di uno). Ma quale?
Voi per quale romanzo sfidereste la legge e qualunque proibizione?
Scheggia
Cartaceo | eBook |