[Recensione] Sulle tracce di Jack Lo Squartatore di Kerri Maniscalco

Buongiorno Lettori!

Oggi arriva una recensione un po’ particolare, che sicuramente andrà contro il trend del momento, quell’ondata di entusiasmo e positività legata all’uscita dei tre libri della serie di Kerri Maniscalco. Ohibò io ci ho provato, vi giuro che mi sono impegnata, ho sperato e sperato, ma stavolta vi beccate una recensione negativa, forse arrabbiata, forse delirante perché diciamocelo, Audrey Rose è piacevole quanto l’abbraccio di un cactus. E io di abbracci me ne intendo!

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Kerri Maniscalco
Mondadori
Prezzo: 20.00 €
eBook: 10.99 €

Trama: È stata cresciuta per essere la perfetta dama dell’alta società vittoriana, ma Audrey Rose Wadsworth vede il proprio futuro in modo molto diverso. Dopo aver perso l’amatissima madre, è decisa a comprendere la natura della morte e i suoi meccanismi. Così abbandona l’ago da ricamo per impugnare un bisturi da autopsia, e in segreto inizia a studiare Medicina legale. Presto viene coinvolta nelle indagini sull’assassino seriale noto come Jack lo Squartatore e, con orrore, si rende conto che la ricerca di indizi la porta molto più vicina al suo mondo ovattato di quanto avrebbe mai creduto possibile.

Divisore Scheggia

Kerri Maniscalco ci ha provato e secondo me non c’è riuscita. Potrei anche apprezzare lo sforzo, ma pensandoci direi di no, perché alla fine l’ha voluto scrivere lei un libro nell’età vittoriana, non l’ho obbligata io.

Questo libro per me ha tantissime pecche e faccio anche fatica a parlarvi di tutto, ma proviamoci e al più avrete perso cinque o dieci minuti a cercar di capire cosa io abbia scritto.

La protagonista di questa mirabolante avventura è Audrey Rose, una ragazza diciassettenne nell’età vittoriana, che invece di pensare alle buone maniere, ai merletti e la matrimonio, desidera passare il tempo a dissezionare cadaveri insieme allo zio.
In realtà pensa anche ai merletti e ai vestiti, ma datemi un po’ di tempo e ve ne parlerò.
Le giornate di Audrey Rose sembrano sferzare verso il macabro quando iniziano ad essere ritrovati dei cadaveri, smembrati da un pazzo serial killer che sembra abitare le strade di Londra.

CHI SARÀ MAI?

Kerri Maniscalco cerca di ripercorrere le gesta di Jack lo Squartatore, almeno cerca di ricostruire i suoi omicidi perché, per quanto riguarda la situazione misteri/thriller/cerchiamo il colpevole di questa storia, bè è abbastanza facile da capire.
Personalmente ho scoperto l’identità di Jack lo squartatore prima di metà libro, forse complici le tante stagioni di CSI viste su Italia 1, con Horatio sempre pronto con gli occhiali da sole.
E questa scoperta anticipata mi ha rovinato gran parte della lettura.

Horatio caine csi Miami

Per tutto il resto… C’è Audrey Rose.

Di protagoniste odiose ne ho incontrate, d’altronde non è difficile trovarne, ma miseria ladra, Audrey Rose forse le batte tutte.
Qualcuno di voi ricorda Angie Girl? Un’adolescente che gioca a fare la detective con Scotland Yard. Ecco, solo che Audrey Rose è meno perspicace.Angie Girl cartone animato
Per farvi capire, decide di uscire di notte, con un serial killer che vaga per le strade, da sola, per cercare informazioni su un omicidio.

CAPITO, SI?

Il problema è anche nel tipo di narrazione. Avendo scelto la prima persona e avendo reso insopportabile la voce narrante, si ha difficoltà a capire tutto quel che combina questa protagonista, che mentre ci racconta il suo amore per i cadaveri, ci racconta anche di quante stoffe è composto il suo vestito, che mentre ci dice quanto sia soffocante la sua vita, se ne va in giro da sola, senza chaperon e giudicando tranquillamente chi per vivere è costretta a vendere il proprio corpo.
Audrey Rose vuole essere femminista nell’età vittoriana. Apprezzo lo sforzo ma non garantisco sul risultato.

Di buono c’è che il libro scorre è c’è sicuramente un impegno nel voler affiancare qualcuno di più intelligente a Audrey Rose, ovvero Thomas, che tuttavia spesso si rende banale nei suoi comportamenti, anche perché è studiato per far innamorare soprattutto il lettore, magari coi suoi comportamenti che oscillano tra il bravo e il cattivo ragazzo.

Se dovessi salvare qualcuno dei personaggi, direi lo zio. Ha il giusto grado di pazzia, quel menefreghismo che maschera un certo attaccamento alle persone e che cerca di usare come maschera contro gli eventi del passato.

E subito dopo Audrey Rose, la cosa che meno ho apprezzato è stato il finale, a metà tra il richiamo nonsense a un classico della letteratura e l’assurdo. Non c’era bisogno di arrivare a quel punto, anzi forse senza determinate scelte avrei sicuramente apprezzato di più.

Una piccola postilla mettiamola anche per quanto riguarda l’ambientazione: inesistente.
Sappiamo di essere a Londra, sappiamo di essere nell’età vittoriana ma fortuna averlo letto all’inizio, altrimenti avremmo potuto essere in qualunque posto e non ce ne saremmo accorti.
Ambientare un libro in un particolare periodo storico, porta con sé anche l’obbligo di descrivere un po’ il posto, l’ambiente, gli usi e i costumi, altrimenti avrebbe potuto scegliere un altro tipo di ambientazione o secolo. E no. Non basta giustificarsi alla fine, scusandosi per gli stravolgimenti.

Alla fine ho anche apprezzato qualcosa: l’idea e la scorrevolezza.
Fortunatamente il libro si legge con piacere e con poco, non ci si arena in capitoli ultra noiosi (anche perché c’è sempre Audrey Rose che qualcosa di stupido lo dice) e la voglia di arrivare alla fine c’è, nella speranza che il colpevole non sia così banale.
L’idea anche l’ho apprezzata tantissimo. La Maniscalco ha avuto una bellissima idea, avrebbe potuto creare un libro sensazionale, invece l’ha reso un pessimo Young Adult.
Ah! Salvo anche la copertina, quella però non è opera sua ma della Oscar Vault.

Insomma, questo libro per me è stato una delusione enorme. L’avevo iniziato con delle aspettative altissime e invece mi sono ritrovata tra le mani una storia mediocre, con personaggi mediocri e soprattutto con una protagonista assurda in senso negativo, che passa il tempo a dirsi quanto faccia schifo la sua vita di costrizioni e tu lettore che stai lì, come la faccia di Messi nei meme, a domandarti dove, quando e perché?

meme messi

due, votazione, stelline, recensione

Che altro dire? Beh a me questo libro non è piaciuto, però devo comunque ringraziare Cristina per aver organizzato l’evento. Ci abbiamo provato, ma stavolta il libro non è venuto in nostro aiuto!

E voi siete amanti o nemici di questo libro?

Scheggia

Cartaceo ↓

eBook ↓

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

5 Replies to “[Recensione] Sulle tracce di Jack Lo Squartatore di Kerri Maniscalco

  1. Secondo me il principale errore dell’autrice è quello di “trasportare” un personaggio moderno nel passato senza rispettare la mentalità e il modo di vivere del secolo in cui è ambientata la storia. Audrey è troppo moderna, sfacciata e il rapporto con Thomas non è verosimile nel periodo in cui è ambientata la storia.
    Mancano anche dei pezzi della psicologia della protagonista che l’avrebbero resa più interessante. Per esempio l’autrice non dice come Audrey ha scoperto la passione per le autopsie. Dubito che lo zio avrebbe assecondato una sua curiosità generica quindi come è successo? Questa parte manca nel libro.

    ci sono dei lampi di parti interessanti, soprattuto nel modo in cui delinea le dinamiche familiari, ma per il resto è un po’ piatto e privo di quella tensione che ti fa appassionare e ti porta a fare dele ipotesi sul colpevole. In questo libro manca la parte deduttiva, i protagonisti tirano delle conclusioni che è improbabile trarre dagli elementi in loro possesso. In questo senso sembra che i protagonisti siano “illuminati dall’alto” nelle loro intuizioni e questo annoia.

    Ultima cosa che non mi è piaciuta, trovo assurdo fare riferimento ad un avvenimeto reale ( jack lo squartatore) per poi modificare il modo in cui sono avvenuti i delitti e inventarsi un colpevole che non c’entra nulla con quanto successo nella realtà. E’ macabro sfruttare così le azioni di un serial killer per “fare storia”, non mi è piaciuto e credo che l’autrice avrebbe dovuto immaginare un suo serial killer da plasmare secondo la sua fantasia. Non l’ha fatto e ha creato una miscela di realtà e finzione che ho prodotto qualcosa di molto mediocre.

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