Buon pomeriggio Lettori,
finalmente torno sul blog! È un periodo un po’ caotico e faccio fatica ad aggiornare, ma spero di tornare presto con più costanza!
Oggi torno sul blog con una recensione per il Domino Letterario di Gennaio e vi parlerò del libro La signora dello zoo di Varsavia, un libro che in realtà è un saggio e che narra la storia vera di Antonina e Jan nel periodo dell’occupazione nazista della Polonia.
La signora dello zoo di Varsavia
Diane Ackerman
Sperling&Kupfer
Prezzo: 18.90 €
eBook: 9.99 €
Trama: Varsavia, 1939. Antonina ?abi?ska e suo marito, il dottor Jan ?abi?ski, gestiscono lo storico zoo della città con cura e dedizione. Quando la Polonia viene invasa dai nazisti, però, oltre ai bombardamenti e all’occupazione la coppia è costretta a sottostare anche al nuovo capo zoologo nominato dal Reich, Lutz Heck, che prevede un programma di allevamento selettivo per la struttura. Reagendo allo sgomento, i due coniugi si impegnano prima a salvare gli animali superstiti e poi, quando la violenza nazista si accanisce contro gli ebrei, non esitano a trasformare lo zoo e i suoi sotterranei in un rifugio per i perseguitati. All’odio per chi è diverso e alla follia di voler imporre alla natura un disegno mitomane, Antonina e Jan oppongono l’amore e il rispetto per la vita e per gli esseri umani, a costo di mettere in pericolo la propria famiglia. Grazie a loro, più di trecento ebrei e militanti della Resistenza polacca riusciranno a sfuggire alla furia nazista e a mettersi in salvo.
Non è mai facile parlare di questi libri, perché parlano di storie vere. Non si possono giudicare e si può valutare solo la forma, perché la storia è quella e gli atti di eroismo non sta a noi giudicarli, anzi dovremmo solo leggerli, in qualche modo ascoltarli e tenerli a mente.
Ho conosciuto la storia di Antonina e Jan, proprietari dello zoo di Varsavia, grazie al trailer del film e avendo scoperto l’esistenza del libro, non ho potuto fare a meno di leggerlo.
Vi domanderete, perché?
Beh, amo le storie vere e mi piace leggere quelle sull’olocausto, perché così posso saperne sempre di più sul periodo più atroce della storia. Posso sapere come alcune persone si sono aiutate a vicenda e conoscere la storia di quelle persone che hanno rischiato la propria vita per salvarne altre. Sono libri duri, pesanti e con un carico emotivo non indifferente. Sono libri che mi tolgono il sonno, fanno pensare tanto, eppure non riesco a farne a meno. Credo la memoria sia qualcosa da tramandare e questi libri aiutano a non dimenticare.
La curiosità mi ha spinto a leggere un libro come questo, eppure ammetto di aver avuto delle difficoltà. Mi aspettavo una storia più romanzata, invece mi sono ritrovata davanti a un vero e proprio saggio. Non è tanto quello il problema, quando il fatto che spesso vengono dedicate pagine a questioni molto lontane dalla narrazione madre, annoiando un po’.
La storia di Antonina è pregna di coraggio. Una donna che, nonostante i tedeschi a pochi passi, si fa coraggio e aiuta i tanti ebrei fuggiti dal Ghetto a trovare una sistemazione. Chiamati Ospiti per tutta la narrazione, Diane Ackerman racconta tutto ciò che accadde nel periodo della guerra, dai primi bombardamenti del 1939, all’occupazione, fino alla liberazione e la fine della guerra. Attraverso il ricordo e alcune parti che raccontano la storia delle persone sopravvissute, si comprende totalmente l’atmosfera di paura e di tensione dovuta all’occupazione, nonostante si faccia presente quanto Antonina cercasse di mantenere il morale alto all’interno della villa.
Antonina non voleva tenere in vita il corpo a scapito dello spirito. Jan credeva nelle tattiche e nei sotterfugi e Antonina nel vivere il più gioiosamente possibile, mantenendosi vigili. Per cui i due coniugi, se da una parte si portavano sempre dietro una compressa di cianuro, dall’altra incoraggiavano l’umorismo, la musica e la convivialità. Nel limite del possibile, la loro era una clandestinità tollerabile, a volte addirittura festosa.
Ingegnandosi, nascondendo le persone anche nelle gabbie abbandonate degli animali, la storia di Jan e Antonia è una storia che va raccontata. Una storia di coraggio e di forza, dove anche il più piccolo di casa, il giovane Rys, fa la sua parte perdendo inevitabilmente una parte della sua innocenza di giovane.
Attraverso questo saggio scopriamo la forza della resistenza clandestina in Polonia, la forte rete di aiuti che si venne a creare e quanto si facesse per aiutare le tante persone in difficoltà.
Non mancano i racconti cruenti, come il resoconto che portò alla liquidazione e l’incendio del Ghetto di Varsavia.
Il problema che ho riscontrato e che mi ha portato a leggere molto lentamente è che troppo spesso si trovano parti che sembrano messe lì per allungare la storia. Esagerate le descrizioni di tutti gli insetti contenuti nelle teche salvate e di tanti animali arrivati, mentre ho decisamente apprezzato il voler raccontare la storia dei molti salvati nella villa, le tante persone che a causa del loro essere ebrei si sono ritrovati senza niente, con la paura di respirare all’aria aperta.
È una storia non facile da leggere e assimilare, tuttavia nonostante la difficoltà e alcune parti un po’ di troppo, mi sento di consigliarvi questo libro per scoprire qualcosa in più su quel periodo così buio della storia, dove ogni piccolo gesto poteva essere d’aiuto e poteva portare alla salvezza di qualcuno.
E voi cosa ne pensate di questi libri? Li leggete? Vi piacciono, oppure li evitate a causa del tema decisamente forte?
Avevo intenzione di vedere il film, il libro sembra interessante.
Ciao, sembra davvero una lettura molto interessante e l’ aggiungo subito in WL!
Un tema molto forte, un romanzo che deve essere davvero intenso, lo segno subito!
Un libro che affronta un tema molto delicato, e che, causa la mia troppa sensibilità, ho evitato volutamente di leggere e non sono neppure andata a vedere al cinema, è stato bello “leggerlo” grazie alle tue parole.
Io purtroppo tendo a evitare libri (e anche i film) su temi come questo, perché (e me ne dispiace) non riesco a sopportarli… Sono troppo emotiva, credo, e mi straziano… Però la tua è una bella recensione 🙂
Sarò onesta, ogni tanto li evito, ma poi ritorno sui miei passi a frignare appena li vedo. A breve vedrò il film e già mi immagino come una fontana vivente. Bellissima recensione, come sempre!
Io ne leggo sempre tanti di libri sulla Shoah. È’ un argomento che mi interessa perché voglio sapere, conoscere, cercare di capire come raccontare ai miei figli tutto quello che è successo e fare in modo che la storia di queste persone sia tramandata di generazione in generazione perché non si deve dimenticare quello che è successo. Lo dobbiamo a chi non c’è più e ai pochi sopravvissuti.
Sono storie come questa che vanno tramandate, per ricordarci che non deve succedere mai più, che la memoria dell’orrore ci dovrebbe far scegliere strade diverse. Bella recensione
Concordo con Virginia sono queste le storie che dovrebbero essere ricordate sempre… Ho intenzione di leggerlo e di vedere il fim. Bella recensione 🙂
Sembra un libro davvero interessante e la tua recensione è ben scritta e approfondita, non sarà tra le mie prossime letture. Probabilmente è un mio limite, ma cerco quasi sempre evasione dai libri che scelgo. Complimenti per la recensione <3
Io sono come Sonia, cerco di evadere nelle letture, scegliere qualcosa di più leggero… ma mi hai messo la curiosità… magari guardo prima il film 😛
Ti faccio una confessione: ho questo libro sul comodino in attesa, quindi ho letto la tua recensione con le spalle tutte tese per paura di spoiler! Complimenti per l’analisi, capisco cosa intendi dicendo che le storie vere sono sempre più dure da digerire, però bravissima per la recensione!
Ciao! I libri che trattano di questi argomenti mi interessano sempre, mi spaventa un po’ il fatto che sia poco romanzato, però dai, intanto me lo segno e poi chissà 😀
Potrebbe proprio interessarmi, grazie!
Questo mi era sfuggito ma, leggendo la tua recensione, credo proprio che potrebbe piacermi!
Non sapevo dell’esistenza del film, nè tantomeno del libro. Si. vivo in un mondo a parte, lo so! Ma è sicuramente un romanzo che metterò in lista, perchè anche io sono sempre alla ricerca di stralci di vita del periodo più buio dell’umanità.