Buongiorno Lettori!
Finalmente torno a scrivere sul blog. In questo periodo fatico un po’ di più a scrivere le recensioni, ma provo sempre a tenere aggiornato questo piccolo angolino. Da settembre le cose miglioreranno, semplicemente perché uno dei motivi che mi tiene lontana dal pc è il caldo, oltre al fatto che in questo periodo ho incontrato dei libri che hanno un po’ rallentato i miei ritmi.
Oggi, ad esempio, vi parlerò di un libro al quale mi sono approcciata con delle aspettative davvero elevate, un libro che credevo mischiasse mitologia e amore, due elementi che adoro, invece mi sono scontrata con l’inizio di una serie un po’ deludente e piatta.
Oggi vi parlo di Ferryman di Claire McFall, edito Fazi Editore che ringrazio per la copia digitale ricevuta.
Ferryman
Claire McFall
Fazi Editore
Prezzo: 16.00 €
eBook: 6.99 €
Trama: Dylan ha quindici anni e quando una mattina decide di andare a trovare il padre, che non vede da molto tempo, la sua vita subisce un drastico cambiamento: il treno su cui viaggia ha un terribile incidente. Dylan sembrerebbe essere l’unica sopravvissuta tra i passeggeri e, una volta uscita, si ritrova in aperta campagna, in mezzo alle colline scozzesi. Intorno non c’è anima viva, a parte un ragazzo seduto sull’erba. L’adolescente si chiama Tristan e, con il suo fare impassibile e risoluto, convince Dylan a seguirlo lungo un cammino difficile, tra strade impervie e misteriose figure che girano loro intorno, come fossero pronte ad attaccarli da un momento all’altro. È proprio dopo essersi messi in salvo da questi strani esseri che Tristan le rivela la verità… lui è un traghettatore di anime che accompagna i defunti fino alla loro destinazione attraverso la pericolosa terra perduta.
A ogni anima spetta il suo paradiso, ma qual è quello di Dylan? L’iniziale ritrosia di Dylan e l’indifferenza di Tristan si trasformano a poco a poco in fiducia e in un’attrazione magnetica tra i due ragazzi che non sembrano più volersi dividere. Arrivati al termine del loro viaggio insieme, Dylan proverà a sovvertire le regole del suo destino e del mondo di Tristan, pur di non perderlo.
Avete presente quando volete davvero leggere un libro, lo attendete con trepidazione, vi fate i film mentali e poi questo vi delude?
Ecco, io potrei riassumere così la mia esperienza con Ferryman.
Un libro che si presentava come una storia d’amore epica, con una rivisitazione del mito di Caronte e una protagonista forte, in grado di affrontare la morte.
Iniziamo con il dire che la protagonista non è forte.
Dylan è quanto di più odioso si possa trovare nei libri. Una ragazzina che muore e neanche pensa un attimo ai genitori, tutta occhi per il suo traghettatore. Io lo shock iniziale lo avrei compreso eh, ma neanche dopo tutto il viaggio si concede di pensare a quei due fessi dei genitori che l’hanno persa. Vabbè.
Nel suo viaggio con Tristan, passa metà del tempo a lamentarsi, l’altra metà ad ammirare il suo traghettatore, il che è un buon modo per impiegare le ore, considerando che la sua anima non ha più bisogno di dormire.
In quello che dovrebbe essere il viaggio per la salvezza della sua anima, per arrivare al luogo sicuro, lei pensa solo a Tristan, che conosce da cinque minuti.
Lo capisco che quando si vive a contatto tutto il giorno, i sentimenti potrebbero esplodere più velocemente, ma in tre o quattro giorni, mi dispiace ma no.
Il punto davvero debole di questo libro è proprio Dylan, con il suo essere infantile, il suo amore istantaneo come il caffè, ma soprattutto il suo riuscire a fare tutto senza problemi. Magari un po’ di guai in più avrebbero fatto comodo.
«Io mi mostro a ogni anima nel modo più adeguato. Mantengo quell’aspetto finché non incontro l’anima successiva. Non so che cosa fossi prima di incontrare la mia prima anima, sempre che fossi qualcosa. Io esisto perché voi avete bisogno di me».
Di positivo c’è Tristan, il traghettatore. Per lui è tutto nuovo, nonostante svolga questo lavoro da tantissimo tempo, eppure con Dylan qualcosa cambia.
La novità è sempre parte del comportamento di Tristan, che si stupisce di tutto quel che riesce a provare, in parte confuso e manipolato dagli atteggiamenti di Dylan. È un personaggio che mi piace, anche se avrei preferito più carattere, più intraprendenza e forse più forza nel dire un no.
La storia scorre, lo stile è fluido e si legge piacevolmente. Il viaggio è il vero simbolo di questo libro, la terra desolata da attraversare per salvarsi, la non certezza di arrivare davvero integri nel mondo sicuro.
Una storia che mi sarebbe piaciuta tantissimo se Dylan fosse stata meno infantile, sempre alla ricerca di cavalluccio, neanche fosse una bambina.
Mi sarei aspettata una protagonista più profonda, consapevole della gravità della situazione, invece di una sedicenne con l’ormone impazzito.
Insomma, una storia con un potenziale infinito, rovinata da una protagonista senza carattere.
Come primo libro pone diversi punti interrogativi e cerca di insinuare il dubbio sull’aldilà, ma sicuramente è il finale che sa dare una vera scossa alla storia, ricordando al lettore che le carte in tavola possono essere mischiate, il gioco si può cambiare, ma le regole ci sono e potrebbero avere effetti sconosciuti.
C’è sicuramente la voglia di leggere il seguito, perché vorrei capire come evolverà la situazione soprattutto di Tristan, sperando in una crescita di Dylan, ma soprattutto sono curiosa di scoprire se per loro potrà esistere davvero il lieto fine e in che misura.
Un voto un po’ basso, è vero, ma valutando i pro e i contro, sono arrivata a questa conclusione. Spero ovviamente che il secondo libro sia molto meglio, che questo sia davvero solo l’inizio di una storia più profonda.
E voi lo leggerete o lo avete già letto?
Ciao! Anche io sono molto curiosa di scoprire il seguito, ma non vedo notizie a riguardo! Tu ne sai qualcosa?😊
Non ne so niente, ma credo se ne parli nella primavera 2020