Buona serata Lettori!
Oggi la recensione arriva in serata, perché un po’ va così e perché in questi giorni diventa sempre più difficile dedicare tempo alla lettura e alla scrittura. In questo periodo così incasinato, mi sono ritrovata a leggere un libro che non avrei mai scelto, uno di quelli che non avrei mai scelto in una pila di volumi. Oggi vi parlerò di La quinta Sally, un romanzo di Daniel Keyes, edito Nord.
La quinta Sally
Daniel Keyes
Nord Editore
Prezzo: 16.90 €
eBook: 9.99 €
Trama: Sally Porter apre gli occhi in un letto d’ospedale. Non ha nessun ricordo della sera precedente, né di come sia finita lì. Di una cosa però è certa: non è possibile che abbia tentato il suicidio, come le hanno riferito i medici, né che abbia quasi ucciso i due uomini che l’hanno salvata, per poi cercare di violentarla. Eppure i medici non mentono, ed è così che Sally scopre di soffrire di un grave disturbo dissociativo dell’identità. Infatti era Nola, l’artista che possiede uno studio al Greenwich Village, che voleva morire, ed è stata Jinx, la violenta assassina, a difendersi dagli aggressori. Tuttavia in Sally albergano altre due personalità, che prendono di volta in volta il sopravvento e la spingono a comportarsi in maniera bizzarra: Derry, la cameriera gentile e affabile con tutti, e Bella, la seduttrice. Sconvolta da quella rivelazione, Sally chiede aiuto al dottor Roger Ash, un esperto di personalità multipla. Per il dottor Ash, l’unica soluzione è fondere le diverse personalità per dare vita alla «quinta Sally», una Sally fnalmente unita e completa. Si tratta di un procedimento complesso e doloroso, in cui Sally dovrà rivivere i traumi che hanno causato la scissione e accettarli come parte integrante del suo passato. Ma non sarà facile nemmeno per Roger Ash, perché le ombre nascoste nel labirinto della psiche di quella donna così tormentata ed enigmatica lo costringeranno ad affrontare anche i suoi demoni…
La quinta Sally è un libro di Daniel Keyes del 1980 e pubblicato quest’anno, in Italia, dalla casa Editrice Nord. È il primo romanzo che leggo di questo autore, ma vi dico da subito che sarà anche l’ultimo.
Il romanzo mette in luce il rapporto particolare e squilibrato che intercorre tra Sally, una donna che soffre di personalità multipla e il suo dottore Roger Ash, che prende a cuore la causa di questa donna, schiava delle tante voci nella sua mente, voci che spesso prendono il suo posto e la lasciano con terrificanti buchi temporali.
Questa è una storia sicuramente ben scritta, in cui si nota l’esperienza dello scrittore nel narrare eventi di questo genere, tuttavia è un romanzo che non mi ha lasciato davvero nulla. Niente di niente.
L’ho letto, sono arrivata alla fine, ma non ho mai avuto la voglia, il desiderio, di alzarmi e leggere di corsa le pagine. Non ho mai avvertito l’impulso di continuare, curiosa di sapere come sarebbe andata a finire tutta la vicenda.
Questo mio malessere è stato dettato dai personaggi che si alternavano nella narrazione, per me totalmente privi di spessore e a volte anche irreali. Ho faticato a credere che esistessero persone che accettassero la personalità multipla di Sally, senza prima provare qualche tipo di paura o incertezza. Così come ho trovato assurdo che riuscisse a scappare e cavarsela sempre, anche in situazioni davvero incredibili, oltre la legalità.
Sally e Roger Ash, protagonisti indiscussi di questo romanzo, non mi hanno coinvolta minimamente e soprattutto il dottore l’ho trovato un po’ troppo banale; mi sarei aspettata una vita più cupa, qualcosa di più oscuro, invece sono rimasta con un pugno di mosche e tanta delusione.
Mi aspettavo una storia più torbida, d’altronde sulla cover ho trovato la scritta “Un viaggio nei recessi più oscuri della mente umana“, ma ho avuto tra le mani un libro che semplicemente alternava sedute dallo psichiatra a momenti in cui le personalità si scambiavano.
L’ho trovato un libro piatto, che non mi ha fatto provare nessun tipo di emozione. Avrei preferito un maggior approfondimento sul passato e invece, quelle parti sono state liquidate con poche righe o pagine.
La nota positiva è nel tipo di scrittura, che non abbonda in descrizioni sterili e punta maggiormente sui dialoghi e le interazioni tra le persone; ogni capitolo si legge velocemente e non si rischia di tornare indietro a rileggere le frasi, perché distratti o persi tra le innumerevoli descrizioni, che a volte abbondano in alcuni romanzi e appesantiscono la lettura.
Ho pensato più volte a come concludere questa recensione. Vi consiglio o no questo libro? In realtà non ve lo so dire. Io non lo rileggerei mai, ma è un tipo di romanzo che può piacere a molti, se amate soprattutto i romanzi con un forte rapporto tra paziente e dottore.
Chi di voi l’ha già letto?