Buondì Lettori!
Torno a scrivere da persona felice, con un esame in meno all’università e più gioia in corpo! La verità è che questa è una gioia a metà, perché l’altra metà se l’è presa il raffreddore/allergia/non so cosa io abbia realmente!
In ogni caso, tra uno starnuto e l’altro, oggi e nei prossimi giorni vi scoccerò l’anima con le mie recensioni, iniziando la settimana con Magari domani resto, un libro candidato al Premio Bancarella e che sono felice di aver letto.
Magari domani resto
Lorenzo Marone
Feltrinelli
Prezzo: 16.50 €
eBook: 9.99 €
Trama: Luce, una trentenne napoletana, vive nei Quartieri Spagnoli ed è una giovane onesta, combattiva, abituata a prendere a schiaffi la vita. Fa l’avvocato, sempre in jeans, anfibi e capelli corti alla maschiaccio. Il padre ha abbandonato lei, la madre e un fratello, che poi ha deciso a sua volta di andarsene di casa e vivere al Nord.
Così Luce è rimasta bloccata nella sua realtà abitata da una madre bigotta e infelice, da un amore per un bastardo Peter Pan e da un capo viscido e ambiguo, un avvocato cascamorto con il pelo sullo stomaco. Come conforto, le passeggiate sul lungomare con Alleria, il suo cane superiore, unico vero confidente, e le chiacchiere con il suo anziano vicino don Vittorio, un musicista filosofo in sedia a rotelle.
Un giorno a Luce viene assegnata una causa per l’affidamento di un minore, e qualcosa inizia a cambiare. All’improvviso, nella sua vita entrano un bambino saggio e molto speciale, un artista di strada giramondo e una rondine che non ha nessuna intenzione di migrare.
La causa di affidamento nasconde molte ombre, ma forse è l’occasione per sciogliere nodi del passato e mettere un po’ d’ordine nella capatosta di Luce. Risolvendo un dubbio: andarsene, come hanno fatto il padre, il fratello e chiunque abbia seguito il vento che gli diceva di fuggire, o magari restare?
Prima di cominciare questa recensione devo dire prima di tutto grazie a La Libridinosa, questo perché all’inizio quasi mi strozza via web, non avendo mai letto un libro di Marone (eh vabbè, mea culpa), poi però sono entrata in libreria e Magari domani resto era appena uscito, mi guardava e mi sono detta che era il destino, no? Anche perché diciamocelo, quante sono le volte che entro in libreria ed esco senza qualche nuovo acquisto? Poche. Il destino poi vuole che poco tempo dopo scopriamo che proprio il libro di Marone è candidato al Bancarella, quindi attivo le antennine e da Bancarella Blogger decido di leggerlo a maggio, un mese che pensavo fosse più tranquillo, ma questa è un’altra storia!
Dopo questa premessa, passerò alla recensione, che spero di fare bene e spero renda giustizia al libro.
Luce è una donna con la cazzimma. Ho pensato spesso a come descriverla ma la verità è che uno dei pregi di questo libro è l’utilizzo di termini tipici del dialetto napoletano, e se a Roma esprimiamo un concetto con “mo vabbè che vabbè, ma mica davero davero“, a Napoli si può descrivere una persona dicendo che ha la cazzimma, uno status che ti rende forte, indipendente, in qualche modo figo ma senza strafare.
Luce Di Notte è il mio nome completo. Lo so, non è un nome, è ‘na figura e merd’.
Sì, perché Luce fa l’avvocato in una città non facile, una città che è bella e in qualche modo ti soffoca, una città con le persone che si conoscono e allo stesso tempo si fanno gli affari propri e girano la testa se succede qualcosa. Luce ci parla di una Napoli bella eppure con i suoi problemi, a partire da una madre troppo devota a un avvocato così viscido che, mentre leggevo, mi domandavo se allo stesso Marone non abbia iniziato a formicolare le mani mentre parlava di Arminio Geronimo.
Luce è una forza della natura. Molto spesso mi ripetevo che vorrei essere come lei, rispondere per le rime e dire davvero quello che penso ogni volta, indipendentemente da chi io abbia davanti. Luce è così. Senza filtri, senza peli sulla lingua. Il suo narrare tra presente e passato, tra i momenti della sua vita da donna adulta, ai momenti così particolari del suo passato, rendono questa donna più umana.
Durante la lettura si nota un cambiamento, la crescita di Luce: se all’inizio è molto scocciata dalla vita, dalle persone intorno a lei, incontrando nuove persone, innamorandosi, scopre qualcosa oltre il semplice guardare. Si assiste alla crescita di Luce e questo è un grandissimo pregio di questo libro.
Si chiama “freva”, ed è quel particolare sentimento tutto partenopeo con il quale si descrive una sensazione di malessere che non è solo e semplicemente, come da traduzione, febbre, ma qualcosa di più violento e viscerale.
Il libro, essendo narrato in prima persona, valorizza tantissimo la protagonista senza però sminuire quei personaggi che piano piano fanno il loro ingresso: Kevin (e scoprirete perché si chiama così, anche se io per tutto il tempo avevo in mente Viaggi di Nozze. Lorenzo scusami tanto, ma qui a Roma per Kevin è così!), Carmen, Don Vittorio, Thomas e ad un certo punto ho apprezzato anche Manuel. Insomma, ogni personaggio è funzionale, nessuno è messo a caso per riempire buchi.
L’ultimo punto su cui voglio soffermarmi e che ho davvero apprezzato è relativo alla narrazione. Luce è nata e cresciuta a Napoli, quindi è normale, normalissimo, anzi è ovvio che parli spesso in dialetto. Io se parlo con gli amici perdo doppie in continuazione, metto le “r” dove non servono e poi cambio registro quando parlo all’università. Ho maggiormente apprezzato che, essendo narrato in prima persona, non solo i dialoghi ma anche i pensieri si esprimono spesso in dialetto. Quanti di voi pensano in italiano corretto? Io no e in questo caso, essendo un libro italiano, consapevole della presenza di dialetti, lo trovo davvero onesto per quanto riguarda il lessico. Luce è di Napoli, è giusto che parli di cazzimma e freva.
Con questo direi che la recensione deve terminare, perché sennò la faccio troppo lunga e non si può. Ho amato questo libro. Mi ha fatto ridere e pensare, riflettere e anche odiare perché alcune parole, alcune frasi dette da diverse persone proprio non le tolleravo. Mi è piaciuto il panorama che ha dato di Napoli, reale tra le sue meraviglie e i suoi problemi.
Dovete leggere questo libro, se non lo avete fatto, perché è davvero un ottimo racconto, un ottimo modo per passare diverse ore in compagnia di Luce, una donna magari non facile da frequentare, ma forte e divertente.
E voi lo avete già letto?
ciao Scheggia, bellissima recensione e concordo con te. E grazie Laura per averci minacciate tutte ihihih
Ahahah ahahah grazie per il commento! Comunque questo è un libro da amare!