Buongiorno Lettori!
Inizia la settimana, l’ultima di novembre ma in realtà nel momento in cui sto scrivendo è ancora domenica e mi ritrovo coccolata dalla mia piccola cucina, che affaccia sul salone; una cucina così speciale che posso ritrovarmi in salone allungando un braccio.
È domenica pomeriggio e sto ascoltando un po’ di musica, mentre inizio a scrivere una recensione non facile, difficile in ogni parola.
Non sono neanche le 16:00 e mentre ascolto la Playlist Pop relax su Spotify, bevo un caffè (anche se non dovrei) e annuso l’aria che prende l’odore della Yankee Candle Warm Cashmere. Mi guardo intorno e vedo la casa pulita, e anche se ho una montagna di panni da stirare (che non sono in grado di delegare), so che è tutto pulito perché Sherpa mi ha aiutato. Mentre spolveravo lui lavava i piatti, mentre stendevo i panni, lui passava l’aspirapolvere e in pochissimo tempo la casa ha ripreso a splendere. Se non mi avesse aiutato, adesso non sarei qui a scrivere, ma a combattere contro le pulizie di casa.
Perché vi racconto questo? Perché credo sia davvero una bella cosa e non tutte purtroppo riescono ad avere questo aiuto. E vi racconto questa cosa perché oggi vi parlerò di un libro che non si può definire bello, un aggettivo che lo qualificherebbe in modo superficiale. Oggi vi parlo di un libro che è interessante, che è esplicativo di una situazione reale, che è fatto di dati e discorsi. Un libro che non è un romanzo e che merita di essere letto da tutti, uomini o donne, o semplicemente da tutti gli esseri umani.
Orgoglio e Pregiudizi
Tiziana Ferrario
Chiarelettere
Prezzo: 16.90 €
eBook: 9.99 €
Trama: Il coraggio delle donne.
Storie, incontri e battaglie contro le discriminazioni.
Il futuro è già cominciato.
In queste pagine l’esempio di chi non si piega a ingiustizie e prepotenze.
Questo libro comincia una mattina a Washington, il 21 gennaio 2017, giorno della marcia storica di un milione di donne contro il presidente Trump, e attraversa in presa diretta gli Stati Uniti fino ad arrivare in Italia. Un viaggio ricco di incontri e storie appassionanti, spesso difficili, molte delle quali sconosciute. Un racconto intenso, che cattura pagina dopo pagina sempre tenendo ferma l’attenzione sui fatti e su cosa resta da fare per raggiungere una reale parità.
Le donne sono tornate ad alzare la voce chiedendo stesse opportunità di carriera, stessi salari e diritti. Dalle campionesse dello sport alle scienziate più geniali, dalle attrici di Hollywood a tante donne comuni che si stanno preparando per entrare in
politica alla ricerca di una rivincita. Dai corsi dedicati alle bambine sull’autostima alle esperienze nei college, dove si cerca di arginare il dramma degli stupri.
E ancora le giornaliste delle redazioni più importanti al mondo che hanno affrontato sfide eccezionali a testa alta. Leggerete storie di donne famose come quella di Megyn Kelly, star tv di Fox News e Nbc, che ha osato sfidare Trump in diretta tv, e storie di donne sconosciute, ma altrettanto potenti, come la libraia italiana che promuove la
diffusione dei libri di scienza alle ragazze (perché scienza e matematica non sono appannaggio dei maschi, anzi). Sempre con l’attenzione puntata sul nostro paese, dove tanta strada è stata fatta ma tanta ne resta ancora da percorrere per una società più equa.
Questo libro ci aiuta a vedere dove siamo arrivati. Le storie che incontrerete saranno un ottimo spunto di riflessione per riaprire un dialogo e affrontare il cammino che rimane, uomini e donne insieme.
Gli stereotipi sono la chiave di tutti i mali, i più difficili da eliminare, perché radicati da tempo nella testa delle persone, nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei campi sportivi, negli spettacoli televisivi, nei film.
Oggi vi chiedo di avere pazienza perché scriverò tanto, ma spero che valga la pena leggere tutto. Spero che abbiate cinque minuti per leggere quanto ho da dirvi o ancora meglio, cosa Tiziana Ferrario ci racconta nel suo libro.
Non posso semplicemente dirvi che è scritto bene, che è ben strutturato, che è facilmente comprensibile. Oggi non vi parlerò di questo e so che non è questo che vorreste leggere qui dentro. Non è un romanzo, non c’è una storia originale o meno, non ci sono bei ragazzi e donne carine, non ci sono sentimenti, rivalsa, lieto fine.
No.
Nel libro di Tiziana Ferrario sicuramente non c’è un lieto fine, perché è una storia ancora in fase di scrittura, fatta di piccoli passi e grandi porte sbattute in faccia. È un libro, è la storia di tutti i giorni di quelle donne che non avanzano di carriera in quanto donne, di quelle pagate di meno in quanto donne. È la storia di atlete riconosciute come atlete donne, come se questo fosse un aspetto fondamentale dei loro successi, come se Serena Williams potesse essere identificata solo come donna e non come la grande atleta che è.
Questo è il libro che parla di Michelle Obama che ha fatto del suo essere First Lady un punto a suo favore, un modo per far vedere all’America che essere ai vertici è un modo per dare l’esempio, per inviare messaggi positivi. È il libro che affronta la complicata questione della campagna elettorale Usa, quella che ha visto trionfare Trump che non ha mai tenuto nascoste le sue idee in merito alle donne.
È il libro che da uno schiaffo morale a tutti quegli uomini retrogradi, che ancora credono che essere tali li renda superiori. Un libro che colpisce tutti gli egoisti che credono che l’essere uomo dia il diritto di possesso su una donna.
Beh, notizia dell’ultima ora: essere uomo non ti da alcun diritto su una donna.
Questo libro, diviso in 9 capitoli più prologo e conclusione, affronta varie tematiche che vedono le donne prevalentemente discriminate. I capitoli portano titoli importanti, che fanno già capire di cosa si andrà a parlare:
- Capitolo1: Una sfida incompiuta;
- Capitolo 2: Il risveglio delle donne ai tempi di Trump;
- Capitolo 3: L’eredità;
- Capitolo 4: Cattive Ragazze;
- Capitolo 5: Parità di salario;
- Capitolo 6: Donne molest(at)e;
- Capitolo 7: La lettera;
- Capitolo 8: «Non permettere a nessuno di dire che non puoi»;
- Capitolo 9: Impegno da star.
Sebbene siano tutti capitoli dal forte interesse, alcuni sono stati un vero pugno nello stomaco. Ci sono state pagine che mi hanno fatto arrabbiare, che hanno fatto contrarre lo stomaco e scuotere la testa.
244 pagine per far capire alle donne che non valgono di meno in quanto tali, 244 pagine che spiegano quanto il mondo ancora non riesca a capire del tutto che essere donna non è un danno o un handicap. È la natura.
Per concludere, hai detto: «Voglio far vedere alle persone che una serata da ubriachi può rovinare una vita».
Rovinare una vita, una vita sola, la tua: ti sei dimenticato della mia. Permetti di riformulare la frase per te: «Voglio far vedere alle persone che una serata da ubriachi può rovinare due vite». La tua e la mia. Tu sei la causa, io sono la conseguenza. Tu mi hai trascinato con te in quest’inferno, mi hai fatto immergere di nuovo in quella notte, volta dopo volta. Hai fatto crollare entrambi i nostri castelli. Il tuo è stato un danno concreto: ti hanno portato via i tuoi titoli sportivi, quelli di studio e l’iscrizione all’università. Il mio è stato interiore, invisibile, lo porto con me: mi hai portato via il mio valore, la mia privacy, la mia energia, il mio tempo, la mia sicurezza, la mia intimità, la mia fiducia, e la mia voce, fino ad oggi.
Questo è un passo della Lettera, il capitolo che mi ha distrutta emotivamente, una lettera che ogni donna e soprattutto ogni uomo dovrebbe leggere. Lo stupro non sono “venti minuti” su vent’anni di vita; lo stupro è un atto ignobile, animale, che resta sulla pelle della vittima a vita. È un atto che distrugge in pochi attimi un’esistenza.
La Lettera non è inventata. Non è il discorso ipotetico di qualcuno. È il discorso di una ragazza che dopo una festa di risveglia in ospedale, dove i dottori le dicono che è stata violentata. È la storia di una ragazza che è stata salvata da due ragazzi in bicicletta, che hanno fermato il suo stupratore mentre commetteva il reato dietro un cassonetto.
Ed è la storia di un ragazzo che di sei mesi di detenzione, ne ha scontati solo tre.
Sono pagine che mi hanno sconvolto.
La violenza fisica è quella che ha subito un impatto in chi legge o ascolta, eppure questo è un libro che parla anche di salari differenti, di posizioni lavorative che sembrano aprirsi solo agli uomini, di percentuali che non sono a favore delle donne.
Eppure è un libro che parla anche di cambiamenti, perché alcune aziende lavorano per favorire la parità, per combattere le molestie e alcune associazioni si impegnano sempre di più per aiutare le donne, le invitano a non rinunciare ai loro sogni, fanno capire che essere donne non significa avere poche scelte.
Sei donna ma hai le stesse opportunità di un uomo, perché sei donna, ma soprattutto sei un essere umano e nessuno dovrebbe dirti che non puoi diventare scienziata.
Ho letto questo libro su consiglio di Amanda Colombo, la nostra Boss, una donna intelligente e piena di qualità, che indossa i tacchi perché vuole e non perché qualcuno le ha detto che solo così può essere considerata o più donna (più rispetto a cosa poi me lo dovete dire).
Ringrazio la Chiarelettere per avermi inviato una copia, ma soprattutto per aver pubblicato questo libro e ringrazio Tiziana Ferrario per averlo scritto.
E vi invito ad andare sul Blog delle Due lettrici quasi Perfette, perché anche Lea ha letto questo libro e so che ha scritto tante cose che meritano i minuti del vostro tempo.
Io vi saluto adesso, perché so di aver scritto tanto, so che non è stato facile arrivare fino in fondo e ringrazio te che ci sei riuscita/riuscito.
Vi saluto con un video che questo libro consiglia di guardare (credo sia quello, corrisponde alla descrizione perché purtroppo il link sul libro sembra esser stato rimosso) e con altre poche parole. Sono una persona che studia ancora, una persona che forse ancora non sa cosa vuole dalla vita, ma non per questo ci rinuncio.
Sono una persona che dall’università è riuscita a prendere tanto, anche se in alcuni casi mi sono arrabbiata, ma è stato proprio nell’università che una professoressa mi ha aperto un mondo davanti ai miei occhi.
Ero a lezione, un po’ assonnata perché era dopo pranzo e non è facile seguire una lezione dopo aver mangiato, e mentre si parlava di filosofi e faticavo a capire qualcosa (non ho basi di filosofia) un ragazzo è intervenuto e parlando di un concetto ha continuato a riferirsi ai soggetti come uomini. La professoressa l’ha corretto dicendo “esseri umani” e quando il ragazzo ha continuato a dire uomini, lei ha guardato tutta la classe dicendo che dovevamo parlare di esseri umani, non di uomini. Ecco. Dovrebbe essere sempre così, non dovrei sentirmi appellare come ragazzo solo perché in aula piena di ragazze c’è un ragazzo. Non mi piace sentire parole come “basta un uomo in aula per parlare al maschile” perché si può sempre dire “ragazzi e ragazze” e non si offende più nessuno.
A volte basta davvero poco.
Scheggia
Cara Deb,
ero proprio curiosa di leggere questa tua recensione e ne sono rimasta incantata. A volte basta davvero poco, come scrivi tu, per fare la differenza. Io penso che con giovani come te e Sherpa la strada da percorrere sia meno impervia.
Un bacio da Lea
Grazie Lea per questo tuo commento. Spero davvero che la strada diventi meno impervia, non per me ma per tutti i bambini che ancora devono crescere.
Baci 😘
Deborah sei stata bravissima, davvero. Ho i brividi
Grazie Chiara 😘 Mi emoziona sapere che hai provato queste sensazioni 😘