Cari Lettori, in questo giovedì, l’ultimo di luglio, arriva la recensione di Dimmi chi sei di D.M. Winters. Prima però voglio subito anticiparvi una cosa su questo libro: è stato pubblicato dalla casa editrice Lettere Animate il 26 maggio 2016, dopo che mi è stato inviato, quindi io non ho letto la versione eventualmente corretta dall’editore, ma l’edizione self. Purtroppo ci ho messo un bel po’ a leggerlo, sia per motivi universitari, sia per altri che leggerete dopo.
Dimmi chi sei
D.M. Winters
Prezzo: 10.39 €
Ebook: 0.99 €
Trama: Ginevra Macchiavelli, ragazza acqua e sapone, testarda e pericolosamente coraggiosa. Frequenta il quarto anno di Liceo Linguistico, ma ciò che conta davvero per lei è la danza. Ballerina da quando aveva cinque anni, sogna da troppo tempo di ballare al Memorial Tchaikovskij, uno dei più famosi concorsi annuali di danza, a livello nazionale. L’invidia che prova verso le compagne, però, le impedisce di “camminare”.
Massimiliano Mazzoni, misterioso e solitario, con alle spalle un passato da dimenticare. Tra lavoro, palestra ed equitazione crede che sarà possibile ricominciare da capo, iniziare una nuova vita, evitando di sbagliare ancora.
L’incontro tra Ginny e Max, però, mette a dura prova la vita, i sogni di entrambi. Lei non può dimenticare neanche per un momento chi vuole diventare. Lui non può commettere un altro grave errore.
Cosa dire? La prima cosa che voglio dire è che non è scattata la scintilla, non c’è stato amore fin dalle prime pagine, tant’è che io personalmente ho faticato a continuare la lettura. Quando si parla di emozioni lo sapete, è tutto soggettivo e infatti molte persone che lo hanno letto lo ritengono eccellente.
La scintilla non è scattata per diversi motivi, il primo tra tutti è la fretta.
Ormai penso si sia capito, la fretta nelle storie d’amore io non la capisco e questa fretta ha reso la mia lettura particolarmente interrogativa; mi domandavo Com’è possibile che un ragazzo, direi uomo, di 26 anni dica dopo due settimane (se non sbaglio i tempi) di essere innamorato di una persona? La chiama amore… No per me è poco realistico. Sono favorevole al colpo di fulmine, le farfalle nello stomaco… ci mancherebbe! Ma un conto è il colpo di fulmine, un conto è l’amore. Per me sono cose diverse.
Un’altra cosa che non ho affatto apprezzato e spesso mi generava confusione, è stata la mancanza di narrazione di alcune scene che invece potevano essere importanti, così come alcuni momenti che sicuramente avrebbero aiutato la narrazione, fatta in prima persona spesso da Ginny, poi da Max e a volte dal fratello di lei, Giò.
La narrazione in prima persona può essere un grandissimo e potente strumento per parlare delle emozioni ed essere molto specifici su quello che accade, qualcosa che non è stato sfruttato affatto in questo romanzo. C’è sicuramente un tentativo da parte dell’autrice ma, credo che fosse necessaria una maggiore descrizione per rendere totalmente l’idea delle emozioni.
Ci sono poi degli errori che non ho capito se siano voluti o se siano dettati dalla fretta della scrittura: la narrazione è tutta al passato ma spesso ci si ritrova a scrivere “oggi, domani” all’interno di frasi di descrizione e non di dialogo.
Voglio anche fare un appunto sui due protagonisti: Ginny e Max.
Ho apprezzato molto la scelta di un personaggio dedito ad una disciplina, in questo caso la danza, che s’impegna per raggiungere i suoi obiettivi ed è coerente che, avendo dedicato tanto tempo ad uno sport, abbia tralasciato altre cose e si ritrovi del tutto impreparata quando incontra Max, un ragazzo più grande. L’essere spesso infantile si perdona per l’età che ha. Cosa non mi è piaciuto di Ginny? Il fatto che, dopo ogni litigio, dava l’impressione di sottomettersi a lui pur di fare pace. Questa è l’impressione che mi è arrivata.
Max invece l’ho trovato davvero debole. Un ragazzo bello cresciuto come si dice da me, che dopo due settimane sembra un invertebrato senza attributi. Poche volte sembra farsi valere, ma tutto dura un attimo. Il passato che lo tormenta poteva essere un grande appoggio per la narrazione che invece non c’è. Ad esempio, succede qualcosa tra Mattia e Max ma non ci viene detto cosa, ci viene detto solo il dopo. Il prima e il durante?
Ci sono poi i momenti e personaggi che sembrano messi a caso: il personaggio di Alberto non ho onestamente capito a cosa serve, anzi mi ha dato quasi l’impressione che ci si fosse dimenticati della sua esistenza.
Nel complesso io e questa storia non abbiamo avuto un buon feeling però ammetto che si nota dalla scrittura, lo sforzo dell’autrice nel creare una storia con tante emozioni. Quello che manca, secondo me, è una buona revisione che magari è stata fatta per la pubblicazione con Lettere Animate.
Vi ricordo che l’ebook costa 0.99 € e che una possibilità si può sicuramente dare a questa autrice. Sono convinta che a molte persone potrebbe piacere. Vi ricordo anche che Dimmi chi sei è il primo di due volumi, il secondo è Dimmi perché che ancora deve uscire.
Chi di voi ha già letto questo romanzo? È scattata la scintilla?
Fatemi sapere…
Ciao, Debora! Ti ringrazio infinitamente per questa recensione e soprattutto per il tempo che mi hai dedicato. Ho letto con attenzione ogni tua frase, che ho fatto mia. Proprio in questo periodo ho ripreso in mano questo libro, e io stessa ho deciso di migliorarlo (spero), oltre che ad editarlo, grazie alle critiche costruttive (compresa anche la tua, ora) che ho ricevuto. Mi hai fatto notare molte cose a cui io purtroppo non ho dato molta importanza, e ho spesso tralasciato superficialmente.
Per la questione di Alberto, lui era un antagonista secondario, apparso quattro volte nel corso del libro (non ricordo se la versione che ho inviato a te aveva già delle modifiche apportate, che lo riguardavano).
Ti ringrazio in particolare per questa precisazione:
“La narrazione in prima persona può essere un grandissimo e potente strumento per parlare delle emozioni ed essere molto specifici su quello che accade, qualcosa che non è stato sfruttato affatto in questo romanzo. C’è sicuramente un tentativo da parte dell’autrice ma, credo che fosse necessaria una maggiore descrizione per rendere totalmente l’idea delle emozioni.”
Nella nuova versione cercherò di integrare alle azioni soprattutto emozioni e pensieri dei personaggi che parlano, dove ho capito essere carente, scavare quindi nei personaggi, dar loro più forma e spessore; trovo giusto che i lettori debbano ottenere di più dai personaggi, sarebbe bello far sì che si immedesimino in almeno uno di loro – diciamo che è il mio obiettivo. Ho ancora molto da lavorare, ma sono comunque soddisfatta di questo inizio!
Ti ringrazio ancora!
D. M. Winters
Ciao Diana.
Sono contenta che tu abbia apprezzato le critiche che ho fatto. Sappi che sono fatte sempre con l’obiettivo di far capire all’autore cosa mi ha convinta e cosa meno. Non volevo screditare il tuo romanzo e spero che questo si sia capito. Sono sicura che migliorerai questo romanzo, ha una buona base che va solo infarcita un po’.