[Recensione] È tempo di ricominciare di Carmen Korn

Buongiorno Lettori!

Ricomincia la settimana e che bello farlo con un libro che mi ha davvero entusiasmata! Proprio oggi, in ebook, esce È tempo di ricominciare di Carmen Korn, il seguito di Figlie di una nuova era, edito Fazi Editore. Il cartaceo lo troverete in libreria giovedì 11 aprile.
Questa serie, prettamente al femminile, mi ha entusiasmata da subito, con le vicende di Henny, Käthe, Ida e Lina, quattro amiche che si destreggiano nel primo dopoguerra.

È tempo di ricominciare è il degno seguito del primo volume e ringrazio la Fazi Editore per la copia digitale e per avermi permesso di leggerlo in anteprima.

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Carmen Korn
Fazi Editore
Prezzo: 20.00 € 
eBook: 9.99 €

Trama: 1949. La guerra è finita. I nazisti sono stati sconfitti. Come molte altre città, Amburgo è devastata. Fra le persone che si ritrovano senza più una casa c’è Henny, che ha finalmente sposato Theo. Käthe risulta ancora dispersa, anche se Henny l’ha intravista su un tram proprio nell’episodio finale del primo volume. Henny continua fiduciosamente a cercarla, ma ci vorrà un po’ di tempo, perché Käthe si sente tradita dalla sua grande amica: la crede ancora sposata con Ernst Lühr, l’uomo che ha denunciato lei e sua madre alla Gestapo. Nel frattempo, mentre Lina e la sua compagna Louise aprono una libreria in città, Ida si sente delusa dal modesto ménage coniugale con il cinese Tian, pur avendo mandato all’aria il suo precedente matrimonio per stare con lui, e vorrebbe tornare ai fasti della sua giovinezza di rampolla di una famiglia altolocata. Col passare degli anni guadagna sempre più spazio la nuova generazione, quella dei figli delle protagoniste… Sullo sfondo, le rivoluzioni sociali che hanno scandito gli anni Cinquanta e Sessanta: lo sbarco sulla luna, la crisi dei missili a Cuba, la costruzione del Muro di Berlino, il riarmo e la paura del nucleare, la pillola anticoncezionale, l’irruzione della televisione nella vita quotidiana delle famiglie e l’inizio dei movimenti studenteschi a Berlino.

Divisore Scheggia

Prima cosa da dire, subito subito! Quanto è bella la cover? Ormai credo si sappia, si sarà sicuramente sparsa la voce: io adoro queste copertine della Fazi Editore. Sono delle cover molto eleganti e non mi capita spesso di dirlo, piacevoli da guardare e che non si vogliono nascondere. Spero che la Fazi continui su questa linea, perché vestono davvero bene i loro libri.

Detto ciò, passiamo alle cose più importanti!

«Come sarebbero le cose se vivessimo in un mondo più tollerante?»

È tempo di ricominciare è il seguito di Figlie di una nuova era, un libro che da subito ci mette davanti al secondo dopoguerra, con le città da ricostruire, le vite perse e quelle che invece devono andare avanti.
Si ricomincia dal marzo del 1949 con Henny che finalmente può stare con Theo, il suo grande amore, Käthe delusa dalla sua amica, credendola ancora sposata con il delatore Lühr, Ida sempre ad inseguire un sogno di lusso, Lina e Louise nella libreria dei loro sogni, dedicata a Kurt, l’amico medico morto anni prima, con l’entrata in vigore delle leggi razziali.
È tempo di ricominciare da spazio alle protagoniste del primo libro, ma da ancora più spazio ai figli, la nuova generazione nata sotto le bombe, quella che ricorda le corse nei rifugi per sfuggire alla morte.

Ci sono Florentine, Klaus, Marike, Thies, ma ci sono anche nuovi personaggi in una Germania che cambia, deturpata dal muro che viene eretto, dalle novità che spesso non riescono a surclassare le vecchie leggi, come quel paragrafo 175 che vieta le relazioni omosessuali, rendendo difficile la vita di Klaus.

C’è la radio, la televisione e un po’ alla volta i più anziani lasciano spazio ai più giovani, salutando il lettore che si è ormai affezionato a tutti e fatica a lasciar andare coloro che, per via dello scorrere del tempo, devono per forza abbandonare gli amici.
Eh si, perché Carmen Korn è riuscita a creare una storia così intensa e piena di quotidianità, che sembra davvero di far parte di questo gruppo di amici. Si condividono i segreti, si è spettatori di incontri che a volte vengono nascosti a qualcuno, si assiste al cambiamento, alla voglia di novità.

Lo ammetto. All’inizio questo libro mi stava conquistando meno del precedente. Gli mancava un po’ di mordente, però ci ho riflettuto e in effetti non potevo chiedere troppo nel secondo dopoguerra, quando c’era voglia di tranquillità e c’era bisogno di tempo per leccarsi le ferite. Quello che mi è mancato principalmente è forse la storia di Käthe, soprattutto all’inizio: avrei voluto sapere qualcosa di più e invece non c’è stato.

La Korn mi ha messa davanti a una Germania inedita, in uno spaccato di storia che conosco, è vero, ma che non ho mai del tutto approfondito, limitandomi a studiare quanto accadeva nel mondo e come tante avessero portato alla costruzione del Muro di Berlino.

Il titolo è giusto, perfetto, perché è davvero tempo di ricominciare, così si cerca di tirare un sospiro di sollievo e si sopporta anche un po’ Else, l’esigente madre di Henny, oppure Ida, sempre pronta a lamentarsi di ogni cosa, pronta anche a dare una sferzata al suo matrimonio, ora che è al sicuro da bombe e persecuzioni. E poi c’è Guste, anima di questa storia, con la sua pensione e la sua vita, con i suoi modi e con i suoi occhi che non si negano alla modernità, con le sue braccia sempre pronte ad accogliere persone in cerca di rifugio.

Lo stile della Korn è sempre lo stesso. Dividendo i capitoli con l’anno e il mese di riferimento, ci racconta le vicende dei vari personaggi all’interno del periodo designato. Non va mai troppo nello specifico e spesso alcune cose le spiega nei capitoli successivi; anche in questo libro conclude dei capitoli ad effetto, lasciando il cuore in tachicardia, perché insinua il dubbio su alcuni personaggi.
Per due sere consecutive ho tardato molto ad andare a dormire, proprio perché avevo il dubbio su alcuni personaggi e dovevo sapere! (ok, uno in particolare).

Mi sono affezionata alle persone di questo libro, tanto da non potervi dire chi mi piaccia o meno, perché sono tutti caratterizzati benissimo, tanto da voler solo scoprire cosa succeda dopo. La scomparsa di un personaggio in particolare mi ha davvero intenerita, forse per la dolcezza che ho trovato nella sua storia (di uno invece non mi è interessato nulla. Eh si, sono cattiva).

«Chissà, forse un giorno sarà normale e scontato che i padri stiano vicino alle madri durante il parto», disse Henny bevendo un sorso di porto.

La modernità sicuramente spicca in questo secondo volume; nel periodo del boom economico c’è voglia di rinnovamento e la ricostruzione passa attraverso le spese dei cittadini, così come prendono vita, anno dopo anno, i movimenti studenteschi. Si avverte il passaggio alla generazione successiva; ci si sposta dalla Finkenau, non ci sono più Henny e Käthe a far nascere i bambini, ma si continua comunque a voler bene loro, così come si legge con interesse la vita dei figli.
La libertà è un elemento cardine di questo romanzo: che sia dal punto di vista sessuale o per la voglia di non costruire una famiglia, che sia per l’espressione politica o per l’innovazione medica, la liberà è il simbolo di questo volume, che in alcuni momenti quasi scivola nell’esagerazione e che tuttavia viene perdonato.

Il finale lascia col fiato sospeso anche se, arrivati a un certo punto, è abbastanza prevedibile.
È comunque un ottimo finale, che spinge il lettore a dire: “E adesso? Quando avrò il seguito?”

Appunto. Fazi, quando avrò il seguito?

Io adoro questa serie. Mi piace tantissimo e spero che continui così. Sono davvero curiosa di scoprire come saranno gli anni ’70 in Germania, anche se so già che, col passare del tempo, dovrò salutare alcuni dei miei personaggi preferiti (eh già, non posso dirvi nulla, perché qui è tutto a rischio spoiler!).

E voi avete già letto il primo volume? Leggerete il secondo?

Scheggia

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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