Buongiorno Lettori!
In questi giorni ho avuto il tempo di leggere tanto, ma poco tempo per scrivere sul blog. Recuperando le recensioni da scrivere, oggi vi devo parlare di un libro, che in realtà è un classico, e che ho avuto modo di leggere per una challenge. Sostava nella mia libreria da diverso tempo (mesi?) ma, vi dirò la verità, mi sono pentita di averlo comprato. Oggi vi parlo di Guida galattica per gli autostoppisti, un libro sicuramente non per tutti, ancor meno per me.
Guida galattica per gli autostoppisti
Douglas Adams
Mondadori
Prezzo:12.00 €
eBook: 7.99 €
Trama: Lontano, nei dimenticati spazi non segnati sulle carte del limite estremo e poco à la page della Spirale Ovest della Galassia, c’è un piccolo e insignificante sole giallo. A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c’è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano una brillante invenzione…
Diciamocelo, dopo tanti libri belli, la fregatura prima o poi arriva. Deve arrivare. È fisiologico, no? Ogni lettore però spera di trovare sempre bei libri, perché la lettura è un piacere e quando le ore diventano supplizi, si perde l’anima del momento, la poesia e anche il tempo.
Ho iniziato Guida galattica per gli autostoppisti perché stava fermo in libreria da tempo, perché dovevo leggere un libro di un autore morto e perché dopo aver letto Asimov, credevo di trovarmi davanti a qualcosa di simile.
Così non è stato.
Protagonisti di questo primo romanzo sono Arthur, scampato per miracolo alla distruzione della Terra, e Ford, proveniente da un altro pianeta. La Guida galattica per gli autostoppisti è alla base della storia, un libro che viene consultato da Arthur e che viene aggiornato da Ford, nonostante sia rimasto bloccato sulla Terra per ben quindici anni.
Il problema di questo libro è che non ho avuto la voglia di continuare a leggerlo, bensì speravo finisse in fretta. Ho iniziato a controllare quanto mancasse alla fine, quanto tempo fosse necessario per una pagina, quanto avrei letto in un’ora. Insomma, per me questo libro è stato un supplizio.
Non sono riuscita a trovare la storia avvincente, ho trovato fastidiosi i continui salti tra un argomento e un altro, domandandomi alla fine quale fosse lo scopo di queste 230 pagine. I personaggi non mi hanno dato nulla, non li ho trovati di spessore e ho avvertito la sensazione di voler aggiungere troppi elementi in così poco spazio da non riuscire ad approfondire nulla. Ho trovato pesante la scrittura, non tanto per la mancanza di scorrevolezza, quanto per l’assurdità di alcune situazioni che mal spiegate, per quanto mi riguarda, hanno reso la lettura lenta, costringendomi a tornare indietro più volte per domandarmi cosa fosse successo, cos’è che avevo appena letto. È un libro che mi ha distratto tanto, che non mi ha permesso di rimanere concentrata su ciò che avevo davanti.
Non mi ha lasciato nulla di positivo e per giorni sono rimasta ferma a pensare al giudizio da dare. In fin dei conti chi sono io per giudicare un classico? Eppure ho dedicato tempo a questa lettura, a questo piccolo volume, e alla fine ho pensato che fosse giusto nei miei confronti e in quello dei lettori essere onesta, quindi…
Scrivere questa recensione è stato difficile. La verità è che non sapevo cosa dire perché la storia non mi ha lasciato nulla e sicuramente è anche colpa mia, magari non è il genere a me più adatto, ma sulla base della mia personale esperienza non me la sento di consigliarvi la lettura di questo volume.
Qualcuno di voi l’ha letto?
Scheggia
Credo che il problema sia stato proprio quello di approcciarsi ad Adams aspettandosi un libro di fantascienza alla Asimov. Adams scrive fantascienza umoristica, assurda, surreale. Io lo amo, mi fa ridere troppo! Ma giustamente è un genere che può anche non piacere. Io credo che tu abbia tutto il diritto di giudicare un classico che non ti è piaciuto. L’unico rischio che si corre è quello di veder piombare sul blog fan inferociti 😀 😀 A me capitò recensendo Twilight che non è un classico ma in quanto a fan inferocita dà punti a tutti!!
Scherzi a parte, trovo la tua opinione legittima. L’unico appunto che mi sento di fare (non me ne volere) alla tua recensione è quello di non aver messo sufficientemente in luce il fatto che si tratta di un libro di un genere particolare, fantascienza sì ma non classica.
Ciao! Grazie per il tuo commento che ho davvero apprezzato. Hai ragione, probabilmente il mio approccio è stato sbagliato dall’inizio, ma sicuramente ho capito che non è un genere che io riesco ad apprezzare. Se dovessero piombare i fan inferociti, pazienza XD Se ne faranno una ragione. Con Twilight posso capirti, a me il libro piacque, ma sono consapevole delle fan che non ragionano a dovere. Grazie per il tuo appunto 🙂 Mi rendo conto che alla fine non è fantascienza classica, l’errore mio è stato proprio credere di ritrovarmi di fronte a qualcosa di ben più classico.
anche io ho avuto le stesse impressioni di scheggia e non mi ricordo neanche se poi alla fine l’ho finito. è sicuramente un libro originale e appartenente ad un genere particolare e nuovo che io però non riesco ad apprezzare a pieno.
Ti dico la verità, io l’ho terminato solo per la challenge, altrimenti l’avrei davvero accantonato. Purtroppo è un genere così particolare che, o piace o non piace…
Francamente mi trovo a condividere a pieno le tue osservazioni. Mi trovo a dover finire di leggere tutta la raccolta di oltre 800 pagine di cui non mi è rimasto nulla. Non vedo l’ora di passare ad altro. Libro inconcludente, caotico e confusionario. Altro che surreale è schizofrenico tanto che ho temuto fosse scritto da un pazzo. Non so cosa ci sia di “classico” in quest’opera. Raramente mi è capitato di avere rigetto per un libro e partivo dal presupposto di non avere alcuna aspettativa.
Non saprei come risponderti perché in effetti a me il libro non è piaciuto, però la lettura è soggettiva e questo ad oggi rimane un classico della letteratura. È anche vero che non tutti i classici sono belli.