Buon pomeriggio Lettori!
Oggi vi parlo di un libro uscito recentemente, ovvero Il palazzo delle donne di Laetitia Colombani, autrice di La treccia, suo libro precedente che ho amato. Mi sarà piaciuto anche questo? Lascio a voi scoprirlo e intanto ringrazio la Casa Editrice Nord per la copia fornita.
Il palazzo delle donne
Laetitia Colombani
Nord
Prezzo: 16.90 €
eBook: 9.99 €
Trama: Qui sei benvenuta. Qui sarai protetta. Qui troverai molto più di ciò che cercavi.
È il coraggio a spingere la giovane Blanche a voltare le spalle a una vita di agi per lanciarsi nella più logorante delle battaglie: quella contro la povertà, la fame e l’umiliazione. A sette anni dalla fine della Grande Guerra, Parigi è ancora in ginocchio. Eppure Blanche si rende conto che alla metà dei bisognosi è negato ogni aiuto: tutti gli sforzi, infatti, sono rivolti agli uomini; nessuno tende la mano alle donne che ogni giorno mendicano agli angoli delle strade, si privano del cibo per sfamare i propri bambini e dormono all’addiaccio per sfuggire ai mariti violenti. Per Blanche, quella è un’ingiustizia intollerabile. E, quando viene a sapere che in rue de Charonne è in vendita un intero palazzo, combatterà fino all’ultimo per regalare un luogo sicuro a tutte le donne in difficoltà…
È la disperazione a portare Solène al Palazzo delle Donne. Avvocato di successo, Solène è crollata il giorno in cui un suo cliente si è gettato dalla finestra del tribunale. Come parte della terapia, lo psicologo le ha suggerito il volontariato, così lei ha scelto di aiutare le donne che hanno trovato rifugio tra le mura di quel grande edificio in rue de Charonne. Qui, entra in contatto con un mondo lontanissimo da lei, fatto di miseria, di sfruttamento, di perdita. Ma anche di condivisione, di resilienza e di riscatto. A poco a poco, Solène capisce di non essere tanto diversa dalle ospiti del Palazzo: come lei, pure loro sono state sconfitte dalla vita. Però non si arrendono e continuano a lottare per un futuro migliore, traendo forza l’una dall’altra, come legate da un filo invisibile di solidarietà e comprensione. E sarà proprio quel filo ad avvolgere anche il cuore di Solène e a cambiare per sempre la sua esistenza.
Tempo, ecco che cosa chiedono le associazioni. Forse la cosa più difficile da donare in una società in cui ogni secondo è cronometrato. Fare dono del proprio tempo significa impegnarsi davvero. Di tempo, Solène ne ha in abbondanza; ciò che le manca, tragicamente, sono le energie. Non si sente pronta per fare il salto. È troppo impegnativo, richiederebbe un investimento troppo grande. Preferisce fare un’altra donazione in denaro, è meno vincolante.
Avendo letto La treccia, non vedevo l’ora di leggere Il palazzo delle donne, sperando di ritrovare la scrittura della Colombani, che mi aveva ammaliato con il suo primo romanzo.
Questa è una storia diversa dalla precedente, non perfetta e che tuttavia a me è piaciuta molto.
Solène – avvocato e personaggio principale di tutto il libro – viene ricoverata in seguito al burn out scaturito dal suicidio di un suo cliente. Come terapia per riprendersi, le viene suggerito di fare volontariato, così da stare meglio.
Dopo qualche ricerca, approda al Palazzo delle donne, un luogo dove risiedono donne in difficoltà; lei avrà il compito di scrivere per loro, che siano lettere personali oppure reclami a qualsivoglia negozio o ente.
C’è da dire che in questo romanzo non succede molto: c’è un percorso di sviluppo e guarigione di Solène e ci sono le tante storie delle donne che vivono in questo palazzo, però quello che ho apprezzato in particolare modo è stato il tono di tutta la narrazione.
Durante la lettura ho avuto la costante sensazione di essere coccolata dalle parole della Colombani. Le tante donne che vivono in quel palazzo lasciano un’impronta sul lettore, con le loro storie, spesso di violenza, rinascita e lotta continua.
Questo non è un romanzo dai tanti avvenimenti, ma è una finestra aperta sulla vita di Solène e sul suo percorso di guarigione, a tratti prevedibile, eppure interessante.
Durante la lettura mi sono avvicinata molto a Solène e ho avuto i brividi nell’ascoltare – o meglio, leggere – le storie di quelle donne, vive dopo aver attraversato un inferno nella propria mente sul proprio corpo.
Questo libro tuttavia non si basa solo su Solène ai giorni nostri, ma anche su Blanche e il periodo che va dalla metà degli anni ’20 agli anni ’30.
Attraverso Blanche e la sua vita, si scopre la storia del Palazzo delle donne, ideato da lei per dare rifugio a tutte le donne in evidente difficoltà.
La Colombani ci racconta, attraverso le vicende di Blanche, la nascita di questo palazzo e le difficoltà legate alla realizzazione di questo progetto.
Le storie di Blanche e Solène non si incontrano, non c’è un filo rosso a legarle, ma solo il palazzo come luogo di realizzazione e rinascita. Il simbolo di qualcosa nato in passato con uno scopo e che, a distanza di anni, continua ad essere al servizio di quelle persone in difficoltà.
Per quanto riguarda la scrittura, ho apprezzato tantissimo la penna della Colombani, che a mio avviso si riconferma un’ottima scelta.
Come detto, il libro mi è piaciuto molto, mentre ho apprezzato poco il finale, troppo finto e plateale.
Avrei preferito qualcosa in meno, qualche risoluzione meno evidente e magari qualche situazione lasciata aperta, un po’ in sospeso, perché avrebbe permesso al libro di mantenere l’atmosfera soft che c’è stata durante tutta la narrazione.
Un romanzo che ho sicuramente apprezzato e che avrei preferito più d’impatto nel finale. Nel complesso ve lo consiglio nel caso siate in cerca di storie delicate e allo stesso tempo con un buon impatto emotivo.
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