Buongiorno Lettori!
In questi giorni di riposo ho avuto modo di leggere tanto e oggi vi parlerò di un libro candidato al Premio Bancarella, ovvero Nostalgia del Sangue di Dario Correnti. L’autore in realtà nasconde due persone, che scrivono sotto pseudonimo, e interagiscono con i lettori su Facebook, cercando di dipanare i dubbi che possono sorgere anche durante la lettura di questo particolare thriller. Posso già dirvi che è il primo di una serie, infatti sembra proprio che gli autori stiano scrivendo un seguito con gli stessi protagonisti.
Nostalgia del Sangue
Dario Correnti
Giunti Editore
Prezzo: 19.00 €
eBook: 9.99 €
Trama: Certe mostruosità possono maturare solo in posti così: una provincia del nord Italia, dove soltanto pochi metri separano un gregge di pecore da un centro commerciale con sala slot e fitness, dove la gente abita in villette a schiera con giardino, tavernetta e vetrina con i ninnoli in cristallo, dove riservatezza è il nome che si attribuisce a un’omertà che non ha niente da invidiare a quella dei paesi dove comanda la mafia. Gli stessi luoghi che più di cento anni fa, infestati dalla miseria, dalla denutrizione e dalla pellagra, videro gli spaventosi delitti di Vincenzo Verzeni, il “vampiro di Bottanuco”, il primo serial killer italiano, studiato da Lombroso con la minuzia farneticante che caratterizzava la scienza di fine Ottocento e aggiungeva orrore all’orrore. Il serial killer che sembra citare il modus operandi di quel primo assassino non è però un giovane campagnolo con avi “cretinosi”, è una mente lucidissima, affilata, che uccide con rabbia ma poi quasi si diletta, si prende gioco degli inquirenti. A raccontare ai lettori le sue imprese e, a un certo punto, a tentare in prima persona di dargli la caccia, la coppia più bella mai creata dal noir italiano: Marco Besana, un giornalista di nera alle soglie del prepensionamento, disilluso, etico e amaro come molte classiche figure della narrativa d’azione, e una giovane stagista, la ventiseienne Ilaria Piatti, detta “Piattola”. Goffa, malvestita, senza neppure un corteggiatore, priva di protezioni, traumatizzata da un dolore che l’ha segnata nell’infanzia e non potrà abbandonarla mai, eppure intelligentissima, intuitiva, veramente dotata per un mestiere in cui molti vanno avanti con tutt’altri mezzi, Ilaria è il personaggio del quale ogni lettrice e lettore si innamorerà. Un uomo anziano e una ragazza rappresentanti emblematici delle due categorie più deboli della società italiana di oggi, uniscono la loro fragilità e le loro impensabili risorse per raccogliere la sfida lanciata dal male.
Marco Besana è un giornalista ormai navigato, quasi prossimo alla pensione, mentre Ilaria è una stagista, interessata alla cronaca nera e dispiaciuta per la fine del suo contratto. Il brutale assassinio di una giovane ragazza metterà Ilaria e Marco sulla stessa strada, portandoli a indagare su più di una morte sospetta, che rimanda al primo serial killer italiano, Vincenzo Verzeni, vissuto nell’ottocento.
Questo è un thriller particolare, perché invece di leggere con gli occhi degli investigatori o delle forze dell’ordine, viviamo le indagini con gli occhi dei giornalisti, che corrono di continuo per cercare di non perdere la notizia e non hanno orari precisi per lavorare.
Ilaria e Marco all’inizio non si sopportano, poi però sviluppano un ottimo rapporto lavorativo, complici i pranzi e le cene a carico del giornale e un serial killer che continua a colpire, seminando il panico tra le ragazze del paese.
Il mistero sul serial killer resta fino alle ultime pagine, nonostante l’autore sparga indizi in alcuni punti che permettono al lettore di farsi un’idea; l’elemento centrale resta comunque il giornale e gli articoli di cronaca, con tutte le complicanze che derivano dal mestiere scelto.
È un thriller che si risolve tra le pagine dei giornali, con i personaggi che spesso hanno intuizioni migliori delle forze dell’ordine.
Ammetto di avere preferito il personaggio di Besana su tutti, anche se tende ad addolcirsi un po’ troppo verso la fine, mentre Ilaria è una ragazza che viene fin troppo elogiata, che speravo inciampasse un po’ più spesso essendo agli inizi della sua carriera. Sono sicuramente due personaggi che potrebbero essere ulteriormente approfonditi e sviluppati nel secondo volume.
I toni mantengono un’inquietante costanza, con il terrore e l’ansia che fanno da sfondo a questa indagine, con la paura di ritrovarsi in ogni momento faccia a faccia con il serial killer, così ben mimetizzato all’interno di un piccolo paese.
Scritto in maniera molto scorrevole, è un libro che si legge velocemente e le tante pagine non rallentano la lettura, complici anche i capitoli brevi e il costante alone di mistero.
E voi lo avete letto? Vi è piaciuto?