[Recensione] Le poche cose certe di Valentina Farinaccio

Buongiorno Lettori!

In questi giorni mi sto godendo davvero delle belle letture (la gioia!) e anche se mi è dispiaciuto non essere andata al Salone di Torino, mi consolo con dei bei libri e momenti piacevoli.
Oggi vi voglio parlare di un libro conosciuto grazie alla Libridinosa (QUI la sua recensione) e che ho comprato subito dopo averla letta, ovvero Le poche cose certe di Valentina Farinaccio, edito Mondadori. È un libro piccolo, di poche pagine, eppure denso di bellezza, un piccolo gioiello che vi consiglio di leggere.

Le poche cose certe
Valentina Farinaccio
Mondadori
Prezzo: 17.00 €
eBook: 8.99 €

Trama: “Arturo si era convinto di potere una vita speciale, ma poi non muoveva passi, verso l’ignoto, per paura di una vita vera. Il risultato era una vita fasulla, come quella delle formiche inoperose.” È da dieci anni che Arturo non sale su un tram. L’ultima volta che lo ha fatto era un giovane attore di belle speranze e andava a incontrare una ragazza perfetta e misteriosa, con il nome di un’isola, quella leggendaria di Platone: Atlantide. Ma il destino cancella il loro appuntamento e, da lì in poi, niente andrà come doveva andare. Oggi Arturo è un quarantenne tormentato da mille paure. Mentre attorno tutto si muove, lui resta fermo, immobile, come un divano rimasto con la plastica addosso in quelle stanze in cui non si entra per paura di sporcare. Quando sale sul tram 14, che da Porta Maggiore scandisce piano tutta la Prenestina, ha un cappellino in testa per nascondere i pensieri scomodi e nella pancia il peso rumoroso dei rimpianti. E mentre i binari scorrono lenti, in una Roma che si risveglia dall’inverno, e la gente sale e scende, ognuno con la sua storia complicata appesa al braccio come una ventiquattrore, Arturo, che nella sua vita sbagliata ha sempre aspettato troppo, fa i conti con il passato, cercando il coraggio di prenotare la sua fermata. Perché nel posto in cui sta andando c’è forse l’ultima possibilità di ricominciare daccapo, e di prendersi quel futuro bello da cui lui è sempre scappato.

Andata. Ritorno. Fermata.

Quante sono le stazioni che passiamo nella vita? Quante volte partiamo, torniamo e ci fermiamo?
Nella cornice di una Roma, moderna e passata, si snoda la vita di Arturo, che per uno strano scherzo del destino si ritrova su un tram: prima andando di corsa, poi impaurito anche dalla sua immagine, fino alla fermata che sarà, in ogni caso, un punto di svolta.

Valentina Farinaccio, con delicatezza e una meravigliosa prosa, ci racconta di Arturo, di tutte le sue scelte e dei suoi sbagli, della sua vita ma soprattutto della sua non vita, di tutti quei momenti buttati, persi per strada mentre cercava di rendere tutto più facile, usando delle scorciatoie.

Arturo era un divano rimasto con la plastica addosso, messo in quelle stanze in cui non si entra per paura di sporcare, e di rovinare. Che certe vite, poi, invecchiano così: senza mai essere state usate.

Ho amato questo libro perché non si perde in ragionamenti scomodi o inutili, bensì permette di osservare da esterni una vita qualunque, una di quelle persone che potresti incontrare tutti i giorni sul tram o sulla metro o su un autobus.

Quante volte incrociamo sguardi altrui sui mezzi pubblici? Ognuno di loro ha una storia, ma non sappiamo che tipo di storia.
E Arturo è anche questo. Una storia che ci viene raccontata e non ci viene chiesto di giudicarlo, ma solo di osservarlo, con i suoi ricordi e le sue debolezze, le sue paure e i suoi tentennamenti, fino al momento finale, quello che ci lascia forse in sospeso, forse nella certezza che almeno una volta, nella sua esistenza, sia stato in grado di fare una scelta.

E non si tratta più solo di Atlantide o delle sue mille paure. Non si tratta delle sue amicizie passate, degli amori notturni, del divertimento sfrenato. Si tratta di fermezza, voglia di andare avanti, muovere quel primo passo, che sia per scendere da un tram o per suonare a un banale citofono.
Coraggio.

Arturo aveva capito che il tormento, talvolta, è la strada da fare per toccare qualcosa di bello. Che il tormento, talvolta, è la voglia di arrivare prima possibile. Che il tormento, talvolta, è il desiderio di stare da soli, invece che strangolati dalla puzza di tutta quella gente. Che il tormento, talvolta, è solo degli altri, di chi ci vuol credere tormentati, per farci portare un po’ del suo peso.

Attraverso le pagine che Valentina Farinaccio ci dona, scopriamo la forza del coraggio, che sia per andare avanti o semplicemente per prendere una decisione, una di quelle che inevitabilmente cambierà il corso degli eventi.
Un libro che vi consiglio di leggere perché vi permetterà di conoscere la storia di una persona che spesso ha sbagliato, ma che alla fine ci prova a risalire, a muoversi di nuovo, a piccoli passi, nel mondo.

E voi conoscete questa autrice? Avete letto il suo precedente romanzo? Io no ma spero di recuperarlo presto! Vi consiglio davvero di correre in libreria e comprare questo libro, perché sarà una lettura che vi lascerà con una bellissima sensazione addosso e nel cuore.

Scheggia

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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