Buongiorno Lettori!
Oggi torno sul blog con una nuova recensione e sarà la prima dall’arrivo di Giulia. In questo mese al momento sono riuscita a leggere solo un libro, ma magari con il passare dei giorni troverò un po’ più di tempo. Devo imparare ad organizzarmi e prendere il giusto ritmo.
Il libro che sono riuscita a leggere è Questa sera è già domani di Lia Levi, un romanzo che è stato candidato al Premio Strega di quest’anno.
Questa sera è già domani
Lia Levi
Edizioni e/o
Prezzo: 16.50 €
eBook: 11.99 €
Trama: Genova. Una famiglia ebraica negli anni delle leggi razziali. Un figlio genio mancato, una madre delusa e rancorosa, un padre saggio ma non abbastanza determinato, un nonno bizzarro, zii incombenti, cugini che scompaiono e riappaiono. Quanto possono incidere i risvolti personali nel momento in cui è la storia a sottoporti i suoi inesorabili dilemmi? È possibile desiderare di restare comunque nella terra dove ci sono le tue radici o è urgente fuggire? Se sì, dove? Esisterà un paese realmente disponibile all’accoglienza?
Alla tragedia che muove dall’alto i fili dei diversi destini si vengono a intrecciare i dubbi, le passioni, le debolezze, gli slanci e i tradimenti dell’eterno dispiegarsi della commedia umana.
Una vicenda di disperazione e coraggio realmente accaduta, ma completamente reinventata, che attraverso il filtro delle misteriose pieghe dell’anima ci riporta a un tragico recente passato.
Dalla quarta di copertina: Nel 1938 si riuniscono 32 Paesi per affrontare il problema degli ebrei in fuga da Germania e Austria. Molte belle parole ma in pratica nessuno li vuole. Una sorprendente analogia con il dramma dei rifugiati ai nostri giorni.
Nello stesso anno 1938 vengono promulgate in Italia le infami Leggi Razziali. Come e con quali spinte interiori il singolo uomo reagisce ai colpi nefasti della Storia? Ci sarà qualcuno disposto a ribellarsi di fronte ai tanti spietati sbarramenti? In questo nuovo emozionante romanzo Lia Levi torna ad affrontare con particolare tensione narrativa i temi ancora brucianti di un nostro tragico passato.
Volevo leggere questo libro da settimane, da quando ho saputo della sua esistenza. Amo i libri ambientati nel periodo storico della seconda guerra mondiale e dell’olocausto, soprattutto per mantenere sempre viva la memoria di questo momento buio della storia italiana e mondiale.
La storia che ci viene presentata è un po’ diversa dalle solite: non si parla di deportazioni, non c’è la cruda verità dei campi di sterminio, bensì offre una visione completa su uno spaccato di storia, del momento in cui in Italia vengono promulgate le Leggi Razziali contro gli ebrei.
Ma via, in Italia sarà diverso, le leggi razziali non saranno capaci di applicarle, cadranno nel nulla, gli italiani non sono razzisti, è che non hanno voglia di essere disturbati, protestare è faticoso e adesso anche pericoloso.
La storia principale è quella della famiglia Rimon, con un padre dal passaporto inglese, una madre che nega la potenza di simili leggi e un figlio, che viene fatto passare per genio e che passa gli ultimi anni dell’infanzia e i primi dell’adolescenza deriso dai ragazzi a causa del suo passaggio precoce al ginnasio.
Un po’ alla volta, mentre la vita cerca di andare avanti, scopriamo come le leggi vengano applicate, negando un pezzo di libertà alla volta, con lo spettro di quanto stia accadendo in Germania e Austria sullo sfondo.
Questo è un libro dedicato a tutti, ragazzi e adulti, che si snoda negli anni che vanno dal 1938 fino ai giorni successivi all’armistizio, con le conseguenze che derivano dalla proclamazione della Repubblica di Salò e l’invasione tedesca in Italia.
Narrato in modo molto semplice, Lia Levi ci racconta le vicende famigliari di chi prima ha tutto e che col tempo si ritrova senza nulla, in balìa degli stessi italiani che potrebbero essere nemici e cercano di affermare una superiorità in base a un assurdo concetto di razza.
È un libro da leggere in questo periodo, o forse sempre, quando la memoria sembra vacillare, un po’ a causa degli anni che passano, un po’ a causa di concetti che sembrano volersi riaffermare.
Non vi dirò di personaggi ben caratterizzati, figure odiose o cose simili: questo è un libro che mostra la realtà di alcune famiglie di quell’epoca, colpevoli per lo Stato soltanto di essere ebree. La storia è ispirata a fatti realmente accaduti, mostrando la difficoltà di vivere, sopravvivere e soprattutto salvarsi.
Un libro che mi sento di consigliare a tutti, soprattutto se amate come me le storie di questo tipo, volte a ricordare e non dimenticare quanto accaduto con l’avvento delle Leggi razziali in Italia ottant’anni fa.
Conoscete già questo libro? Lo leggerete?