[Recensione] Te lo dico sottovoce di Lucrezia Scali

In questo fantastico giovedì di pioggia (cogliete l’ironia?) arriva una bella recensione, fresca fresca come dico io. Dopo aver saputo che gli europei di calcio iniziano domani (e io non credo li guarderò perché faccio parte di quella percentuale di donne che, ci puoi provare all’infinito, ma non capiscono il fuorigioco) e aver capito cosa mangiare a pranzo (forse), vi voglio raccontare cosa ne penso di Te lo dico sottovoce, romanzo d’esordio di Lucrezia Scali.

img_4454Titolo: Te lo dico sottovoce
Autore: Lucrezia Scali
Casa editrice: Newton Compton
Prezzo: 9.90 €
Ebook: 4.99 €

Trama: Mia ha trent’anni, un passato che preferisce non ricordare e una famiglia da cui cerca di tenersi alla larga. Meglio stare lontano dalle frecciatine della sorella e da una madre invadente che le organizza appuntamenti al buio… Di notte sogna il principe azzurro, ma la mattina si sveglia accanto a Bubu, un meticcio con le orecchie cadenti e il pelo ispido. La sua passione sono gli animali e infatti, oltre a gestire una delle cliniche veterinarie più conosciute di Torino, Mia sta per realizzare un progetto a cui tiene moltissimo: restituire il sorriso ai bambini in ospedale attraverso la pet therapy. Il grande amore romantico, però, non sembra proprio voler arrivare nella sua vita. O almeno, così pensa Mia, prima di conoscere Alberto, un medico affascinante, e Diego, un ragazzo sfuggente che si è appena trasferito a Torino dalla Puglia. Cupido sta finalmente per scagliare la sua freccia: riuscirà a colpire la persona giusta per il cuore di Mia?

Te lo dico sottovoce è il romanzo d’esordio di Lucrezia Scale, scrittrice e blogger (QUI il suo blog). Il romanzo parla di Mia, della sua passione per gli animali e del suo rifiuto d’amare.
E poi c’è la storia di Diego, poliziotto che arriva da Gallipoli e che si ritrova ad essere il vicino di casa di Mia e di quel piacevole terremoto che è Bubu, il suo cane.
La prima cosa da dire è che mentre leggevo avevo l’impressione di avere Bubu al mio fianco e, avendo dei cani, non posso non rivedere in Bubu molti degli atteggiamenti dei miei.

La storia di Mia è complessa e triste, una di quelle storie che non arrivano dal lontano passato ma da quello più recente, tanto da lasciare ferite ancora aperte e non cicatrizzate. Sullo sfondo una Torino che vive, popolata da persone normali e altre benestanti che sembrano poter pretendere tutto dalla vita, solo perché il conto in banca è più gonfio.

Lo stile è semplice, scorrevole, descrittivo al momento giusto e piacevole. Se non fosse stato per gli esami, l’avrei finito in due giorni, tant’è che appena ho avuto tempo l’ho letto tutto d’un fiato.

Nelle pagine si cerca di raccontare la storia di Mia e non solo le sue esperienze amorose; Mia, veterinaria per passione, cerca un modo di rendersi utile non solo agli animali ma anche ai bambini. Dalle prima pagine scopriamo che ha una grande voglia di aiutare il prossimo e un grande cuore.

Sarà proprio il grande cuore che in certi momenti la fregherà però, come si suol dire, mai dire mai.

Cosa ho apprezzato di questo romanzo? Un po’ tutto. Lo stile, i personaggi reali (lo stesso Diego non è troppo arrogante e pesante anzi, dimostra di essere un uomo vero) e l’irrealtà di certe situazioni che possono essere vere se hai un bel patrimonio.
Le cene del venerdì poi sono state una chicca che mi ha fatto sorridere per tutto il tempo, rivedendo un rimando a Una mamma per amica.

Un bel romanzo carico di dolcezza che non esagera mai, anzi a volte avrei anche preferito maggiori scene, maggiori descrizioni perché in alcuni punti sembra correre un po’ troppo; contemporaneamente è un romanzo che non si sofferma su scene inutili, orpelli che non sono funzionali ai fini della storia.

Ammetto che avrei preferito qualche pagina in più per scoprire maggiormente Mia e Diego. Lascio a voi le considerazioni su Alberto.

Complessivamente è un romanzo che ho apprezzato molto per la sua semplicità e forza, una piacevole lettura che può sorprendere. Un buon romanzo d’esordio.

E voi lettori avete letto questo libro? Vi è piaciuto?

Fatemi sapere…

Scheggia

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

2 Replies to “[Recensione] Te lo dico sottovoce di Lucrezia Scali

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