[Recensione] Gli aghi d’oro di Michael McDowell

Buongiorno Lettori,

oggi torno sul blog per parlarvi di un libro che ho comprato appena uscito, ovvero Gli aghi d’oro di Michael McDowell, stesso autore della saga Blackwater, edito da Neri Pozza.

Gli aghi d'oro, Michael McDowell, Neri Pozza, New York, 1882, famiglie rivali, Blackwater, narrativa stranieraGli aghi d’oro
Michael McDowell
Neri Pozza
Prezzo: 14.90 €
eBook: 8.99 €

Trama: Anno di Grazia 1882. New York festeggia il nuovo anno tra opulenza e miseria. Dalla sua dimora di Gramercy Park, il cinico giudice James Stallworth, affiancato dal figlio e dal genero, lancia la sua crociata: ripulire il famigerato Triangolo Nero, quartiere di bettole, bordelli, fumerie d’oppio e botteghe di ricettatori, su cui regna la feroce Black Lena Shanks col suo clan di donne versate nelle arti della crudeltà. Ma la sete di potere degli Stallworth dovrà misurarsi con la furia vendicatrice di Black Lena. Con Gli aghi d’oro, Neri Pozza prosegue con la pubblicazione dei capolavori dell’autore di culto.

Divisore Scheggia

Gli aghi d’oro è un bel mattoncino scritto da Michael McDowell, che dopo averci affascinato con Blackwater, ci porta nella New York del 1882, dove due famiglie si ritrovano a lottare come due bande rivali.
Da una parte ci sono gli Stallworth, una famiglia che vuole ripulire la zona del triangolo nero, conosciuta per la sua pessima fama, per la presenza di persone a loro giudizio moralmente corrotte; dall’altra parte c’è Lena Shanks e la sua famiglia, un gruppo di persone che ricicla oro e aiuta le donne con gli aborti. Non c’è ovviamente solo questo, perché in passato Black Lena ha avuto modo di incontrare il patriarca degli Stallworth, un uomo che non ci ha pensato due volte a rovinarle la vita.

La storia si divide in due parti: nella prima assistiamo a grandi descrizioni utili a comprendere l’ambiente e il contesto nel quale si muovono le due famiglie. Avrei volentieri fatto a meno di tutta la prima parte sui bigliettini di capodanno, che in effetti mi ha da subito destabilizzata, però ho visto un bel crescendo andando avanti con lo sviluppo della storia. Nella seconda parte il tutto è estremamente più scorrevole, più veloce e sembra quasi di assistere a una maratona. Si è consapevoli di come finirà tutto quanto, eppure si vuole capire quali strade imboccherà Lena Shanks per raggiungere il suo obiettivo.

Ho apprezzato la scrittura di McDowell e spero che Neri Pozza porti in Italia tutti i libri di questo autore, perché sono curiosa e sono convinta abbia tanto da dire nelle sue opere.
In questo volume contrappone la morale e l’etica, ci parla di giudizi dati a chi nasce nelle famiglie considerate sbagliate da alcuni; gli stessi Stallworth, che vogliono ripulire il triangolo nero, sono corrotti dal potere e pensano a come elevarsi socialmente rispetto agli altri.

Questa storia è molto lenta all’inizio e come per ogni libro, non a tutti può piacere, ma personalmente ho apprezzato la calma iniziale, il suo voler spiegare e l’attesa che porta poi al caos. Ho percepito la paura degli Stallworth quando le cose iniziano a precipitare, sfuggendo al loro controllo, soprattutto quando la patina dorata che sembra ricoprirli inizia a creparsi. È un lavoro lungo, un percorso che McDowell affronta con lentezza, pronto a colpire al momento giusto.

Non è un libro che può eguagliare la complessità di Blackwater, ma è anche sbagliato paragonarli, perché sono due vicende completamente diverse e che hanno in comune solo lo schema di famiglie che si fanno la guerra e in entrambi i libri ci presentano personaggi femminili in grado di mostrare un volto diverso dai classici schemi femminili imposti.

Su questo libro ci sono pareri contrastanti. Mi sono presa del tempo prima di parlarne perché volevo pensarci bene e alla fine posso dire che semplicemente mi è piaciuto. Non è il libro della vita, ma si legge con piacere.
Un’altra cosa: se trovate lenta la prima parte, aiutatevi con l’audiolibro. La narratrice, Antonella Civale, è davvero brava e rende l’ascolto estremamente coinvolgente.

Scheggia

 

Cartaceo eBook

 

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

2 Replies to “[Recensione] Gli aghi d’oro di Michael McDowell

  1. Simply wish to say your article is as amazing The clearness in your post is just nice and i could assume youre an expert on this subject Well with your permission let me to grab your feed to keep updated with forthcoming post Thanks a million and please carry on the gratifying work

  2. Simply Sseven naturally like your web site however you need to take a look at the spelling on several of your posts. A number of them are rife with spelling problems and I find it very bothersome to tell the truth on the other hand I will surely come again again.

Commenta se ti va, io sarò ben lieta di rispondere.