[Recensione] I giorni del giudizio di Sabina Colloredo

Buon pomeriggio Lettori!

Oggi vi parlo del libro di un’autrice che ho avuto modo di conoscere con un libro per bambini e che ritrovo alle prese con un libro per ragazzi davvero intenso e tosto. Vi parlerò di I giorni del giudizio di Sabina Colloredo, edito Rizzoli, che ringrazio per la copia.

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Sabina Colloredo
Rizzoli
Prezzo: 16.00 €
eBook: 9.99 €

Trama: Annina è fortunata: è nata in una famiglia bene della Milano anni Sessanta, suo padre ha un lavoro importante e sua madre è una donna vivace ed eccentrica, pronta ad appassionarsi alle grandi cause. Ha anche un fratello gemello, Ettore, che non potrebbe essere più diverso da lei ma a cui è legata in modo viscerale da un legame che niente può dissolvere. Quando nel 1967 si iscrive al Liceo Classico Carducci, Milano è percorsa dalle avvisaglie del 1968 e per lei, figlia di un ex partigiano nata in una famiglia progressista, sarà inevitabile appassionarsi alle rivendicazioni di libertà e uguaglianza che agitano la società italiana. Da quel momento, la vita di Annina – i rapporti con i compagni di scuola, la scoperta della sessualità, la lotta contro la discriminazione femminile, le difficoltà di comunicazione in famiglia – si intreccia strettamente con la sua militanza politica, portandola sempre più vicina a quello che sembra un passo inevitabile: entrare in clandestinità e partecipare alla lotta armata.

Divisore Scheggia

«È una cosa grave, invece. Ho un fratello fascista in una famiglia di antifascisti e non dovrei preoccuparmi? Non ti chiedi in cosa abbiamo sbagliato? O meglio. In cosa avete sbagliato tu e papà?»

Questo romanzo di Sabina Colloredo viene inserito nella collana Ragazzi, ma non si tratta di una banale storiella ambientata alla fine degli anni ’60.

Non ci sono due ragazzi che vogliono scoprire sé stessi e poi innamorarsi, ma ci sono due fratelli gemelli, Ettore e Annina, figli di buona famiglia con il padre ex partigiano, che si ritrovano a vivere gli anni dell’adolescenza in concomitanza ai movimenti studenteschi e le lotte operaie di quegli anni.

È con la voce di Annina che scopriamo gli avvenimenti di quegli anni, con le rinnovate lotte tra comunisti e fascisti, con la voglia di alzare la voce e far valere il proprio pensiero, con il rispetto e la riverenza che spettava a chi si dichiarava partigiano durante la guerra.

I protagonisti adolescenti sono tutti ragazzi nati dopo la guerra, che cercano la rivoluzione in una scuola per tutti, nei diritti salariali e vogliono una vita vissuta dignitosamente per gli operai delle fabbriche, a volte arrivati dal sud e denominati “terroni”. Sono ragazzi che si riuniscono, che cercano la lotta e il cambiamento.

Ne I giorni del giudizio c’è un’intensificazione di situazioni tali da voler scoprire davvero quale sarà il destino di Annina e di suo fratello, agli schieramenti opposti. Lei, sempre più votata alla sinistra, al comunismo, a volte tacciata di tendenze anarchiche e poi lui, con la biografia di Mussolini nascosta nell’armadio.

Mi è piaciuta tanto la chiarezza della scrittura e il realismo di alcuni eventi.
Annina è di famiglia ricca, con un padre dirigente e la madre sempre pronta a seguire l’ultima tendenza, che sia la politica o la chiacchiera da quartiere, eppure ho amato i momenti What if?
Cosa sarebbe successo se non avessero incontrato una determinata persona, se il liceo fosse stato diverso, se quel giorno ci fosse stata anche Annina o Ettore a Piazza Fontana?

In risposta alle bombe, venne proclamato lo sciopero nazionale degli studenti e dei lavoratori.
Ci furono cortei e scontri con la polizia in tutta Italia, in particolar modo a Torino e a Milano. Tirava un’aria brutta.

C’è una profonda riflessione sull’estremismo sempre dannoso, qualunque sia la parte.

Sabina Colloredo riesce a far vivere al lettore la tensione di quegli anni, citando il Golpe in Grecia e la situazione di alcuni Stati vicini all’Italia, con le relative conseguenze sui cittadini, con le manifestazioni crescenti, gli scontri tra fazioni opposte.

Annina vive la sua adolescenza in quegli anni e la sua voglia di far sentire la voce sarà per lei la spinta per fare sempre di più, alla ricerca di un senso di giustizia, senza rendersi conto di quanto siano eccessive e rischiose determinate attività, lontane anche dalla legalità.

«Se chiami la polizia» sibilò Ennio alla maschera, «sfasciamo il cinema. Ricordati che in galera ci siamo già stati e non ci costa nulla ritornarci.»
L’esproprio proletario funzionava al cinematografo come nei supermercati o nelle librerie. Nessuno tentava di fermarci e noi ci sentivamo invincibili, oltre che nel giusto.

Annina scava dentro sé stessa, cerca la normalità dell’adolescenza, cerca l’amore, l’amicizia, il conflitto con la madre e una profonda adorazione verso il padre.
Pagina dopo pagina, Annina cresce, alla ricerca anche della sua realizzazione, cercando anche di capire cosa sia l’amore e cosa sia realmente giusto o sbagliato.

«Perdonami» le dissi.
Ma in realtà ero io che non avevo perdonato lei per quel che mi aveva rinfacciato. L’amicizia di Elettra adesso mi serviva come copertura. Per sembrare una ragazza qualsiasi. Soprattutto a me stessa.

E sono anni in cui è difficile stabilire quale parte sia nel giusto e quale sia nel torto, tra bombe esplose, vittime, rapine, manifestazioni con molti feriti e poliziotti morti. Sono anni di profonda incertezza e Annina li vive sulla sua pelle, riuscendo in parte a delineare chi sarà poi da adulta.

È un mondo nuovo quello vissuto da Ettore e Annina, pronti a far valere le proprie ragioni, pronti a mostrarsi in piazza per lottare, tornando poi al nido famigliare, seduti allo stesso tavolo ma con convinzioni diverse.

È un libro che mi è piaciuto tantissimo perché mi ha fatto davvero provare la tensione sulla pelle, continuamente incerta sul destino dei due gemelli, cresciuti nella stessa famiglia eppure profondamente diversi, opposti, pronti a dichiararsi guerra in nome dei propri ideali, per poi ritrovarsi comunque vicini e uniti.

E boh! A me questo libro è piaciuto tantissimo! L’ho riempito di segnapagina perché tanti passaggi e dialoghi li ho adorati!

Scheggia

 

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Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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