[Recensione] Il ballo delle pazze di Victoria Mas

Buon pomeriggio Lettori!

Oggi arrivo con la prima recensione dell’anno, che spero non sia un cattivo presagio per tutte le letture dell’anno!
Vi parlerò di Il ballo delle pazze di Victoria Mas, edito e/o e vi anticipo da subito che sarà una recensione alla fine negativa.

Il ballo delle pazze, Victoria Mas, Edizioni e/o, Salpêtrière, Charcot, Neurologia, Parigi, 1800, isteria, ipnosi, romanzo, recensione negativaIl ballo delle pazze
Victoria Mas
Edizioni e/o
Prezzo: 16.50 €
eBook: 11.99 €

Trama: Parigi, 1885. A fine Ottocento l’ospedale della Salpêtrière è né più né meno che un manicomio femminile. Certo, le internate non sono più tenute in catene come nel Seicento, vengono chiamate “isteriche” e curate con l’ipnosi dall’illustre dottor Charcot, ma sono comunque strettamente sorvegliate, tagliate fuori da ogni contatto con l’esterno e sottoposte a esperimenti azzardati e impietosi. Alla Salpêtrière si entra e non si esce. In realtà buona parte delle cosiddette alienate sono donne scomode, rifiutate, che le loro famiglie abbandonano in ospedale per sbarazzarsene. Alla Salpêtrière si incontrano: Louise, adolescente figlia del popolo, finita lì in seguito a terribili vicissitudini che hanno sconvolto la sua giovane vita; Eugénie, signorina di buona famiglia allontanata dai suoi perché troppo bizzarra e anticonformista; Geneviève, la capoinfermiera rigida e severa, convinta della superiorità della scienza su tutto. E poi c’è Thérèse, la decana delle internate, molto più saggia che pazza, una specie di madre per le più giovani. Benché molto diverse, tutte hanno chiara una cosa: la loro sorte è stata decisa dagli uomini, dallo strapotere che gli uomini hanno sulle donne. A sconvolgere e trasformare la loro vita sarà il “ballo delle pazze”, ossia il ballo mascherato che si tiene ogni anno alla Salpêtrière e a cui viene invitata la crème di Parigi. In quell’occasione, mascherarsi farà cadere le maschere…

Divisore Scheggia

Cominciamo l’anno con una recensione “meh” perché il libro letto l’ho trovato così noioso da far sembrare le pagine il triplo di quelle dichiarate (e forse qualche pagina in più avrebbe davvero aiutato a far sembrare questo libro migliore).

I fatti si svolgono nella clinica francese Salpêtrière, che “ospita” donne ritenute pazze spesso da chi si vuol liberare di loro o trova scomodi determinati atteggiamenti, soprattutto dopo aver subìto uno shock.

Victoria Mas cerca di trascinare il lettore tra le mura di questo ospedale – realmente esistito – dove lavoravano il Dottor Charcot e altri medici importanti dell’epoca, come Babinski, ma pone l’attenzione sulla condizione delle pazienti e di Geneviève, detta l’Anziana, che è la sovrintendente della struttura.

C’è da considerare che il libro è ambientato alla fine del 1800 e la narrazione si svolge in un tempo davvero breve (pochi giorni), tuttavia quello che va davvero considerato è il tipo di società in quel periodo: estremamente patriarcale, dove le donne hanno il solo obiettivo di trovare marito, devono preferibilmente stare zitte e sottostare all’autorità maschile.
Questo emerge in diversi contesti: c’è il rapporto di Eugénie con il padre, Louise con ogni uomo della sua vita  e anche tra Geneviève e il padre o tra lei e il dottor Charcot.

È un libro che dà tante informazioni e permette di conoscere la storia di diverse donne maltrattate dalla società, tuttavia avrei preferito che il focus fosse su Louise e Thérèse e non su Eugénie con la sua storia che mette in difficoltà il lettore scettico.
Le storie di Louise e Thérèse sono molto più forti, reali e intense di quella di Eugénie, che ha una famiglia da schifo e soffre (thanks to nonna, eh), e che tuttavia ho trovato estremamente noiosa.
E un libro breve ma io ho provato tanta noia durante tutte le interazioni con Eugénie.
Geneviève è sicuramente una rivelazione; mostra sicurezza e debolezza, però il legame che si viene a creare con Eugénie non mi ha permesso di entrare in sintonia con il personaggio, tranne in poche situazioni.

Il ballo è una macchietta sullo sfondo, ma la Mas è molto brava a ricreare le atmosfere e le situazioni: si passa in un attimo dall’euforia per la scelta di un vestito, al dramma di un attacco per un qualsiasi motivo, poi si torna alla calma. È un saliscendi emotivo continuo per le pazienti della struttura.
C’è un bel modo di narrare la Parigi fuori dalle mura dell’ospedale e la situazione al suo interno, così come la drammaticità che scaturisce dall’incontro tra queste due realtà: le donne sono viste come fenomeni da baraccone da chi vive fuori, mentre per le pazienti è l’unica occasione di socialità e speranza di riscatto.

Per quanto riguarda lo stile, l’ho trovato un po’ pesante e poco scorrevole in molti capitoli, ma probabilmente è stata la noia a giocare un brutto scherzo durante tutta la lettura.
Credo comunque ci siano capitoli e alcune parti davvero preziosi che mettono in luce situazioni verosimili (e neanche lontani dalla nostra attualità) e che con poche parole riescono a stabilire lo stato di alcuni ruoli e relazioni.

Le ultime righe credo siano una piccola perla, peccato però per tutto il resto.

Forse mi aspettavo proprio qualcosa di più. Più storia, più tutto. Peccato. Sicuramente è un libro valido e interessante per scoprire qualcosa sulla condizione delle donne francesi alla fine dell’ottocento.

Scheggia

Cartaceo

eBook

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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