[Recensione] Il secondo piano di Ritanna Armeni

Buongiorno Lettori!

Oggi vi parlo di un libro letto in anteprima e che da oggi troverete in tutte le librerie. Il libro è Il secondo piano di Ritanna Armeni, edito Ponte alle grazie che ringrazio per la copia fornita.

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Ritanna Armeni
Ponte alle grazie
Prezzo: 16.90€
eBook: 10.99€

Trama: In un convento francescano di periferia, tra i profumi del giardino e un nuovo quartiere in costruzione, suor Ignazia e le sue sorelle si trovano nella surreale situazione di ospitare al piano terra un’infermeria tedesca e al secondo alcune famiglie sfuggite per miracolo al rastrellamento del Ghetto. A separarli, solo una scala e l’audacia mite di chi non esita a mettersi in gioco fino in fondo. Roma, nell’ultimo anno di guerra, non è «città aperta». I tedeschi, a un passo dalla sconfitta, la stringono in una morsa sempre più spietata, gli alleati stentano ad arrivare, i romani combattono pagando con il sangue ogni atto di ribellione. In una città distrutta dalla fame, dalle bombe, dal terrore, gli ebrei vengono perseguitati, deportati, uccisi, come il più pericoloso e truce dei nemici. E la Chiesa? Mentre in Vaticano si tratta in segreto la resa nazista e il pontefice sceglie, più o meno apertamente, la via della cautela, i luoghi sacri si aprono ad accogliere – sfidando le regole e perfino alcuni comandamenti – chi ne ha bisogno.

Divisore Scheggia

Il nuovo libro di Ritanna Armeni, in uscita oggi per Ponte alle grazie, ci porta nella Roma occupata dai tedeschi, in quel drammatico ottobre del 1943 quando, prima ingannati e derubati dai nazisti, gli ebrei del Ghetto furono svegliati durante la notte, obbligati a lasciare la propria vita per salire su dei treni con una destinazione in quel momento ignota e tristemente passata alla storia.
In quei mesi iniziò una vera e propria caccia spietata. I nazisti davano una ricompensa a coloro che collaboravano alla caccia all’ebreo, i delatori erano numerosi, alla ricerca della ricompensa.

Per fortuna però alcune persone decisero di aiutare, di rischiare la loro stessa vita per salvare coloro che venivano perseguitati e che, come ci ricorda spesso Liliana Segre, avevano la sola colpa di essere nati.

Eppure sorge spontanea una domanda: la Chiesa dov’era? Qual è stato il suo ruolo, quello del Vaticano, al centro della Città Eterna?

La ‘città aperta’, salvaguardata dalla presenza della Chiesa, nei primi mesi del 1944 non fu risparmiata. Era stata la capitale di uno Stato nemico ed era occupata da truppe nemiche. Per gli alleati angloamericani che cercavano di raggiungerla ogni attacco da cielo e da terra era giustificato. Anche quello alle abitazioni e ai civili.

Il secondo piano di Ritanna Armeni ci racconta la vita in quei giorni bui, quando anche i conventi, chiese e abbazie iniziarono ad accogliere rifugiati, andando incontro a perquisizioni e vendette da parte del nemico.
In questo romanzo, il focus è sul convento delle suore francescane nella periferia romana che, dopo lo sgombero del Ghetto, decide di ospitare 12 ebrei in fuga, che cercano di portare avanti la loro opera di carità e di far trovare un piatto in tavola per tutti, una convivenza fatta di paure e ansie, con i tedeschi a pochi passi e un sagrestano fervente simpatizzante dei nazisti.
Il ruolo delle suore e del convento, con le astuzie messe in pratica, è centrale in una storia fatta di sotterfugi e a volte sensi di colpa. La chiesa sta facendo abbastanza? È peccato rubare cibo agli invasori? Fin dove può spingersi l’azione di una persona devota a Dio? E perché l’atteggiamento di Papa Pio XII sembra essere così mite nei confronti dei soprusi verso i perseguitati?

“Da tempo aspetto una parola dal Santo Padre. Nel luglio scorso è andato a San Lorenzo tra le macerie ad abbracciare il popolo colpito dalle bombe, ma non è riuscito a evitare il rastrellamento del Ghetto, né, dopo l’attentato di via Rasella, la rappresaglia tedesca. […] Nelle parole del pontefice, nelle sue invocazioni, mi è sembrato di scorgere impotenza e rassegnazione. È stata una decisione saggia, ha detto don Andrea, ma una domanda continua a tormentarmi: davvero non si poteva dire e fare altro?”

La Roma del 1943 e 1944 è quella della lotta partigiana, degli attentati per rallentare gli invasori; è la Roma col fiato sospeso che attende gli alleati che non riescono a sfondare la linea Gustav.
È la Roma dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, del carcere in Via Tasso, dell’attentato in Via Rasella.
Ed è la Roma delle chiese e dei conventi sfondati di notte, perquisiti senza alcuna autorizzazione, distrutti dalla furia incontrollata degli invasori, alla ricerca di politici, ebrei, disertori e ogni nemico del regime.

Ritanna Armeni in questo libro fa una scelta precisa e consapevole: non parla solo delle vicende di Madre Ignazia e le sorelle del convento, ma sfruttando il corsivo decide di inserire dei fatti realmente accaduti nello stesso istante del racconto ed è così che ci vengono raccontate le stragi di quei giorni, ma anche il famoso sbarco di Anzio.
In questo modo ci fa capire anche le vie tortuose della comunicazione di quel periodo, con i giornali controllati e le informazioni che in questa storia arrivano alle sorelle per bocca di Padre Andrea e Padre Giacomo, due uomini di chiesa che si prodigano per aiutare il prossimo.

Mi è piaciuta questa scelta narrativa, anche perché la vita raccontata al convento si basa su un continuo equilibrio e solo pochi i momenti che ho avvertito carichi di tensione.
La storia raccontata si conosce o si dovrebbe conoscere ma è piacevole riscoprire un momento del ‘900 in cui i conventi hanno aperto le loro porte in aiuto ai più deboli, nonostante la poca chiarezza del Papa dell’epoca.
A me è mancato quel brivido, quel qualcosa in più in grado di farmi amare del tutto questo libro però credo possa rientrare pienamente nei libri che consiglio di leggere perché da una buona panoramica della storia dell’epoca, dell’attesa dei romani, dell’occupazione tedesca e del clima di terrore dei nazisti hanno fatto provare agli italiani che hanno tentato di aiutare e dare conforto a chi era perseguitato.

«Da loro ne sono arrivati quasi duecento».
La novizia ebbe un moto di stupore. «Duecento» mormorò. Un convento con duecento perseguitati, che erano scappati e si nascondevano? Da loro erano dodici ed era già una gran fatica e un gran rischio. Guardò con ammirazione suor Filomena che era arrivata in cima alla fila e riempiva i sacchi. Con un sorriso cordiale aveva chiesto aiuto a uno dei soldati tedeschi che facevano la guardia. Lui non si era rifiutato e ora reggeva il sacco. «Che coraggio!» pensò suor Lina e distolse lo sguardo. Era davvero sbigottita da tanta audacia.

Non è un libro che fa emergere i personaggi, tuttavia nella figura della suora trova determinazione e sfaccettature di carattere in grado di tener testa all’occupazione; ruoli definiti e collaudati che fanno della preghiera e della disciplina la chiave per sopravvivere e cercare, giorno dopo giorno, di salvarsi e salvare le anime che chiedono aiuto alla loro porta.

Un libro che vi consiglio per scoprire la Roma di quegli anni, quando tutto sembrava perduto e in segreto le persone si aiutavano in attesa della pace.

Scheggia

 

Cartaceo eBook

 

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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