Buongiorno Lettori!
State per leggere la recensione di un libro che uscirà domani e che a me è piaciuto tantissimo, così tanto che già vorrei leggere il seguito (Mondadori, lo pubblicate subito?). Insomma, oggi vi parlerò di La guerra dei papaveri di R.F. Kuang, un libro che personalmente ho apprezzato tantissimo, ma che non lo ritengo adatto per i più giovani, insomma non è uno Young adult e neanche un fantasy leggero. Non fatevi ingannare dalla trama!
La guerra dei papaveri
R.F. Kuang
Mondadori
Prezzo: 22.00 €
eBook: 9.99 €
Trama: Orfana, cresciuta in una remota provincia, la giovane Rin ha superato senza battere ciglio il difficile esame per entrare nella più selettiva accademia militare dell’Impero. Per lei significa essere finalmente libera dalla condizione di schiavitù in cui è cresciuta. Ma la aspetta un difficile cammino: dovrà superare le ostilità e i pregiudizi. Ci riuscirà risvegliando il potere dell’antico sciamanesimo, aiutata dai papaveri oppiacei, fino a scoprire di avere un dono potente. Deve solo imparare a usarlo per il giusto scopo.
Ho aspettato un po’ a scrivere questa recensione, perché volevo capire quanto mi fosse realmente piaciuto questo libro e se l’euforia provata fosse solo frutto dell’enfasi del momento. Invece il libro mi è piaciuto tanto.
Ambientato in paesi e città che ricordano la Cina e il Giappone, Rin è una giovane che decide di tentare di salvarsi la vita e sfuggire a un matrimonio combinato, con un esame per entrare in un’accademia militare.
La ricerca di un posto migliore è il primo argomento che la Kuang cerca di portare all’attenzione del lettore: la preferenza verso il rigore di un’accademia militare, rispetto alla schiavitù con degli spacciatore è da subito un salto di qualità per Rin, che studia e s’impegna per anni, sfruttando anche la sua memoria.
Il vero salto di qualità la Kuang lo fa con il proseguire del libro.
Diviso in tre parti, ci racconta la vita di Rin all’accademia, poi però tiene fede al titolo e ci catapulta in una vera guerra, dove al lettore non vengono risparmiate scene cruente e fuori dalla normalità. Situazioni assurde, prive di logica, immorali e disumane, che tuttavia potrebbero far parte di una guerra, dove i civili disarmati poco riuscirebbero a fare contro un esercito.
Con una scrittura incalzante e feroce, l’autrice ci mostra gli aspetti crudeli della guerra, li esalta al punto da far accartocciare lo stomaco per diverse scene e diversi racconti.
Ci sono momenti in cui i personaggi spariscono sullo sfondo, distrutto dagli uomini che combattono e distruggono tutto ciò che trovano sul loro cammino.
Questo è un libro che offre anche ottimi spunti di riflessione, proprio per alcuni argomenti contenuti al suo interno, primo fra tutti l’utilizzo delle droghe.
Sono un elemento fondamentale per tutto l’arco narrativo. Se ne parla come sostanze in grado di far parlare con gli dei, come semplici mezzi per diventare potenti, smuovere il corpo, dar vita al potere, eppure c’è la controparte, l’effetto collaterale, l’assuefazione, la perdita di sé stessi, la dipendenza estrema e incontrollabile.
C’è un continuo riferimento a queste droghe e questo è uno degli aspetti che mi hanno spinta a definire questo libro più per adulti.
Non credo si possa far leggere questo libro a dei ragazzi. Troverei sciocco e sbagliato definirlo Young adult solo per l’età dei protagonisti, perché i contenuti non tengono conto della loro età. Tra la guerra, le scene cruenti e splatter e la droga, non mi azzardo proprio a definire questo libro per giovani, ragazzi, adolescenti o che sia. Per le scene proposte, per come lo ricordo io, supera anche i primi libri di Martin.
Per quanto riguarda i personaggi, Rin è la vera protagonista di questa storia, però con il passare dei capitoli, tanti altri riescono a farsi strada, diventando elementi fondanti di questo libro.
C’è una continua evoluzione dei personaggi e nessuno resta come all’inizio e questo è un altro aspetto che ho apprezzato, perché l’autrice dimostra anche quanto si possa cambiare in situazioni diverse dalla normalità.
Per quanto riguarda l’elemento fantasy, mi piace come sia stato sfruttato e integrato. Oltre alla geografia, che riprende formazioni storiche e le modifica, mi è piaciuto il fatto che la magia e l’ascesa al pantheon degli Dei non sia qualcosa di immediato, ma frutto di un percorso non sempre sano.
Nel complesso io ho amato questo libro e vorrei leggere subito il secondo, ma non mi sento di consigliarlo ai più giovani.
Non aspettatevi storie d’amore (il fatto che io shippi una coppia non conta). Non aspettatevi dolci momenti e qualche lieto fine.
Questo non è un romance fantasy.
Sono rimasta piacevolmente colpita da questo libro e avrei dato una votazione anche maggiore se non fosse per alcuni capitoli nella prima parte, un po’ troppo lenti anche se funzionali.
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