[Recensione] L’odore freddo del mare di Elizabeth O’Connor

Buongiorno Lettori,

finalmente torno con una recensione sul blog. Spero di essere più costante d’ora in poi, riprendendo una pubblicazione periodica come in passato. Oggi vi parlo di un libro che ha poche pagine ma è molto evocativo, nonostante non mi abbia convinta del tutto. L’odore freddo del mare di Elizabeth O’Connor, edito Garzanti che ringrazio per la copia, ci porta su un’isola nel 1938, con pochi abitanti e la guerra all’orizzonte.

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Elizabeth O’Connor
Garzanti
Prezzo: 16.00 €
eBook: 9.99 €

Trama: Galles, anni Trenta. Davanti a sé Manod ha solo il mare. Un’infinita distesa di acqua che si estende a perdita d’occhio. Al di là, c’è tutto quello che lei non può avere. Al di là, c’è una realtà eterea fatta della stessa sostanza dei sogni. La sua realtà è invece una piccola isola da cui non si può scappare se si è donna. Cercare fortuna e una vita diversa nel continente è un affare solo maschile. Lei può solo ricamare quello che le accade intorno, in quel mondo pieno di leggende, o quello che vorrebbe che accadesse. Nulla di più. Fino all’arrivo di due studiosi attratti dall’anima selvaggia e arcaica dell’isola. Vogliono carpirne i misteri e i sussurri oltre il vento che ne sferza le coste. Manod li segue e si nutre dei loro racconti. Parlano di libri, di mode, di modi di pensare che lei non ha mai sentito, ma di cui diventa affamata. Eccola la libertà che ha sempre immaginato. Eccola impersonificata in un uomo e una donna che hanno potuto scegliere. Manod si sente sempre più stretta tra due fuochi: la voglia ribelle di andare e creare il suo destino e la forza delle radici che la legano a quel luogo, alle sue tradizioni e alla sua famiglia. Alle colpe e ai segreti che sembrano insuperabili. Ma quando un vento nuovo soffia è difficile non ascoltarlo, come le hanno insegnato le storie di quel lembo di terra. L’odore del mare è freddo, eppure la trascina verso di sé.

Divisore Scheggia

L’odore freddo del mare di Elizabeth O’Connor è ambientato in un’isola del Galles e inizia con l’immagine di una balena bloccata sulla costa e impossibilitata a tornare in mare.
Manod è un po’ come la balena, bloccata sull’isola con il padre e la sorella, con l’unica prospettiva di un matrimonio e il sogno di poter andare oltre quel pezzo di terra. Brava a ricamare e cucire, sfrutta le riviste che giungono dalla terraferma e dai carichi dispersi in mare per creare qualcosa.

L’arrivo di due studiosi però cambia tutto. Un uomo e una donna portano sull’isola le notizie dalla terraferma e la voglia di imparare qualcosa sugli abitanti del luogo, i loro usi e costumi. Mentre in Europa la guerra è in procinto di scoppiare, Manod vede nei nuovi arrivati la possibilità di andare via, di crearsi una nuova vita lontana dalle pecore, dal freddo e da quella balena che giorno dopo giorno viene smantellata dagli umani e dagli animali.

La storia alterna i racconti sugli usi dell’isola, alle vicende di Manod e della sorella; viene raccontato com’è morta la madre e si accenna alla situazione europea con semplici frasi che fanno capire cosa stia succedendo, oltre ai giornali che, seppur in ritardo, arrivano sull’isola.

Con una scrittura diretta e senza esagerazioni, Elizabeth O’Connor ci permette di conoscere Manod e ci fa capire quali siano le sue aspirazioni e anche le paure, mentre i due studiosi sono un po’ il gatto e la volpe di pinocchio, un’illusione, una possibilità troppo semplice per essere vera.

Seppur breve, questo libro mostra l’importanza delle tradizioni e allo stesso tempo la voglia di andare avanti e rompere alcuni schemi, come l’obbligo di un matrimonio per una donna.

Sicuramente la storia affronta davvero tanti temi e pagina dopo pagina emergono tutti i caratteri, soprattutto quello di Joan, tuttavia con questa storia non è scattata quella scintilla che mi ha permesso di amarlo totalmente. È un libro che riesce a mostrare in maniera vivida l’isola tant’è che come lettrice mi sembrava di essere sull’isola, al fianco di Manod, senza però poterle dire di non fidarsi ciecamente di quei due studiosi, eppure mi è mancato il coinvolgimento emotivo; il racconto l’ho trovato a tratti troppo distaccato, seppur interessante.

È stata una piacevole lettura, ma è mancato qualcosa.

Insomma, sicuramente una lettura interessante, però non mi ha del tutto conquistata. L’edizione però è davvero bella.

Scheggia

 

Cartaceo eBook

 

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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