[Recensione] Namiko e i giardini di Kyoto di Andreas Séché

Buon pomeriggio Lettori!

Oggi – dopo aver provato a programmare qualche contenuto per i social, senza riuscirci – vi parlerò di un libro che onestamente ho trovato piatto e noioso e che è riuscito a smuovere un po’ di interesse solo in un paio di capitoli verso la fine. Vi parlo di Namiko e i giardini di Kyoto di Andreas Séché, edito Mondadori che ringrazio per la copia.

Namiko e i giardini di Kyoto, Andreas Séché, Mondadori, narrativa, Giappone, noia, amore, poetico, evocativo, giornalista, narrativa straniera, recensione negativaNamiko e i giardini di Kyoto
Andreas Séché
Mondadori
Prezzo: 17.50 €
eBook: 9.99 €

Trama: Quando un giornalista tedesco di ventinove anni si reca in Giappone per un reportage sull’arte dei giardini, non può certo prevedere che questo viaggio cambierà la sua vita per sempre. Nel corso delle sue passeggiate nei giardini di Kyoto incontra infatti la misteriosa e sensibile studentessa Namiko, custode di un rapporto intimo con la natura, e ne rimane immediatamente affascinato. Ascoltandola ripercorrere l’arte millenaria che rende questi giardini spazi di meditazione e armonia, si rende conto che la donna sussurra e che il tono sommesso della sua voce regala alle parole un’intensità e un significato del tutto nuovi, in grado di toccare le corde più profonde dell’anima. Namiko sussurra non solo con le parole, ma anche con i gesti, lo sguardo e il tatto. Per il giornalista è solo il primo passo di un lungo viaggio, dentro una cultura celata nei caratteri della scrittura e nei tradizionali kúan che il protagonista inizierà a comprendere con l’aiuto del padre di Namiko. Finché una notte, seduto al fianco della giovane donna nel “giardino dei sospiri alla luna” ad ascoltare la melodia di un flauto tradizionale, si troverà a dover prendere una decisione difficile e da cui non potrà tornare indietro.

Divisore Scheggia

Parto con il dire che questo libro mi ha profondamente annoiata, probabilmente a causa della mia scarsa (leggasi nulla) emotività e forse anche per colpa del libro, esasperante nel racconto, tanto da rendere Namiko, ai miei occhi, solo una guida turistica e non una protagonista interessante.

Un giornalista tedesco racconta del suo viaggio di lavoro in Giappone, fatto per scrivere un articolo sull’arte dei giardini, e del suo incontro con Namiko, una curiosa universitaria che lo porterà a conoscere non solo i più bei giardini di Kyoto, ma anche tante altre curiosità sul Giappone, a partire dall’origine di alcuni dei caratteri da loro utilizzati per scrivere.

In mezzo a tutte queste informazioni è scattata la scintilla; l’amore si percepisce perché la voce narrante venera Namiko e la sua adorazione arriva al lettore, tuttavia l’estrema lentezza e alcuni capitoli mi hanno davvero reso complicata la lettura, dilatando il tempo, tanto da avere la sensazione di pagine moltiplicate all’infinito.

È un viaggio intimo e filosofico, ma io mi aspettavo qualcosa di più scorrevole, in grado anche di smuovere i sentimenti.
A un certo punto mi è sembrato di leggere Murakami del terzo 1Q84.
C’è un voler scrivere in uno stile giapponese, lento ed evocativo, ma secondo me pecca in esagerazioni e anche in descrizioni.
Mi aspettavo una storia più calda e avvolgente, invece la continua venerazione di Namiko mi ha annoiata profondamente e sono rimasta impassibile anche quando c’è un bel colpo di scena.

Non reputo questo libro scorrevole, né piacevole, tuttavia è ottimo nel caso cerchiate qualcosa che vi faccia conoscere un po’ Kyoto, parte della sua storia e diverse curiosità legate al Giappone e alla sua lingua.
Nel caso siate alla ricerca di qualcosa di coinvolgente ed entusiasmante, passate oltre.

due, votazione, stelline, recensione

Probabilmente questo libro è per chi desidera una storia un po’ poetica e nella quale si percepisca l’amore verso un personaggio, un componente del racconto. Personalmente mi aspettavo proprio un altro registro.

Scheggia

Cartaceo

eBook

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

One Reply to “[Recensione] Namiko e i giardini di Kyoto di Andreas Séché”

  1. Come libro mi attira molto, da come lo descrivi sembra molto nelle mie corde (amo le storie poetiche) e poi sono molto curiosa di sapere di più su Kyoto visto che ho amato Memorie Di Una Geisha❤️

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