[Recensione] Oliva Denaro di Viola Ardone

Buongiorno Lettori!

Che dire? Sono qui per parlarvi di un libro che trovate proprio da oggi in tutte le librerie e gli store online. Aspettavo questo libro da settimane e lo ammetto, sono davvero felice di averlo potuto leggere in anteprima. Viola Ardone è tornata con una storia forte, potente, emozionante, dandomi la possibilità di ritrovarmi tra le mani un libro che sono riuscita ad amare anche più de Il treno dei bambini. Oggi vi parlo di Oliva Denaro, un libro che dovete proprio leggere! Intanto ringrazio la Casa Editrice per la copia in anteprima.

Oliva Denaro, Viola Ardone, Einaudi Editore, Il treno dei bambini, Matrimonio riparatore, Franca Viola, Sicilia, anni 60, recensione, libro bello, emozionante, ruolo della donna, matrimonio, figli, teatro, ambra angiolini, femminismo, rappresentazioneOliva Denaro
Viola Ardone
Einaudi
Prezzo: 18.00 €
eBook: 9.99 €

Trama: È il 1960, Oliva Denaro ha quindici anni, abita in un paesino della Sicilia e fin da piccola sa – glielo ripete ossessivamente la madre – che «la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia». Le piace studiare e imparare parole difficili, correre «a scattafiato», copiare di nascosto su un quaderno i volti delle stelle del cinema (anche se i film non può andare a vederli, perché «fanno venire i grilli per la testa»), cercare le lumache con il padre, tirare pietre con la fionda a chi schernisce il suo amico Saro. Non le piace invece l’idea di avere «il marchese», perché da quel momento in poi queste cose non potrà piú farle, e dovrà difendersi dai maschi per arrivare intatta al matrimonio. Quando il tacito sistema di oppressione femminile in cui vive la costringe ad accettare un abuso, Oliva si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il prezzo di quel no.

Divisore Scheggia

«La donna singolare non esiste. Se è in casa, sta con i figli, se esce va in chiesa o al mercato o ai funerali, e anche lì si trova assieme alle altre. E se non ci sono femmine che la guardano, ci deve stare un maschio che la accompagna»

Ho aspettato questo libro per settimane, con la voglia di leggerlo e di ritrovare la scrittura di Viola Ardone, che mi aveva davvero entusiasmata con Il treno dei Bambini.
Credo che Viola Ardone si sia superata, perché durante tutta la lettura sono stata trasportata nella Sicilia degli anni ’60, in una società ben diversa da quella attuale, eppure molto simile per certi aspetti.

Oliva Denaro nasce in una famiglia tradizionale: la madre calabrese ha sposato un uomo siciliano dopo la “fuitìna” e dal matrimonio sono nati Fortunata, Cosimino e Oliva, questi due gemelli.
Sin da quanto ha memoria, Oliva sa che c’è differenza tra uomo e donna e che la donna è una brocca e chi la rompe se la piglia, perché così le ha sempre detto la madre.

A Martorana, il paese dove nasce e cresce, il prima e il dopo, per una ragazza, viene scandito dal “marchese“, dal diventare signorina, dal crescere da un giorno all’altro e ritrovarsi donna. È un momento di festa e una maledizione, perché da quel momento cambia tutto.

Fuori scuola c’è sempre un parente che aspetta le mie compagne per riportarle a casa, mentre prima se ne tornavano da sole. Quando incrociano i maschi per la via, guardano a terra, anche se lo sanno benissimo che quelli le fissano proprio là, dove i bottoni tirano la stoffa, perciò tengono gli occhi bassi ma la schiena dritta, tanto che le asole rischiano di scoppiare.

Con la voce di Oliva scopriamo che lei del marchese non ne vuole sapere, che vorrebbe continuare a giocare con Saro – suo amico d’infanzia – e andare con il padre alla ricerca dei babbaluci e rane, da vendere al mercato, nonostante i continui rimproveri della madre.
La voce di Oliva è forte, è potente e si fa sentire attraverso i suoi pensieri, i suoi dubbi e le tante incertezze legate al suo essere donna senza aver scelto di nascere così.
Non sa se il matrimonio sia una buona cosa, ma sembra sia l’unica strada concessa a una donna e per questo deve mantenersi pura, perché “la femmina è una brocca: chi la rompe se la piglia“, eppure la sorella non sembra felice tra le mura di casa, nascosta dietro una finestra, le amiche si sposano con un marito conosciuto per corrispondenza, con i matrimoni combinati dalle famiglia e l’amica Liliana, barlume di modernità, viene vista male dal paese, perché figlia di comunisti, con una madre che lavora e con i suoi vestiti più audaci.

Tutto sembra incastrarsi nel piccolo paese di Martorana: le attenzioni di un giovane, gli sguardi bassi e la camminata rasente il muro, la messa, il rosario e il vestito bianco per informare tutti del passaggio verso l’età adulta.

È un libro dove il giusto e sbagliato si scontrano con la legge, in un paese dove il torto si ripaga col matrimonio, dove fa scandalo chi non accetta le nozze e non chi vanta diritti sul corpo altrui.
È l’Italia del delitto d’onore, della lupara per vendicarsi, del matrimonio riparatore, della cosiddetta “paciata“.
È l’Italia sbagliata eppure accettata dalle donne e uomini: colui che agisce con la forza viene visto come l’innamorato passionale e le parole della donna messe solo in discussione, senza un minimo di considerazione.

– Mai ci ho scambiato parola.

– E che vuoi scambiare? Basta uno sguardo, basta un sorriso, femmina che sorride ha detto sì.

A quindici anni sei grande, non c’è bisogno di studiare. Alla donna viene richiesto di trovare un buon marito, fare figli e badare alla casa, senza avere grilli per la testa.
Tutto questo ce lo dice la storia del nostro paese e la storia di Oliva Denaro, che per molteplici aspetti sarà stata uguale a quella di tantissime altre donne.

Spesso è la voce della madre a innervosire, così indaffarata a voler riparare quel che viene rotto, eppure anche lei è una donna che si è sentita straniera, che ha dovuto cercare l’approvazione delle altre signore del paese, che a volte ha perso di vista il bene suo e della famiglia per evitare le malelingue.

Il libro è diviso in quattro parti e principalmente è la voci di Oliva a parlare: con le sue parole e i suoi pensieri scopriamo tutti i conflitti che vive dentro di sé e il rapporto speciale con il padre, un uomo di poche parole e che ho davvero amato con i suoi “non lo preferisco” e “quietati, Amalia“.
La quarta parte è riuscita anche ad emozionarmi perché alcuni capitoli vengono narrati dal padre, che si rivela non più solo spettatore, ma un uomo con forti sentimenti, con tanta voglia di vedere la figlia felice, anche se lontana da lui.
La sua voce riesce a entrare nel cuore e si colmano alcuni vuoti che possono essere percepiti durante la lettura.

Questa non è solo la storia di Oliva Denaro, ma è la storia di tutte quelle famiglie che negli anni passati hanno pensato di non avere scelta, costrette da una legge indecente ad accettare un aguzzino tra le mura di casa. È la storia di tutte quelle donne che non hanno potuto studiare, cresciute nell’ignoranza e con il solo obiettivo del matrimonio, dei figli o della terribile alternativa, ovvero rimanere zitelle.
È la storia di quelle donne dagli sguardi bassi, della passeggiata in compagnia, dello scialle sul capo e la gonna lunga, non per scelta, bensì per imposizione.
Ed è anche la storia di quegli uomini che, protetti dalla legge, hanno davvero pensato di poter comprare l’affetto, il cuore e il corpo di una donna con la forza e un matrimonio riparatore.

Alla donna il corpo è fardello.

Questo è un libro da leggere e che consiglio a tutti: è vero, si conosce la storia di quegli anni e la vicenda di France Viola, però nelle parole di Oliva c’è davvero tanto, dal contesto culturale alla percezione che si aveva della donna, un essere da mantenere intatto per un uomo fino al matrimonio.
La verità è che tante cose sono cambiate, ma tante altre faticano a modificarsi, basti pensare alle domande o ai commenti che spesso vengono rivolte alle donne ad oggi, nel 2021.
E invece sarebbe proprio bello poter correre a scattafiato, libere e senza paura.

Questo libro mi è piaciuto davvero tanto. Lo consiglio a tutti – non posso far diversamente – perché è una storia che è riuscita a emozionarmi, a entrarmi sotto la pelle.
Mi piacciono i libri così, che con semplicità e pensieri profondi, sanno colpire dritti al cuore.

Scheggia

 

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Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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