Buon pomeriggio Lettori,
oggi esce in libreria un libro stupendo, che ho avuto modo di leggere in anteprima e per questo ringrazio la casa editrice, Ponte alle grazie, per la copia.
Il libro è Per strada è la felicità di Ritanna Armeni, già autrice di Mara – Una donna del novecento (qui la mia recensione), che questa volta, tramite il personaggio di Rosa, ci parla delle manifestazioni del 1968, mettendo su carta la vita di un gruppo di studenti.
Per strada è la felicità
Ritanna Armeni
Ponte alle grazie
Prezzo: 16.00 €
eBook: 8.99 €
Trama: Rosa è una brava ragazza di provincia che arriva a Roma a vent’anni con l’obiettivo di laurearsi e trovare un lavoro. Ma siamo alla vigilia del Sessantotto e il fermento della rivolta abita ovunque: nei viali dell’università, sugli striscioni delle piazze, ai cancelli delle fabbriche. Quando il movimento studentesco esplode tutto cambia, anche Rosa. In quei mesi incandescenti in cui si occupano le facoltà, si scatena la violenza di manganelli e lacrimogeni, si assapora la sferzante allegria della ribellione, Rosa si trasforma in una giovane donna, va a vivere in una comune, prende in mano la sua vita e ne paga pegno. Orientandosi fra amore e amicizie, tra i grandi classici del marxismo e un movimento che vuole cambiare il mondo, incontra un’altra Rosa, Rosa Luxemburg, e con lei intreccia un rapporto serrato con momenti di complicità e di rottura, di immedesimazione e di lontananza. Il vento del nuovo femminismo conduce la «brava ragazza» e le sue compagne in percorsi sconosciuti, rende la loro voce più netta, la lotta più chiara e autonoma. Rosa vive gli anni della ribellione all’ordine maschile e partecipa all’assalto al cielo delle giovani donne che colgono a piene mani l’occasione di diventare sé stesse, di cambiare la loro vita e quella di chi verrà dopo di loro.
Cosa sono i movimenti del ’68? Io non ne so molto, perché sono nata vent’anni dopo e perché nelle scuole si è allergici a quel periodo. Ci si sofferma tantissimo su altri periodi storici (importanti eh, però a volte si esagera), poi si arriva alla fine dell’ultimo anno, mentre con la testa si è già alle vacanze, si preparano altri argomenti, si racconta brevemente la guerra fredda e ci si dimentica del resto del ‘900, come se dopo la seconda guerra mondiale tutto fosse rimandabile ad eventuali studi futuri, come se non fosse necessario conoscere quella parte di storia più vicina alla nostra data di nascita.
Non sapendo molto del periodo, sono stata felicissima di aver letto questo libro, avendo già apprezzato la scrittura dell’autrice, perché racconta una parte di quei movimenti, mostrandoci la vita degli studenti che protestavano, che credevano e portavano avanti una causa, una battaglia, mobilitandosi in gruppo, manifestando nelle piazze, nelle università, davanti alle fabbriche.
Ritanna Armeni, grazie a una profonda conoscenza del periodo, ci porta all’interno del ’68, presentandoci Rosa, cresciuta nella provincia, che si ritrova nel bel mezzo delle manifestazioni, pronta a voler capire quali siano le richieste degli studenti e chi sia Marx, senza però mettere da parte la Rosa studentessa, consapevole di dover portare sempre bei voti a causa del costo dell’università.
Attraverso la storia di Rosa si riesce a percepire il clima di quegli anni, con la costante voglia di indipendenza e di riscatto, pronti ad abbracciare le battaglie in favore dei più deboli, nonostante si faccia presente la loro provenienza da famiglie borghesi.
Si poteva scappare, ci si poteva nascondere. La polizia li inseguì per le scale, entrò negli appartamenti, nelle piccole officine e picchiò senza distinzione. Operai, studenti, vecchi, giovani: presi e portati sulle autoblindo. Il rastrellamento casa per casa. La ferocia dei servi dei padroni.
È un libro che scorre e che fa provare tantissime sensazioni.
Leggendo le giornate di Rosa, mi sono un po’ emozionata e anche arrabbiata, un po’ per il suo rapporto con Camillo, un po’ per il suo essere, almeno all’inizio, troppo accondiscendente, come se il suo valore fosse davvero dato dalla quantità di volantini distribuiti, un po’ per i racconti di quanto avveniva in quel periodo tra polizia e manifestanti.
Mi è piaciuto com’è stato approfondito il suo stato psicologico in alcuni momenti e mi è piaciuto legger del cambiamento nei vari anni.
La lotta del ’68 è diversa da quella dell’anno dopo e da quella dell’anno dopo ancora.
Si passa dalle lotte studentesche, ai picchetti in fabbrica, fino alle prime lotte femministe, rivendicazioni sulla base delle manifestazioni che avvengono negli altri paesi.
Ed è stato bello leggere di un bel rapporto tra ragazze, con la loro voglia di fare qualcosa in più, di essere considerate alla pari rispetto ai compagni uomini.
Interessante è stato anche il confronto e parallelismo tra la Rosa studentessa di Roma e Rosa Luxemburg, attraverso le lettere che la protagonista si ritrova a leggere per scrivere la sua tesi universitaria.
La bellezza risiede anche nel volersi spesso rivolgere alla Rosa del passato, creando un parallelismo tra la vita del suo presente con quella della rivoluzionaria del passato, rivolgendosi a lei non solo per conoscere la sua vita politica, ma anche quella da donna, da essere umano.
Il finale poi l’ho trovato molto giusto, perché mette un punto a una parte importantissima nella vita di Rosa, ma lascia tante porte aperte e fa intravedere un po’ di quello che sarà il futuro.
Cosa è emerso da questo libro?
Beh, sicuramente fa impressione come, a distanza di 50 anni, ci sia ancora il bisogno di lottare per alcuni diritti o per mantenerne alcuni rivendicati in quel periodo.
Nel 2021 conosciamo poco le battaglie del ’68 e forse qualcuno, che quegli anni li ha vissuti e forse ha anche manifestato, ad oggi ha perso la memoria, vestendo i panni di quello che fu il suo nemico.
Un libro che vi consiglio di leggere nel caso vogliate scoprire qualcosa di quegli anni, delle lotte studentesche, vivendoli con gli occhi di una ragazza di provincia.
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