Buongiorno Lettori!
Riemergo nonostante il caldo non mi dia tregua (e anche alcuni giramenti di scatole, ma vabbè!). Oggi torno a scrivere per parlarvi di un libro letto qualche settimana fa e terminato per un solo motivo: è breve. Il libro non mi è piaciuto molto, anzi direi affatto, per una serie di motivi.
Il libro è Quando mi troverai di Rebecca Stead, preso insieme a un altro libro per sfruttare la promo Feltrinelli 2 libri a 9.90€.
Quando mi troverai
Rebecca Stead
Feltrinelli
Prezzo: 9.00 €
eBook: 6.99 €
Trama: 1979. Miranda ha dodici anni e vive con la madre a New York. Deve uscire dal guscio, trovare nuovi amici, imparare a conoscerli per quello che sono realmente. Intanto però riceve misteriosi messaggi anonimi: parlano di cose che puntualmente la vedranno protagonista. Sotto casa “the laughin’ man”, un barbone apparentemente privo di senno, mormora frasi incomprensibili e anche quelle riguardano Miranda. Tutto sembra girare a spirale intorno a lei, fra segnali inquietanti e lugubri apparizioni. In fondo alla strada, in questa New York minore che rimanda a certe atmosfere de “Il buio oltre la siepe”, c’è la scoperta della paura ma forse anche la porta aperta verso il suo superamento.
Questo libro non mi è piaciuto: lo dico subito.
Approfittando della promo Feltrinelli, 2 libri a 9.90€, ho deciso di prendere questo libro della Stead insieme a uno di Virginia Wolf.
La Stead per me è stata una novità, nel senso che ho un suo libro in libreria da anni ed essendo più cicciotto, ho deciso di iniziare con questo qui. Spero l’altro sia migliore.
Per me questo libro è stata una grande delusione. Parto con il dire che non mi sono piaciuti i personaggi e la loro caratterizzazione, non ho empatizzato con nessuno di loro e non ho trovato la storia particolarmente interessante o originale, come invece speravo dopo aver letto la trama.
Il tutto ruota intorno a Miranda, una ragazzina abbastanza indipendente, che da un giorno all’altro si ritrova a tornare a casa da sola, perché il suo amico Sal inizia a essere freddo e distaccato.
Il libro è breve, ma io l’ho trovato lento e credo di averlo finito solo per non abbandonarlo (e questo ha poco senso, lo so).
Non l’ho trovato scorrevole, la storia non è avvincente e neanche avvolgente.
Si cerca di porre un minimo di attenzione su determinati temi e problematiche presenti sicuramente in particolare modo alla fine degli anni ’70 in America, ma viene lasciato tutto a un detto e non detto, portando l’eventuale lettore a interrogarsi su alcune dinamiche – vista l’età di riferimento, ma senza aiutare o accompagnarlo verso una reale comprensione del problema.
Il mistero dei biglietti non mi ha coinvolta e ho trovato tutto lo sviluppo estremamente piatto e senza un particolare sprint, anche sul finale.
Essendo un libro indicato per 10+ mi sarei aspettata un maggiore coinvolgimento.
Sicuramente aiutano molto i capitoli brevi e una scrittura semplice, molto adatta al target di riferimento, ma sono convinta che ci siano libri migliori.
È un peccato perché essendo ambientato alla fine degli anni ’70 avrebbe potuto affrontare in modo più determinante tante tematiche, come il razzismo, la povertà, l’impegno assiduo per raggiungere uno scopo, ma anche la crescita, l’adolescenza e quel periodo della vita costellato di cambiamenti, insomma avrebbe potuto affrontare tante cose e invece si limita a Miranda con i suoi dubbi e i bigliettini ricevuti, mentre aiuta la madre a studiare per partecipare a un quiz a premi.
Niente di che.
È un libro che a me non è piaciuto, ma so che molti l’hanno apprezzato. Come sempre, la lettura è soggettiva!
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