Buongiorno Lettori!
Stamattina vi parlo di un libro autobiografico, un nuovo viaggio per Enaiatollah Akbari, quel bambino – ormai uomo – che ormai vive in Italia ed è riuscito a trovare un posto dove crescere senza dover aver paura di fuggire. In Storia di un figlio lo ritroviamo adulto, uomo, in un racconto mirabolante di quella che è stata la sua quotidianità negli ultimi dieci anni. Un grazie a Baldini + Castoldi che mi ha fornito la copia.
Storia di un figlio. Andata e ritorno.
Fabio Geda, Enaiatollah Akbari
Baldini + Castoldi
Prezzo: 16.00 €
eBook:
Trama: “Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari ” – bestseller amato e letto in tutto il mondo – termina nel 2008, quando Enaiat parla al telefono con la madre per la prima volta dopo il lungo e avventuroso viaggio che dall’Afghanistan l’ha condotto in Italia, a Torino. Ma cosa è successo alla sua famiglia prima di quella telefonata? In quali modi è rimasta coinvolta dalla “guerra al terrore” iniziata nel 2001? E com’è cambiata la loro vita e quella di Enaiat da quando si sono ritrovati fino a oggi, al 2020? Ora che non è più un bambino, ma con la stessa voce calda che abbiamo imparato ad amare, Enaiat ci accompagna attraverso la vita sua e non solo, lungo un pezzo di storia che riguarda tutti. Il rapporto a distanza con la madre; la violenza del fondamentalismo; l’amore e le amicizie italiane; il ritorno in Pakistan; un secondo ritorno in Italia; una nuova casa; un dolore lancinante, e la gioia enorme, inattesa dell’incontro con Fazila.
Inshallah. Hakuna Matata. Diamoci dentro ma con leggerezza; non arrovelliamoci troppo. La vita è faticosa e buffa, a volte misteriosamente bella. Ma in ogni caso è ora – ed è qui.
Probabilmente, dopo aver letto Storia di un figlio, potrei non lamentarmi più della burocrazia italiana.
Questo è il seguito di Nel mare ci sono i coccodrilli, terminato con Enaiat che finalmente riesce a parlare con la madre, dopo anni di silenzio e lontananza.
Storia di un figlio spiega i sentimenti di Enaiat, ci racconta le sue sensazioni dopo le chiamate con la madre, i sacrifici per aiutare la sua famiglia e anche la paura per quelle persone in una zona continuamente di guerra.
Non c’è solo il rapporto con la famiglia, ma la quotidianità stessa di Enaiat, sempre in movimento, sempre pronto a vivere nuove esperienze.
Tra le sue giornate – lo studio, il lavoro, le amicizie – quello che per me ha avuto più impatto è stato proprio il rapporto con la famiglia, quella continua lontananza e la paura di rivedersi, un sentimento che emerge spesso e che esplode in un certo punto, mischiandosi con la determinazione di un ragazzo sempre più pronto a prendere di petto la vita.
Emerge la difficoltà dei rapporti a distanza e anche la differenza tra persone vissute in situazioni diverse.
Il cambiamento tra lui, il fratello e la sorella è lampante e la preoccupazione della madre è dolce, un caldo abbraccio, una sensazione che avvolge e che attraverso le parole si riesce a percepire.
Manca sicuramente l’enfasi del primo libro, quella sua grande avventura che ti lascia un po’ col fiato sospeso a ogni capitolo e il paragone tra i due libri tende a esserci; quello che probabilmente ha fatto la differenza è la voce. Gli anni sono passati e Enaiat ha perso la sua voce di bambino, inoltre i suoi problemi da adulto sono ben diversi da quelli del bambino che fu, perennemente alla ricerca di un posto sicuro.
In alcuni capitoli ho avvertito un po’ di distacco dalla sua storia, ma verso la parte finale ho reincontrato l’Enaiat che lotta e che cerca di raggiungere un obiettivo, senza mai ricorrere a deprecabili azioni. Il suo incontro con Fazila mi ha stupita, forse perché ho un’immagine abbastanza distorta di quella parte di mondo – è una parte che conosco solo tramite i telegiornali, lo ammetto – quindi mi sono ritrovata a sorridere per la profondità del loro rapporto e del loro lottare in favore di un ricongiungimento.
Lo stile è lo stesso di Nel mare ci sono i coccodrilli. È fluido, scorre, ti avvolge e ti permette di essere con Enaiat durante il suo cammino e mentre affronta le difficoltà. Forse, se fosse stata una storia inventata l’avrei definita un po’ troppo fortunata in alcuni momenti, invece è una storia vera e fa sorridere e piacere scoprire che ogni tanto qualcuno riesce davvero a stare meglio.
Sicuramente uno dei capitoli più curioso è proprio il racconto di come è nato Nel mare ci sono i coccodrilli, del suo incontro con Fabio Geda e tutto quel che ne è venuto dopo.
C’è da dire che anche questo libro mette in luce tanti aspetti che per noi possono sembrare banali e che per altri non lo sono affatto.
Siamo abituati – per fortuna – ad andare in ospedale quando stiamo male, a prendere aerei e mezzi senza doverci preoccupare – il più delle volte – di come sarà il viaggio. Possiamo uscire e camminare su strade asfaltate lamentandoci delle buche e senza pero esplodere per una mina abbandonata e allora non so, forse a volte bisognerebbe fermarsi a riflettere su queste cose, che a noi sembrano piccole e che in realtà sono immense, vaste e non così scontate per tutti.
È vero. Ho trovato questo secondo libro meno intenso del primo, ma l’ho trovato comunque davvero interessante. Continuo a dirlo: la storia di Enaiat si deve conoscere e va letta nelle scuole, perché sarebbe un peccato perdere questa importante testimonianza.
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