[Recensione] Storia di una brava ragazza di Arianna Farinelli

Buongiorno Lettori,

è passato un po’ di tempo ma finalmente torno sul blog! È stato un periodo turbolento, poi c’è stato anche un bel raffreddo e che dire? È passato un mese! Ho letto qualche libro e piano piano ve ne parlerò, ma iniziamo da Storia di una brava ragazza di Arianna Farinelli, edito Einaudi editore, che ringrazio per la copia.

Storia di una brava ragazza, Arianna Farinelli, storia, femminismo, biografia, autrice, Roma, anni 80, anni 90, periferia, studio, crescita, Einaudi, gotico americanoStoria di una brava ragazza
Arianna Farinelli
Einaudi 
Prezzo: 17.50€
eBook: 9.99€

Trama: Se nascere femmina può complicarti la vita, figuriamoci nascere femmina in una borgata romana alla fine degli anni Settanta. Crescere, scoprire l’altro sesso, le differenze di classe, e la vergogna. E andartene dall’altra parte del mondo, sposarti, fare figli, divorziare, costruire una carriera, con tutto lo sforzo che implica cambiare il proprio destino. Arianna Farinelli è una politologa: ha insegnato alla City University di New York, viene da un quartiere popolare. Negli anni del liceo si vergognava di abitare «allo sprofondo», ma grazie al lavoro da barista della madre ha fatto un dottorato negli Stati Uniti. Eccellere nello studio era un modo per essere vista al di là del suo corpo, che i maschi tentavano continuamente di predare, maldestri e ingordi come si è nell’adolescenza, soprattutto in un Paese sessista, in cui fino al 1996 lo stupro è stato reato contro la morale anziché contro la persona. Che cos’è un corpo femminile, che cos’è una donna? Farinelli si interroga e ci interroga, mettendo a nudo la sua storia personale e quella delle donne della sua vita: la nonna, la madre, le amiche di sempre. Facendo appello alle scrittrici che hanno segnato la sua strada, da Annie Ernaux a bell hooks, da Virginia Woolf a Susan Sontag, porta il loro sguardo fino alla periferia romana, per esplorarne le dinamiche primordiali e restituirle con irresistibile ironia. E ci racconta una tormentata emancipazione, senza negare le contraddizioni che toccano ciascuna di noi: l’aver introiettato, malgrado la fatica fatta per combatterlo, tutto il patriarcato possibile. «Puoi davvero scappare da un destino quando quel destino è scritto sul tuo corpo di donna?»

Divisore Scheggia

Riposo? Ho cominciato a lavora’ che non avevo dodici anni. Se Dio ce voleva riposate, non ce faceva donne.

Storia di una brava ragazza racconta al lettore la vita di Arianna, l’autrice del libro, a partire dall’infanzia nella periferia romana, la crescita e l’importanza dello studio, senza tralasciare i diversi aspetti che caratterizzano l’adolescenza e la vita adulta, insieme a tutti quei traumi che sono stati parte della sua vita in una società dove è difficile essere donna.

Arianna Farinelli racconta il rapporto con la sua famiglia e lo fa mostrando immagini ben definite della periferia romana, accompagnando il racconto con i dialoghi che con le frasi sbrigative e la cadenza caratteristica restituisce al lettore uno spaccato di quotidianità, un’immagine precisa della sua famiglia.

Il romanesco, che noi di periferia chiamavamo «romanaccio», ci assomigliava: era cacofonico, sboccato, estroso, e nella sua oscenità e irriverenza ci dava la libertà di storpiare e mutilare tutte le parole dell’italiano corretto. […] La nostra era una lingua che non conosceva la moderazione, la pacatezza, il parlare sottovoce. Viveva di urla ed esclamazioni – come se le sonorità più basse, per mancanza di decibel, non riuscissero a varcare la soglia dell’udibile e neppure quella delle nostra case. Era una lingua ruvida, adatta a impartire ordini, ad ammonire, a prendere in giro, a tramandare credenze, a lanciare maledizioni. Non conosceva cerimonie né elogi, non era la lingua dei complimenti e delle buone maniere.

Ho apprezzato tantissimo i dialoghi perché riescono davvero a farti entrare nella famiglia di Arianna e ti rendono spettatrice della Roma di qualche anno fa.
La storia prosegue e anche la narrazione cambia.
L’essere donna con tutte le sue difficoltà è la linea guida di questo libro, il filo che unisce le pagine e si collega alla storia di molte altre.
Cosa significa essere donna?
Quando si è piccole si viene caricate di aspettative e timori; crescendo si ha il terrore di sbagliare anche quando l’errore è di qualcun altro.

Di consenso, del resto, non si discuteva mai, e nessuno di noi sapeva che fare sesso con una persona non presente a sé stessa, a causa dell’alcol, fosse stupro. Per tutti la colpa era sempre delle donne, che si mettevano in certe situazioni; dei ragazzi si diceva solo che «si comportavano da maschi», come era normale e giusto che fosse. «Perché l’omo è omo e la carne è carne», ripetevano.

Ho apprezzato il cambio di tono che avviene quando Arianna è un’adulta in America, mi è piaciuto il racconto del suo matrimonio e del suo divorzio, così come ho apprezzato l’inserimento delle frasi di Zia Piera, voce di tutte noi in alcune occasioni. Il voler inserire queste conversazioni famigliari in un contesto americano e più asettico rispetto alla periferia romana, regalano bei momenti durante la lettura e restituisce alla voce narrante un ritorno a casa.

Mi piace che l’autrice abbia voluto raccontare la sua ascesa e anche la sua caduta e mi è piaciuto che abbia posto l’attenzione sulle difficoltà che affrontano quotidianamente le madri lavoratrici, che sono spesso sole e devono districarsi in un mondo che le vuole sempre al top, in ogni campo.

Il libro di Arianna Farinelli permette di fare un bel viaggio. Ti fa scoprire la Roma degli anni 80 e 90 e ti porta poi oltre oceano, negli Stati Uniti. Si viaggia tra continenti e alla fine si capisce qualcosa che dentro di noi già sappiamo: essere donna è difficile ovunque.

Insomma, questa è davvero una bella lettura, scorrevole e densa di informazioni, senza mai risultare pesante o stucchevole.

Scheggia

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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