[Recensione] In famiglia tutto bene di Cinzia Pennati

Buongiorno Lettori!

Oggi voglio parlarvi di un libro che mi è piaciuto molto e che per certi aspetti mi ha fatta arrabbiare molto. Il libro è In famiglia tutto bene di Cinzia Pennati, edito Sperling & Kupfer che ringrazio per la copia. Della stessa autrice avevo già letto Il matrimonio di mia sorella e mi era piaciuto molto.

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Cinzia Pennati
Sperling & Kupfer
Prezzo: 17.00 €
eBook: 9.99 €

Trama: Le famiglie non sono mai quello che appaiono e Alma lo scopre tardi, dopo vent’anni di matrimonio con Albino e due figli, Alice e Achille. Pensava che bastasse essere una madre premurosa, una moglie attenta e devota per avere la vita che tutti le invidiano. Le era sempre sembrata una scelta naturale e scontata, che aveva visto fare a tutte le donne intorno a lei. Credeva si conquistasse così la felicità: mettendo al centro chi si ama. Ma la verità è che troppo spesso si è trovata ad arginare il dolore degli altri, senza considerare il proprio, ad ascoltare i bisogni degli altri, senza soddisfare i propri. Tutto cambia quando, una mattina come tante, dentro a gesti sempre identici, il soffitto di cristallo crolla e la travolge. Albino parte per un convegno di lavoro e non torna più, lasciandola senza una spiegazione. Da quel momento Alma va alla disperata ricerca di un perché, e per farlo, non solo deve mettere in discussione il suo matrimonio e il rapporto con i figli, ma anche il legame con il fratello e la madre. Durante questo viaggio, prima di negazione e poi di ritrovata consapevolezza, non saranno le amiche di sempre, Elsa e Valeria, a starle vicino ma due persone che non fanno parte del mondo rassicurante e ordinario che ha abitato fino a oggi. I segreti e le rivelazioni dolorose con cui dovrà fare i conti cambieranno per sempre il modo di guardare sé stessa e il mondo, perché non sempre in famiglia va tutto bene e le prime a farne le spese sono le donne.

Divisore Scheggia

In famiglia come va? Va tutto bene.
Quante volte rispondiamo a questa domanda? E quante volte si dice la verità? Non mettiamo i problemi in piazza, non li raccontiamo agli sconosciuti, li nascondiamo ai parenti, stretti o meno. Nella vita: mai lamentarsi.

Sua madre e sua suocera le avevano sempre parlato della felicità e dell’appagamento che avrebbe provato con la nascita dei figli e lei ci aveva creduto, l’asservimento era il prezzo che ogni donna doveva pagare per non essere un’esclusa, come se ci fosse qualcosa di stoico nel rendersi sacrificabile. Era questo che si ripeteva quando le cose non andavano come aveva immaginato.

Alma ha la famiglia perfetta, sulla carta. Un marito medico odontoiatra, con uno studio avviato, un lavoro prestigioso che garantisce alla famiglia un bel tenore di vita, una figlia che frequenta il liceo e un figlio che è entrato in prima elementare un anno prima del solito.
Lei insegna nella scuola del figlio, è convinta che un’educazione rigida sia la strada migliore da seguire, d’altronde le hanno sempre insegnato così ed è assolutamente certa che la cosa migliore da fare sia mantenere un distacco totale dai genitori dei suoi alunni.
Alma ha una vita perfetta. Cosa potrebbe andare storto?

Era abilissimo nel confonderla e Alma non sapeva più come difendersi, il controllo emotivo che Albino aveva su di lei le destava al contempo ammirazione e spavento.

Una mattina Albino parte per un convegno e non torna. Dov’è finito? E perché i conti risultano svuotati? Mentre Alma si accorge che il marito non è l’uomo che pensava fosse, si rende anche conto che i suoi figli non sono felici, che qualcosa non va e che forse le amiche tanto amiche non sono.

Cinzia Pennati con questo libro decide di far arrabbiare il lettore e ci riesce, perché per gran parte della lettura mi sono ritrovata a pensare “Alma svegliati! Come fai a non accorgerti di quanto sta accadendo?“. Poi continuando la lettura ti rendi conto che non può accorgersi subito di tutto per un semplice motivo: è cresciuta così, con un’educazione impostata sulla famiglia, sulla venerazione del marito, sul sacrificio riconosciuto solo all’uomo e sulla totale obbedienza della moglie. Tu, donna, non devi lamentarti della stanchezza perché tuo marito lavora e non importa quanto sia carica e intensa la tua giornata, a te non è concessa la lamentela. La donna è fatta per fare i figli, allattarli, accudirli, portarli a scuola, sport, nel frattempo però devi occuparti della casa, devi cucinare bene, devi far sentire importante tuo marito e assecondare i suoi bisogni. Tu, donna, vivi in funzione di un uomo. Se lui sarà felice, tu sarai felice.
E quest’uomo può controllarti, può stabilire quanto vali e quanto non vali, può fare i suoi porci comodi e tu lo perdonerai, sempre, perché gli sbagli si perdonano, perché vi siete sposati in chiesa, davanti a Dio.

Albino è un uomo che controlla Alma, che finge di lasciarla libera e intanto stringe il cappio.

Alma impiega del tempo per spezzare questo legame e per tutto il tempo c’è chi agisce contro di lei: la famiglia del marito e le sue “amiche” che cercano di far leva sui figli, sulla necessità di una famiglia unita per il loro bene.

Questa è una storia che si sofferma molto sul senso di colpa e sulla necessità di fare sacrifici in favore di un’unione famigliare perfetta.
Mi è piaciuto il percorso di Alma, il suo risveglio in un’esistenza assopita, il suo prendere in mano la situazione, rendendosi conto che per un uomo e per l’apparenza stava mettendo da parte la sua felicità e quella dei suoi figli.

Gira tutto intorno alla famosa frase “Chissà cosa penseranno gli altri”.

Mi è piaciuto il modo in cui Cinzia Pennati ha sviluppato la storia, nonostante alcune scelte di trama che personalmente ho apprezzato meno, qualche cliché che avrebbe potuto non esserci. Il personaggio di Gioia è l’elemento di rottura – e che ho apprezzato tantissimo – che permette ad Alma di risvegliarsi dal suo intorpidimento e mi è piaciuto molto questo lavorare su un vero rapporto di amicizia.

Questo è un libro che si legge con piacere, con dei capitoli che a volte sembrano ripetitivi e che tuttavia sono lo specchio della realtà di Alma, che fatica a rompere gli schemi nella quale è stata ingabbiata sin dall’infanzia. Una scrittura piacevole e di compagnia e che contemporaneamente permette di riflettere su tutto quello che ci è stato inculcato nella testa, sin dall’infanzia.

Una menzione d’onore va a Regina. Dopo la vecchia di Cinquanta modi per dire pioggia di Asha Lemmie ecco che si aggiunge un’altra vecchia: Regina, la suocera. Quella donna mette a dura prova anche le persone più pazienti e sfida tutto il parterre di parolacce italiane e straniere.

Ricordati che sai stare bene anche da sola, annotò nella mente Alma prima di chiudere gli occhi. Aveva bisogno di farne memoria per iniziare a esistere, perché fino ad allora era stata solo una sopravvissuta.

Io voglio assolutamente consigliarvi questo libro. Una lettura davvero interessante, in grado di farvi guardare ai legami famigliari in un altro modo.

Scheggia

 

Cartaceo eBook

 

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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