Buon pomeriggio Lettori!
Qui il tempo fa un po’ schifo, è tutto nuvoloso e ogni tanto piove, però io vi parlerò di un libro che complessivamente mi è piaciuto molto, nonostante abbia dei difetti.
Vi parlerò di La ladra di parole di Abi Daré, pubblicato dalla Nord.
La ladra di parole
Abi Daré
Editrice Nord
Prezzo: 18.00 €
eBook: 9.99 €
Trama: A Ikati, un villaggio nel cuore della Nigeria, il destino delle donne è segnato: passano l’infanzia a occuparsi della casa e dei fratelli più piccoli, vanno a scuola solo per imparare a leggere e scrivere e poi vengono date in moglie al miglior offerente. Ma la quattordicenne Adunni è diversa: ama studiare, scoprire parole nuove per dar voce ai propri pensieri, per capire il mondo, per immaginare un altro futuro. E sogna di diventare maestra, di spiegare alle bambine come, grazie all’istruzione, possano liberarsi della miseria, guardare lontano, cercare la loro strada. Un sogno che però sembra infrangersi la mattina in cui il padre le annuncia di averla promessa a Morufu, un uomo molto più vecchio di lei e con già altre due mogli. Adunni sa che la sua famiglia ha un disperato bisogno dei soldi di Morufu, eppure non si arrende, nemmeno dopo aver compiuto il suo dovere di figlia, nemmeno dopo che una tragedia la obbligherà a scappare a Lagos, dove diventerà la serva di una donna prepotente e crudele. Anche nell’ora più buia, Adunni saprà trovare parole di coraggio e di speranza, parole che le daranno la forza di trasformare il suo sogno in realtà…
Questo è un libro che ho volutamente lasciato in libreria per qualche periodo dopo l’acquisto, perché ci fu un boom di recensioni iper positive che gridavano al capolavoro, facendomi passare la voglia di crederci davvero. Questo mese ho avuto l’occasione di leggerlo e devo dire di aver passato piacevoli giornate in compagnia di questa storia.
È un bel libro? Si.
Lo definirei un capolavoro? No.
È una storia perfetta? No, però offre una visione cruda e accurata della situazione nei villaggi nigeriani, lontani da Lagos, dove le donne vengono vendute come mogli anche in cambio di un sacco di riso.
Ikati è il villaggio dove nasce Adunni, un posto come tanti altri in quelle zone, dove la scuola non è necessaria, meno che mai per le donne, che non hanno valore come esseri umani bensì come merci di scambio: vengono date in spose con il solo obiettivo di generare eredi maschi. Spose bambine, a quattordici, quindici anni, già madri nel breve periodo. Emerge questa immagine dalle prime parole di Adunni, che è in grado di far capire la situazione devastante per le donne, private della loro volontà.
La protagonista, Adunni, ha un solo desiderio: andare a scuola. Questo suo sogno si infrange nel momento in cui muore la madre e lei viene data in sposa, come terza moglie, a Morufu, un uomo terribile, che stabilisce addirittura le turnazioni per “giacere” con lui la notte. Adunni non è consenziente, non vuole, eppure si capisce da subito quanto la sua volontà sia nulla di fronte alla società patriarcale. È il padre che la vende e che ignora le sue volontà.
La ladra di parole segue quindi le vicende di Adunni, prima come sposa, poi come serva alle dipendenze di una donna orribile. Durante la lettura ho ricordato spesso The Help, forse per la presenza di un particolare personaggio, tuttavia questo libro non si può paragonare a quello di Kathryn Stockett (la recensione la trovate qui), a mio avviso superiore in tutto.
I punti a favore di questo romanzo sono il linguaggio e la narrazione di alcuni eventi.
Essendo narrato in prima persona, in lingua originale è scritto utilizzando il Broken English, quello parlato dalle persone prive o con scarsa istruzione, quindi nella traduzione sono presenti errori sintattici e grammaticali per restare fedeli all’originale. C’è proprio la nota all’edizione italiana, a inizio libro, che spiega questa scelta.
Ho apprezzato questo tipo di traduzione perché avrei trovato Adunni poco credibile se avesse parlato correttamente.
La narrazione degli eventi poi è davvero bella nella prima parte, con momenti di tensione che lasciano con il fiato sospeso, anche se purtroppo tutto a un certo punto si stabilizza, portando a un finale forse un po’ piatto e scontato, con l’elemento mistery, legato a Rebecca, davvero fastidioso e inutile.
Adunni come persona spicca molto, tuttavia intorno a lei non c’è nessuno che abbia la stessa forza per reggere il confronto con le sue esperienze e questo mi ha un po’ turbata perché non sono riuscita ad apprezzare – nel bene o nel male – le figure di contorno.
Il libro comunque si legge davvero con poco tempo, nonostante la scrittura sia molto particolare. La prima parte è molto più forte e coinvolgente della seconda, ma per tutto il libro è evidente il messaggio di speranza e ho apprezzato tanto questa costante, il legame tra l’istruzione e la possibilità di emergere da una situazione di assoluta povertà, così come ho apprezzato il voler lasciare Adunni pura e sognatrice, nonostante le terribili avventure.
Perché faccio il lavoro da domestica, che tutto quello che volevo era andare a scuola? Mica lo so quando e perché mi vengono gli occhi bagnati di lacrime, ma piango e allora mi asciugo in fretta e alla mia mente gli dico di essere forte, mentre che aspetto Big Madam e Mr Kola.
Un romanzo che vi consiglio di leggere nel caso cerchiate una lettura interessate e con un buon impatto emotivo, senza però ritrovarvi invischiati in un mattone pesante e senza fine.
Un libro sicuramente interessante e che tuttavia ha qualche difetto.
Scheggia
Cartaceo
eBook
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