[Recensione] Figlie del mare di Mary Lynn Bracht

Buon pomeriggio Lettori,

oggi vi parlo di un libro davvero tosto, perché affronta temi difficili e situazioni che probabilmente sono sconosciute a molti di noi, riguardando anche la guerra sul fronte orientale negli anni ’40. Oggi vi parlo di Figlie del mare di Mary Lynn Bracht, edito Longanesi e che io ho nell’edizione economica Tea Libri a 5.00€.

Figlie del mare, Mary Lynn Bracht, Longanesi, Tea Libri, Giappone, Corea, Guerra sino giapponese, seconda guerra mondiale, sorelle, famiglia, soldati, esercito, haenyeo, recensione, storia drammatica, emozionanteFiglie del Mare
Mary Lynn Bracht
Longanesi
Prezzo: 5.00 €
eBook: 3.99 €

Trama: Corea, 1943. Per la sedicenne Hana sapere immergersi nelle acque del mare è un dono, un antico rito che si trasmette di madre in figlia. Nel buio profondo delle acque, è solo il battito del cuore che pulsa nelle orecchie a guidarla sino al fondale, in cerca di conchiglie e molluschi che Hana andrà a vendere al mercato insieme alle altre donne del villaggio. Donne fiere e indipendenti, dedite per tutta la vita a un’attività preclusa agli uomini. Nata e cresciuta sotto il dominio giapponese, Hana ha un’amatissima sorella minore, Emi, con cui presto condividerà il lavoro in mare. Ma i suoi sogni si infrangono il giorno in cui, per salvare la sorella da un destino atroce, Hana viene catturata dai soldati giapponesi e deportata in Manciuria, dove verrà imprigionata in una casa chiusa gestita dall’esercito. Ma una figlia del mare non si arrende, e anche se tutto sembra volerla ferire a morte, Hana sogna di tornare libera. Corea del Sud, 2011. Arrivata intorno agli ottant’anni, Emi non ha ancora trovato pace: il sacrificio della sorella è un peso sul cuore che l’ha accompagnata tutta la vita. I suoi figli vivono un’esistenza serena e, dopo tante sofferenze, il suo Paese è in pace. Ma lei non vuole e non può dimenticare…

Divisore Scheggia

Figlie del mare è un libro che colpisce al cuore per il suo contenuto destabilizzante.

La storia di Hana ed Emi ci viene raccontata attraverso due piani temporali: nel 1943 seguiamo la vita di Hana, rapita dai giapponesi e obbligata a diventare una donna di conforto per i soldati; nel 2011 seguiamo a Seul la storia di Emi, che non ha mai dimenticato la sorella maggiore e continua a cercarla.

Con una narrazione scorrevole, nonostante le atrocità raccontate, l’autrice riesce a coinvolgere il lettore senza mai annoiare.
È un libro difficile da metabolizzare perché racconta la cruda realtà di quegli anni sotto il dominio giapponese, quando le ragazze venivano rapite e chiuse nei bordelli per dare conforto ai soldati.
Quello che fa più spavento è il racconto di alcune pratiche e la mancanza di solidarietà ed empatia da parte di quegli uomini che non si facevano alcun scrupolo a usare le donne come carne da macello.

C’è un continuo sfruttamento del corpo femminile, visto come un oggetto necessario per dare giovamento a coloro che combattono, ma ancora più brutto è leggere di come queste donne, ragazze, a volte bambine siano facilmente sostituibili in caso di morte o altro.
In più momenti si evidenzia proprio la differenza di trattamento tra uomini e donne, come se l’uomo meritasse comunque più rispetto anche se nemico, anche se condannato a morte.
Meno cruda per le modalità di narrazione ma non meno intensa è la storia di Emi, la sorella minore che nel tempo viene privata di tutto, continuando però a cercare la sorella perduta, nella speranza di poterla incontrare.

Quante cose non sappiamo?
La storia spesso sfugge alla nostra conoscenza perché probabilmente sarebbe impossibile avere una preparazione totale, eppure per me questo libro ha significato molto perché mi ha permesso di conoscere uno spaccato terribile di storia, lo sfruttamento oltreoceano di giovani donne costrette a prostituirsi, strappate alla loro vita, alle loro famiglie per mano degli invasori.

Nonostante il tema complesso e di forte impatto emotivo, il libro si legge davvero con piacere e permette di scoprire anche la vita della HAENYEO, queste donne figlie del mare che ogni giorno si immergevano per pescare e cercare grandi tesori sul fondo del mare.

L’essere una Figlia del mare è un marchio impresso nel cuore di Hana e questo emerge in ogni suo momento di sconforto, riportandola a falla come quando il fiato manca stando troppo in apnea.

È un libro così bello che dovete assolutamente leggerlo!

Vi ho incuriositi con questo libro?
Vi lascio i link nel caso vogliate acquistarlo e supportare questo blog e vi lascio anche alcune note dell’autrice:

Secondo alcuni storici, durante la colonizzazione della Corea da parte del Giappone furono tra le cinquantamila e le duecentomila le donne e bambine coreane rapite dall’esercito giapponese e ridotte a schiave sessuali per i militari. […] Delle decine di migliaia di donne e ragazze rese schiave dall’esercito giapponese, soltanto quarantaquattro sopravvissute sudcoreane sono ancora vive (nel momento in cui scrivo) per raccontare al mondo della loro prigionia e di come siano riuscite a cavarsela e a tornare a casa.[…] Al rientro in Corea, molte Halmoni (nonne) sopravvissute alla schiavitù non poterono raccontare la verità né alla famiglia né alla comunità, perché tornavano in una società patriarcale basata sull’ideologia cionfuciana secondo cui la purezza sessuale di una donna ha la massima importanza. Le poche sopravvissute furono costrette a soffrire in silenzio.

Scheggia

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Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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