Buongiorno Lettori,
oggi sul blog vi parlerò di un libro che mi è piaciuto molto e che ci parla di un gruppo di ragazze rinchiuse in un istituto per deboli di mente. Il libro è Le degenerate di J. Albert Mann, edito da Uovonero e ringrazio l’ufficio stampa La Chicca per la copia.
Le degenerate
J. Albert Mann
Uovonero
Prezzo: 16.00 €
Trama: London è una giovane immigrata italiana, orfana, incinta e abbandonata: tanto basta, nell’America del 1928, per convincere la polizia a consegnarla alle cure della Scuola del Massachusetts per Deboli di Mente. Qui London incontra molte ragazze con cui ha in comune una cosa sola: essere considerata una reietta della società. Una “ritardata” da rinchiudere, classificare e dimenticare. Una degenerata senza speranza. Tra le grigie mura dell’Istituto conoscerà la dolce ma astuta Rose, che ha la sindrome di Down ed è capace di grandi sogni, sua sorella Maxine, che divide il suo grande cuore tra la passione per la musica e un amore inconfessabile; Alice, afroamericana abbandonata perché nata col piede equino. London non ha alcuna intenzione di far crescere suo figlio all’ombra delle sbarre, sotto lo sguardo gelido dell’infermiera capo, la crudele Mrs. Ragno, e tra le angherie delle altre ragazze incattivite dalla disumanità dell’Istituto. Ma non si può scappare da sole. Se vuole farcela, London dovrà accendere la ribellione nell’animo di Rose, Maxine e Alice. Riuscirà a convincerle che può esistere uno spazio per loro, nel mondo là fuori?
Il nome della struttura poteva anche cambiare, ma restava sempre ciò che era, un parcheggio a vita, e nessuno, quale che fosse la diagnosi, era mai destinato a uscirne.
Le degenerate di J. Albert Mann è un libro indirizzato alla fascia middle grade e che io consiglio anche ai più grandi. Affronta tantissimi temi importanti e all’ordine del giorno, temi che dovrebbero essere affrontati dai ragazzi e anche e soprattutto dagli adulti.
Inizia tutto con London che scopre di essere incinta e aggredisce il ragazzo che non ne vuole sapere; in seguito a questo episodio, viene arrestata dalla polizia e portata alla Scuola del Massachusetts per deboli di mente.
Rinchiusa in quella scuola, con una routine precisa, London fa la conoscenza di altre ragazze, tutte con meno di 15 anni e che sono state mandate lì perché ritenute inadatte alla vita pubblica, inadatte al mondo. Rinchiuse anche per mano di parenti stretti, tutte loro sanno bene che non c’è modo di abbandonare quel posto, a meno che non si abbiano due cose fondamentali: grano e granaio. E anche qualcuno a cui importi di te.
E fu allora che per la prima volta London pensò di trovarsi davvero nei guai. Cos’era questo posto? Chi erano queste due? Era da tutta la vita che veniva trascinata di qua e di là, ma si rese conto d’improvviso che per la prima volta a strattonarla non erano uomini. C’era qualcosa di sconcertante nel vedersi trascinare da donne; qualcosa di impenetrabile.
Dopo un primo rocambolesco tentativo di fuga, London impara a conoscere alcune ragazze dell’istituto, affezionandosi a loro, iniziando a provare quei sentimenti di affetto e amicizia che l’istituto stesso cerca di sopprimere.
Alice è la più silenziosa, colei che reprime tutte le emozioni, temendo che possano ritorcersi contro, mentre Maxine sorride dei suoi stessi sogni e cerca di essere un supporto per sua sorella Rose, che ha la sindrome di Down e trova conforto nella ripetizione di alcuni movimenti e in una bacchetta di legno che custodisce nascosta nella sua brandina.
L’autrice ci racconta la vita dentro questa scuola e attraverso gli occhi di queste ragazze permette di scoprire i vari reparti, portandoci anche in quello delle culle, un ambiente dove sono i neonati che vengono definiti ritardati già dalla nascita, solo perché hanno caratteristiche diverse. Ammetto che alcune situazioni mi hanno davvero scossa. Mi è piaciuto che siano stati utilizzati i termini come “ritardata, imbecille…” perché esprimono l’ottusità e l’ignoranza dell’epoca. Nella testa degli adulti, di coloro che osservano queste ragazze c’è la vera ignoranza, la loro credenza che la disabilità sia qualcosa da nascondere e condannare. E non solo. Fa rabbia leggere di questi pseudo dottori che bollano come ritardate le persone che semplicemente non rientrano nei loro schemi canonici, come se la normalità sia una sola linea dritta.
«Una ritardata è un elemento pericolosissimo per la società. Da un punto di vista biologico è un essere umano inferiore. È una cosa certamente sgradevole a dirsi, ma scientificamente inappuntabile». Aveva messo particolare enfasi nella parola “ritardata” al femminile, come gesto di attenzione verso Maxine.
Questo libro si divora e in effetti l’autrice permette al lettore di affezionarsi ai personaggi e lo accompagna verso un finale inaspettato; ci si muove tra le pagine accompagnati da un gruppo di ragazze che giorno dopo giorno iniziano a credere che ci sia qualcosa fuori da lì, cullate anche dall’unico libro che London legge: Il conte di Montecristo.
La loro forza diventa la forza di questo libro e la loro crescita e ribellione porta il lettore fino all’epilogo che a me è piaciuto tantissimo.
Questo è davvero una bella storia, scritta bene anche se, almeno nella mia copia, ho riscontrato diversi refusi.
L’argomento trattato è davvero attuale e merita di essere affrontato. Credo questo libro sia davvero un valido strumento per aprire gli occhi su cosa accadeva un secolo fa e su quanto siano cambiate le cose oggi, anche se in alcune realtà rimane lo stigma sociale.
Vi consiglio davvero di leggere questo libro.
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