[Recensione] Vieni tu giorno nella notte di Cinzia Leone

Buongiorno Lettori,

oggi vi parlo di un libro tanto atteso, ovvero Vieni tu giorno nella notte di Cinzia Leone, la stessa autrice di Ti rubo la vita, un libro che non smetterò mai di consigliare a tutti. Il libro mi è stato inviato dalla Mondadori che ringrazio per la copia.

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Cinzia Leone
Mondadori
Prezzo: 19.00€
eBook: 10.99€

Trama: Un kamikaze si fa esplodere in un locale a Tel Aviv. Nella strage muore un giovane, si chiama Arièl Anav, è italiano e indossa la divisa dell’esercito israeliano. All’arrivo all’aeroporto Ben Gurion ai genitori, Micòl e Daniel, viene comunicato che per riavere il corpo del figlio dovranno attendere: lui e il terrorista suicida erano così vicini che la deflagrazione ne ha mischiato i resti. Come si chiama chi è orfano di un figlio? La parola non esiste. I figli ci crescono accanto ma di loro non conosciamo che una minima parte, il resto è mistero. Con i figli non si fanno calcoli, i figli si perdono e si ritrovano, ma Micòl il suo non può più ritrovarlo. Alla ricerca degli ultimi giorni di Arièl, la madre scopre i suoi segreti: un amore che scavalca muri e un’amicizia che può rovesciare il destino. Passioni inaspettate e fragilità misteriose, ferite che si rimarginano solo affondando la lama. Insieme a lei, con rimpianto e rabbia, con orgoglio e atroce nostalgia, anche il padre, la nonna, l’amante e l’amica affrontano il lutto. Ciascuno ha in testa il suo Arièl e ciascuno vuole inseguirlo dove non può più raggiungerlo. Tutti riusciranno a ricucire il passato e ritrovare se stessi. La morte chiama la morte, ma la vita pretende la vita e allo spartito scritto dal destino Micòl scoprirà di poter cambiare il finale.

Divisore Scheggia

I genitori non dovrebbero mai sopravvivere ai figli.
Ho sempre sentito questa frase ed è la prima cosa che ho pensato iniziando a leggere il nuovo libro di Cinzia Leone, perché nessuno vorrebbe mai vedere un figlio morire, perché anche il solo pensiero causa un dolore così indescrivibile, al centro del petto, da sentirsi dilaniati, stracciati e per sempre divisi, impossibilitati a tornare interi perché privati di una parte così importante di vita.
Questa storia inizia con la morte di Arièl, vittima di un attentato terroristico in Israele; i genitori in Italia vengono informati, si precipitano a Tel Aviv e scoprono che il ragazzo morto, loro figlio, il loro Arièl era una persona quasi sconosciuta, custode di un amore passionale e segreto.

Una famiglia già distrutta dalle divergenze, vede nella scomparsa dell’unico figlio, unico erede, una frattura netta, eppure pagina dopo pagina ci si accorge della forza del ricordo e del racconto e l’importanza dei luoghi che si sono amati.

Questo è un libro intriso di spiritualità, aiutato anche dai luoghi in cui viene ambientato: accompagnando Micòl nel suo lutto, Cinzia Leone ci mostra Israele, Gerusalemme, ci parla delle sue ricchezze e delle sue criticità.
Ovviamente non entro nel discorso controverso tra Israele e Palestina, non ho neanche le competenze per affrontarlo, ma sicuramente in questo libro si parla molto di questa contrapposizione, tra religioni e usi.

In questo libro non si vogliono mettere in evidenza le differenze, bensì l’umanità e l’amore che può legare le persone, tra legami di sangue, amore per una causa, amore per una persona.
Ed è proprio dopo la morte di Arièl che Micòl scopre che suo figlio era innamorato, che aveva un ragazzo e che tutti lo sapevano, compresa Stella, madre e nonna, che con lei è sempre stata burbera non approvando l’uomo che aveva sposato e che questi genitori, orfani di un figlio, incolpano per avergli fatto sposare la causa di Israele.

Chi era Arièl? Chi era davvero? E cosa rappresentava Tariq, palestinese fuggito da Jenin, per un soldato israeliano?
Nel lungo percorso del lutto, Micòl si ritrova a fare i conti con una vita sconosciuta, con tanti imprevisti, un ex marito incapace di comprendere e anche di crescere e una madre dalle tante sfaccettature, spinosa come un cactus.

La scrittura di Cinzia Leone è delicata e intrisa di emozioni, ogni passaggio sa come arrivare al lettore e nella lenta andatura di questa storia è insita la dolorosa evoluzione del lutto, che nelle sue diverse fasi avvolge e fa soffrire chi decide di continuare a camminare al fianco di Micòl e Tariq, in questo viaggio di oltre 400 pagine alla scoperta di un figlio e di un uomo.

Mi è piaciuto che non si sia voluta dare una sola idea di lutto, come se la sofferenza corrispondesse solo a pianti strazianti, scene drammatiche e vesti strappate; Cinzia Leone ci mostra diverse reazioni al lutto, dalla mancanza del pianto, alla reazione quasi tardiva. Ogni persona reagisce in modo diverso e da questo libro si capisce bene che non ce n’è uno giusto e uno sbagliato, uno che mostri più dolore rispetto a chi preferisce tenere dentro la sofferenza.

Posso però dire che questo libro non è perfetto. Sicuramente un bel libro con personaggi che si scoprono un po’ alla volta, con descrizioni attente e situazioni che hanno richiesto uno studio approfondito, tra religioni e usanze, tuttavia alcune evoluzioni narrative non mi hanno convinta e avrei preferito un finale un po’ diverso.

La scrittura di Cinzia Leone resta davvero interessante, così come i personaggi che ci presenta: sa portare al lettore le storie di donne che lottano e che portano avanti i propri ideali. In questo ho ritrovato la potenza delle donne di Ti rubo la vita, donne che sanno imporsi e sanno reagire, in modi e tempi diversi, agli imprevisti della vita.

È davvero bello ritrovare questa autrice, che spero continui a proporre libri sempre così intensi, che chiedono tempo e portano alla luce storie di uomini e soprattutto donne in grado di farsi valere.

Scheggia

 

Cartaceo eBook

 

Scheggia

Sono Scheggia ma in realtà sono Deborah e ho una passione sfrenata per la lettura. Entro in libreria ogni volta che ne ho l'occasione, passo ore e ore a guardare i libri, cerco le novità ma anche quelle che non lo sono più. Sono una di quelle lettrici che invadono casa di libri, ne compro in continuazione anche se ho già altre letture prese in precedenza. Amo il mondo dei libri e dell'editoria ed è per questo che la mia più grande aspirazione è entrare in una casa editrice e lavorarci. Io continuo a sperare!

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